“La nuova pubblicizzazione del marchio Agnesi presentato da Colussi non è uno smacco alla nostra città, è la rappresentazione dell’insipienza e dell’incapacità manifestata dall’attuale Amministrazione in questi tre anni, che non ha compreso per tempo la volgarità di un imprenditore arrogante che si è burlato del Sindaco e di tutti i consiglieri comunali di maggioranza”. Così Gian Franco Grosso di Imperia Bene Comune, con una nota stampa, in merito alla vicenda della pubblicità della pasta Agnesi.
“Me li ricordo gli atti di prostrazione e di pavido attendismo manifestati in consiglio comunale dalla maggioranza per timore che il Sig. Colussi si arrabbiasse e potesse offendersi, poverino, perché maltrattato e non capito.
Quando una città viene vilipesa e sbeffeggiata, nonché a volte derubata, come nel caso di Caltagirone e del porto, non è solo un problema di chi la disprezza, ma è soprattutto il problema di chi la guida, la rappresenta, la difende. Imperia non è stata mai difesa da nessuno, usata si, violentata nel suo tessuto urbano e sociale certamente, ma difesa mai, neppure dagli stessi imperiesi. La dignità di un paese è direttamente proporzionale alla dignità di chi lo amministra, alla sua rettitudine etica e amministrativa. Il rispetto si conquista sul campo, dimostrando di avere capacità, prospettiva, forza ideale.
Il timore riverenziale manifestato dalle amministrazioni di questi ultimi anni verso gli investitori di questa città è il frutto della debolezza progettuale di una classe dirigente politica che non sa guardare un metro più in là dei propri interessi, delle proprie piccole e meschine posizioni di potere. Tutto è usato come una scacchiera politica per la difesa dei propri interessi di bottega. Così è stato anche per la piscina e la Rari Nantes, vale per le attività ludiche come per quelle imprenditoriali.
Un Sindaco coraggioso e dignitoso, oggi, farebbe causa a Colussi per danno di immagine alla città di Imperia, costi quel che costi, fregandosene dei pareri tecnici e delle probabilità o meno di vittoria, lo farebbe per amor di patria, per senso di appartenenza, per la storia di questa città. Forse sarebbe l’unica delle 800 cause legali intraprese dal comune che meriterebbe menzione e rispetto.
Oggi un Sindaco coraggioso e rappresentativo degli imperiesi suggerirebbe al Questore di Imperia di inviare un avviso orale di pericolosità al Sig. Colussi, anziché a chi aiuta dei poveracci a sopravvivere al razzismo, perché un certo modo di fare impresa uccide il tessuto sociale, mette a rischio l’economia e il lavoro di una città, mina il risparmio delle famiglie ed è più di una semplice pericolosità sociale. La cattiva impresa può far danni incalcolabili, strage di umanità”.