Nel giorno del ritorno di Claudio Scajola in politica non è passata inosservata, all’Hotel Corallo, l’assenza del nipote Marco Scajola, coordinatore provinciale di Forza Italia e assessore regionale. Le voci di uno strappo politico tra i due si rincorrevano da mesi e ieri, domenica 25 settembre, è andato in scena l’ultimo atto di una frattura che sembra insanabile sotto il profilo politico.
ImperiaPost ha intervistato Marco Scajola, stuzzicandolo sulle assenze e su alcuni dei temi toccati dall’ex Ministro nel corso del suo lungo intervento all’Hotel Corallo.
LA SUA ASSENZA IERI NON E’ PASSATA INOSSERVATA, COME MAI NON C’ERA?
“Come ogni domenica avevo molti impegni, alcuni dei quali programmati da tempo. La visita del presidente della Repubblica Mattarella nel savonese, alcuni appuntamenti ad Alassio”.
METTIAMO DA PARTE IL LEGAME DI PARENTELA, COME SEGRETARIO PROVINCIALE DI FORZA ITALIA AVREBBE DOVUTO PRESENZIARE NON TROVA?
“Non era un incontro di Forza Italia. Non c’entrava nulla con il mio ruolo di coordinatore provinciale. Detto questo, ben vengano i confronti. Io ne sono un sostenitore, perché la cosa più bella in politica è guardarsi in faccia e scambiarsi le idee ascoltando la base”.
L’EX MINISTRO HA AUSPICATO LA RINASTICA DEL PARTITO DEI MODERATI. LEI CHE CENTRODESTRA VORREBBE?
“Io credo che il centrodestra debba tornare ad essere quello creato nel ’94 da Berlusconi. Forza Italia, l’ala moderata, poi Lega Nord, alleato storico, e Fratelli d’Italia (un tempo Alleanza Nazionale). E anche oltre, perché in Regione, con Giovanni Toti, nella coalizione che ci ha portato a vincere dopo 15 anni di dominio del centrosinistra, c’è anche il Ncd. La mia visione del centrodestra non è diversa da quella di Berlusconi. Il centrodestra è nato così e lo portiamo avanti così”.
L’ALLEANZA CON LA LEGA NON E’ VISTA DI BUON OCCHIO. LE POSIZIONI DI SALVINI SONO CONSIDERATE TROPPO ESTREMISTE, SOPRATUTTO SU EUROPA E MIGRANTI
“La Lega è un nostro alleato storico, non vedo cosa possa essere cambiato rispetto a 20 anni fa. Non mi sembra che Bossi fosse un moderato nei toni e nei concetti. Cosa è cambiato da allora? Prima andava bene e oggi no? Il legame con la Lega Nord credo sia una base importante da cui ripartire, così come accaduto in Regione”.
SUO ZIO SI E’ SCAGLIATO PIU’ VOLTE CONTRO L’ABUSO DEL RINNOVAMENTO NELLA POLITICA DI OGGI. LEI CHE NE PENSA?
“Il rinnovamento è necessario, ma serve anche l’esperienza per amministrare al meglio. Io, ad esempio, come tanti altri miei colleghi, ho fatto esperienza nel mio Comune di appartenenza, facendo l’assessore e il vicesindaco, prima di approdare il Regione. Il rinnovamento, però, credo sia fondamentale. Basti guardare il successo del Movimento Cinque Stelle alle ultime elezioni. Ma non solo, guardiamo la vittoria di Ilaria Caprioglio a Savona, in una città tradizionalmente orientata a sinistra. Abbiamo scelto un candidato nuovo, fresco, giovane, ma con esperienza, per la coalizione di centrodestra e abbiamo vinto”.
COME SI FA CRESCERE IL CENTRODESTRA?
“Puntando sul centrodestra tradizionale, quello creato e voluto da Berlusconi. Con buoni atti amministrativi, cercando di essere sempre sul territorio, dalla mattina alla notte, a contatto con la gente. Una ricetta che ha dimostrato di essere vincente a Savona e in Regione e che ci auguriamo possa esserlo anche a Imperia, Genova e La Spezia”.