Nell’ambito del Progetto “Casa Italia” la Rete delle Professioni Tecniche ha recentemente presentato una proposta per la prevenzione del rischio sismico con l’introduzione del “Fascicolo del fabbricato” e della “Certificazione sismica obbligatoria”. Il primo prevede un monitoraggio degli edifici pubblici e privati consentendo di definire gli interventi finalizzati alla mitigazione del rischio Il secondo, strettamente legato al primo, prevede la Certificazione Sismica degli immobili da attuarsi inizialmente nelle compravendite e negli affitti a corredo delle nuove costruzioni estendendolo successivamente a tutti gli immobili; ovvero ad ogni edificio potrebbe essere assegnata una lettera (dalla A alla F) che ne riassuma, in modo similare alla Certificazione Energetica, le sue caratteristiche in termini di sicurezza strutturale. Purtroppo questo è il motivo per cui finora il fascicolo del fabbricato, nonostante se ne parli da anni, ha sempre incontrato grandi ostacoli. Forse non si è sufficientemente approfondito il riflesso che tale “Fascicolo” e/o la “Certificazione sismica” possono avere sul deprezzamento degli immobili nel caso siano riscontrate carenze o criticità strutturali. Le strutture, come è noto, non hanno mai particolarmente condizionato il valore di un immobile, sul quale ha sempre inciso di più il suo aspetto estetico/architettonico. Tant’è vero che i proprietari si preoccupano generalmente di qualificare i propri immobili con opere di finitura e/o impiantistiche, intervenendo sulle strutture solo in caso di gravi criticità statiche.
In sostanza oggi, in assenza di una vera cultura della prevenzione (sensibilità manifestata solo in occasione di eventi tragici) il valore commerciale degli immobili sembra essere prioritario rispetto a quello della prevenzione dei rischi.
In considerazione di questo aspetto, certamente non secondario, è necessario che gli interventi di mitigazione del rischio sismico siano “fattibili” non solo sotto l’aspetto tecnico, ma anche sotto quello della sostenibilità economica. È necessario incentivare/sostenere i proprietari con meccanismi efficaci di premialità e sgravi fiscali, in attesa che le migliori qualità strutturali diventino anche un maggior valore dell’edificio.
Le detrazioni fiscali del 50% e del 65%, applicate in edilizia hanno già riscosso un grande interesse da parte dei cittadini, ma per gli interventi finalizzati all’adeguamento e miglioramento antisismico delle strutture degli edifici sono necessarie detrazioni fiscali eccezionali che, per un periodo di almeno 2 anni, prevedano “bonus “ben più elevati degli attuali.
In conclusione ritengo che deve essere riconsiderata la nostra proposta di circa 2 anni fa che prevedeva una detrazione fiscale del 100% per l’adeguamento sismico delle strutture, riducendola eventualmente al 90% per il miglioramento ed all’80% per i consolidamenti locali, stimolando così l’iniziativa dei proprietari e perseguendo contestualmente l’interesse dello Stato sotto il profilo economico (maggiori introiti dall’attività edilizia con impulso all’occupazione) e sociale mediante la piena applicazione della cultura e della strategia della prevenzione per l’incolumità di migliaia di vite umane ed il risparmio di miliardi di euro.
Il Presidente dell’Ordine della Provincia di Imperia Domenico PINO