Il caso della ventottenne imperiese, vittima dell’estorsione per un video hard inviato su Facebook a un trentenne napoletano, poi arrestato dalla polizia postale, è stato oggetto, questa mattina, di un approfondimento nel corso della trasmissione “Fatti vostri” di Giancarlo Magalli su Rai Due. La ragazza era in collegamento con lo studio dalla sede della Polizia Postale di Imperia, ma ha mantenuto segreta la sua identità per questione di privacy e di sicurezza, mostrandosi di spalle, incappucciata e con la voce modificata.
Magalli, chiamandola con il nome di fantasia “Lorena”, le ha posto diverse domande per permetterle di ricostruire la sua drammatica storia.
Tutto è iniziato a metà luglio, quando la giovane è stata contattata dal trentenne napoletano su Facebook. In breve tempo il giovane riesce ad ottenere la sua fiducia poiché la ragazza, trovandosi in periodo difficile sul piano privato, aveva trovato qualcuno con cui parlare e gli ha confidato molte cose personali. A quel punto, convinta di potersi fidare di lui, è avvenuto lo scambio del video hard, e subito dopo è arrivata la minaccia della diffusione dello stesso. Per far in modo che questo non accadesse, l’unica possibilità era quella di versare grosse somme di denaro al ricattatore.
Data la visibilitá del viso della giovane nel video, la ricattabilitá era molto alta e non sembravano esserci via di uscita.
La ragazza ammette: “Mi sono fidata, ero in un momento giù, avevo bisogno di sostegno e lui mi ascoltava. Ci sono cascata.”
Il trentenne è riuscito ad avere i soldi, per un totale di diciannove bonifici, ma la ragazza non si sente di dire la somma finale che le è stata estorta (circa 6 mila euro, ndr). Il malvivente ha poi proseguito, minacciando di coinvolgere la famiglia della ragazza, di distruggere la macchina e la casa.
Alla domanda sul motivo per cui non ha denunciato subito l’accaduto risponde: “Perché è salita la paura. Non è facile raccontare questo genere di cose. Ho sperato che la situazione si chiudesse da sola, ma non si é chiusa. Alla fine non ne potevo più, ero stremata e distrutta, quindi l’unica soluzione era denunciare.”
Questa decisione è stata presa anche grazie all’aiuto dell’unica persona al corrente dei fatti, la sua migliore amica e confidente, la quale le aveva consigliato di recarsi immediatamente a denunciare l’accaduto alla polizia postale. Da quel momento tutto è stato più facile, perchè ha avuto tutto il sostegno di cui aveva bisogno, l’hanno aiutata in ogni passo che doveva affrontare. “Non ho più avuto paura, mi sono calmata e tranquillizzata. Ho avuto sostegno 24 ore su 24. E’ come se avessi vissuto lì per quel periodo.”
In conclusione Giancarlo Magalli pone una domanda molto personale alla protagonista della vicenda, chiedendole se ora riuscirà a fidarsi delle persone come prima. Lei risponde: “Sarà più difficile adesso fidarsi. E’ stato un episodio e sarà l’unico, ma sarà difficile ripartire da capo, almeno ora che sono all’inizio.”
In studio era presente il direttore del compartimento della polizia postale della Liguria e di Genova Giorgio Bacilieri, che ha ricostruito l’indagine che ha portato all’arresto del trentenne napoletano. “L’indagine è stata complessa” riferisce “però la ragazza ha fornito elementi importati e siamo partiti con il piede giusto. Innanzitutto è stata essenziale la sua decisione di esporre denuncia e dopodichè è stato decisivo poter avere tutte le informazioni che ci servivano per l’individuazione dell’uomo: il profilo Facebook, usato per l’invio dei messaggi, il numero di telefono, i riferimenti sui bonifici. Tutti elementi su cui avviare le indagini.
Dopo che l’Autorità Giudiziaria ha emanato i provvedimenti che hanno permesso l’individuazione dell’uomo e da lì i tempi sono stati brevi, poichè già la prima perquisizione ha avuto esito positivo. E’ avvenuto il sequestro del telefono utilizzato per l’invio dei messaggi, e altri materiali importanti come schede di memoria e carte di credito. Ora non resta che proseguire con l’analisi delle apparecchiature, anche per assicurarsi che non si tratti di un esecutore seriale, dato che sono stati ritrovati messaggi in cui si vantava di della sua professionalità nella sua attività illecita”.
Alla domanda del conduttore riguardo allo stato del filmato, il direttore risponde che “per ora è al sicuro poiché sono stati sequestrati i supporti su cui era salvato, ma c’è bisogno di ulteriori analisi per essere sicuri che non sia stato diffuso in altre maniere. La pericolosità della persona si è vista soprattutto dal fatto che, nonostante il trasferimento delle somme di denaro, non si è fermato, non ha mantenuto la parola.”
Magalli, chiamandola con il nome di fantasia “Lorena”, le ha posto diverse domande per permetterle di ricostruire la sua drammatica storia.