Dopo che gli imputati del processo “La Svolta” hanno deciso di abbandonare l’aula per accompagnare di nuovo in cella Marcianò Giuseppe, appena rientrato dall’ospedale dopo il malore di ieri, prosegue la deposizione del Maresciallo dei Carabinieri Camplese in merito alle intercettazioni telefoniche sul battesimo mancato e, successivamente l’arresto, di Alessandro Macrì.
“Le conversazioni intercettate a bordo della Mercedes intestata a Alessandro Macrì – riprende il Maresciallo – testimoniano la volontà della sua affiliazione con la ‘ndrangheta. Ci sono varie conversazioni in cui si fa riferimento a Palamara Antonio e Marcianò Giuseppe come persone ritenute molto importanti davanti a cui mettersi in mostra positivamente. Emerge anche la disponibilità di un’arma da fuoco da parte dei due Macrì che sono poi stati arrestati in flagranza”.
“Appresa la notiza dell’arresto di Macrì Alessandro– prosegue il Maresciallo – abbiamo intercettato delle conversazioni in cui Giuseppe Marcianò si complimentava con Marcianò Vincenzo, classe ’48, e Allavena Omar del fatto di essere stato previdente nel non battezzare il Macrì, sollevato dal fatto di aver allontanato le persone che volevano invece convincerlo del contrario:”Meno male che li ho buttati fuori come le scarpe. Bisogna vedere ora con sta pistola cosa succede. Se io non avevo fatto così eravamo tutti in galera”. “
Altra conversazione particolare è quella tra D’Agostino Arcangelo, deceduto, e Marcianò Giuseppe. Qui si fa riferimento ad alcune informazioni acquisite da Paolo di Lavagna titolare del bar Ambra, imputato del processo Maglio. “Importante evidenziare un aspetto perchè c’è una correlazione con i nuovi sviluppi delle indagini. Secondo le dichiarazioni acquisite al processo Colpo della Strega, D’Agostini Arcangelo, arrestato nel 1994 a Lavagna, era stato ospitato dalla famiglia Lucera”