23 Novembre 2024 05:07

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23 Novembre 2024 05:07

VENTIMIGLIA. MIGRANTE VIOLENTA VOLONTARIA DELLA CROCE ROSSA. PIANA (LN):”PERCHÈ È AI DOMICILIARI? OCCORRE TOLLERANZA ZERO E CERTEZZA DELLA PENA”

In breve: Ieri, un migrante di origine bengalese è stato riconosciuto colpevole dal Tribunale di Imperia per avere violentato una giovane volontaria della Croce Rossa nel centro di accoglienza a Ventimiglia. Il drammatico episodio risale al marzo scorso.

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Ieri, un migrante di origine bengalese è stato riconosciuto colpevole dal Tribunale di Imperia per avere violentato una giovane volontaria della Croce Rossa nel centro di accoglienza a Ventimiglia. Il drammatico episodio risale al marzo scorso.

Il giovane, accusato di violenza sessuale aggravata, è stato condannato a 5 anni e due mesi di reclusione. Tuttavia, ad oggi si trova agli arresti domiciliari. Il bengalese era stato assegnato a dei servizi in cucina e ad altri lavori nel campo profughi.

Ieri, il legale della vittima ha annunciato di voler chiamare in causa la Croce Rossa per la carenza di controlli all’interno del centro e fra i migranti utilizzati come volontari.

Dice il capogruppo regionale del Carroccio ligure, Alessandro Piana: “Non li mettono in galera nemmeno se violentano le donne. Nei casi di violenza sessuale sussiste un evidente pericolo di reiterazione del reato. Pertanto, non si capisce perché l’immigrato bengalese, riconosciuto colpevole, si trovi agli arresti domiciliari e non sia sottoposto alla misura di custodia cautelare in carcere.

La drammatica vicenda ha fatto emergere un altro inquietante aspetto del caos immigrati a Ventimiglia, specchio di quello che sono costretti a subire ogni giorno molti altri cittadini liguri e di altre regioni italiane.

La giovane donna sarebbe stata violentata dall’immigrato in una tenda. Fatti come questo ed altri, pongono seri interrogativi su quelli che sono i controlli all’interno dei  centri di accoglienza. Inoltre, se in un campo della Croce Rossa possono avvenire episodi di questo tipo, figuriamoci fuori.

Pertanto, nei confronti dei delinquenti occorre tolleranza zero e certezza della pena. Allo stesso modo, nei campi profughi e nei centri di accoglienza deve essere garantita la sicurezza, che non può essere affidata solo a dipendenti di Cooperative o responsabili della Croce Rossa”.

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