Imperia. Si è svolta questa sera, alla biblioteca “Lagorio”, l’assemblea pubblica dal titolo “Notizie dal Fronte”, organizzata dal centro sociale “La Talpa e l’Orologio” a seguito della notifica da parte della Questura di Imperia di due avvisi orali di pericolosità nei confronti degli attivisti. Sala piena, molte facce note della politica locale, Carla Nattero, Pasquale Indulgenza, Mariano Mij e il consigliere comunale di Imperia “Bene Comune” Mauro Servalli che ha moderato l’incontro. Al centro della discussione la situazione dei migranti a Ventimiglia, la denunciata repressione da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli attivisti no border ma anche dell’operazione voluta dal Questore Laricchia, “Senza fretta, senza tregua” con controlli capillari del territorio attraverso il ripristino dei posti di blocco.
A prendere subito la parola Valerio Romano, della compagnia portuale Maresca:“Già anni anni fa – ha detto Romano – alcuni compagni vennero accusati per una strana storia tutta imperiese perché si erano opposto allo sgombero del camping Diana, all’interno del quale vivevano abusivamente dei migranti. Il padrone del camping li ospitava e gli faceva pagare l’affitto. Una volta scoperti vennero tutti fatto sgomberare. Il Sindaco di Imperia chiese se si potevano ospitare quei migranti alla Talpa e l’Orologio. Bene, dopo pochi mesi alcuni attivisti vennero processati perché ospitavano i migranti alla Talpa. Chiaramente vennero tutti assolti. Già allora c’era un problema con i migranti. Abbiamo pensato a un’assemblea pubblica perché da un anno a questa parte, da quando è nato il campo sugli scogli dei Balzi Rossi a Ventimiglia per essere solidali con i migranti, attivisti e compagni hanno subito repressioni davvero pesanti. Si è partiti con i fogli via, che hanno raggiunto il numero di 60 persone, per poi arrivare a botte e cariche della Polizia ingiustificate. Migranti e attivisti, no border, sono diventati una sorta di cattura fulmini di tutte le colpe e i problemi legati all’immigrazione. Queste repressioni sono partite come detto dai fogli di via. Siamo partiti dal non poter più frequentare Ventimiglia, poi si sono accorti dell’esistenza di una rete solidale che andava oltre Ventimiglia, notificando fogli di via addirittura per 18 comuni della provincia di Imperia, anche paesini dall’entroterra. Sono i migranti le vittime di tutto questo massacro, sono loro che vengono deportati a Taranto e imbarcati sugli aerei delle poste italiane o sugli autobus della Riviera Trasporti”.
https://www.youtube.com/watch?v=TPVsP9WXmio
“Non hanno avuto paura – esordisce Francesco Scopelliti – un sacco di ragazzi, ma non solo noi, penso anche si compagni della Val Susa, Paladosio, altri compagni che sono già in carcere, ma hanno preso serenamente la carcerazione. Non hanno avuto paura tanto ragazzi che sono stati a Ventimiglia e hanno preso tante misure di restrizione. Non ha avuto paura il compagno francese che è stato tre giorni in carcere perché ha semplicemente portato una famiglia di migranti dall’altra parte del confine. Però noi una paura ce l’abbiamo, cioè che la città abbia paura.
Questa è la cosa che più ci fa paura, che la gente possa avere paura di questi fenomeni di repressione, perché in gioco c’è la libertà e la libertà è tutto. Con questo Governo, ultimamente, la libertà ha un prezzo ancora più salato. Un movimento come quello dei No Global, nato con il G8, 15 anni da diceva cose che oggi tutti ritengono vere, i problemi della globalizzazione, i problemi ambientale, le speculazioni. Sono convinto che tra 15 anni il sistema di abuso razziale che stiamo vivendo emergerà dalla storia. Noi però dobbiamo pensare al presente per evitare, tra 15 anni, di volerci sputare in faccia pensando di non aver fatto nulla. Non solo sulla questione migratoria, però, la repressione sta avanzando. Noi siamo qui per rivendicare la libertà di fare manifestazioni non autorizzate. Perché la storia è fatta di manifestazioni spontanee che hanno portato progresso. Di certo la rivoluzione francese, la presa della Bastiglia, sono manifestazioni per le quali non sono state chieste le autorizzazioni. La repressione aumenta. Questo inverno mi ha chiamato un mio amico e mi ha detto ‘c’è stata un sparatoria sull’Argine, stanno cercando il killer’. In realtà non c’era stata nessuna sparatoria. Era uno dei primi posti di blocco, check point, che sono stati realizzato ciclicamente sul nostro territorio. . La repressione allora non è solo legata ai migranti. Vuol dire anche uscire di casa e trovare la città militarizzata, vuol dire che le discoteche e i luoghi di divertimento possono anche chiudere perché il divertimento dovesse essere schematizzato. La forza della Polizia, in ogni ambito, dal sociale al politico, arriva a supplire quei problemi che la politica nella sua fase di debolezza non riesce a risolvere”.
http://www.youtube.com/watch?v=890c3MlvzIw
[wzslider autoplay=”true” interval=”7000″ transition=”‘slide’” lightbox=”true”]