L’ex Ministro Claudio Scajola è stato ospite nei giorni scorsi della trasmissione radiofonica “La Zanzara” in onda su Radio 24 e condotta da Giuseppe Cruciani. Nel corso dell’intervista Scajola ha confermato ancora una volta la sua intenzione di candidarsi alle Elezioni Europee.
“Mi arrapa l’idea di candidarmi alle Europee, di vedere scritto il mio nome sulla scheda elettorale“. L’ex Ministro si è poi tolto qualche sassolino dalle scarpe, lanciando frecciatine a Marco Travaglio, Nicola Porro e Angelino Alfano. Ovviamente, non sono mancate domande sulla sentenza di assoluzione nell’ambito del processo per la compravendita della casa romana di via del Fagutale, proprio di fronte al Colosseo.
L’INTERVISTA
Lazzaro le piace come soprannome?
“Guardi, per primo me lo ha detto il mio Vescovo per incoraggiarmi, due anni fa, guarda che tu batti Lazzaro”.
Ci si ritrova in questa definizione?
“No, perché sa io sono un cattolico osservante, praticante, purtroppo sono peccatore, ma insomma, capisce…vado a messa tutte le domeniche. Non sono come Andreotti, però sono i tempi nuovi”.
Si sente come un gatto? Uno che sopravvive…
“Si, quello si, anche perché ho la passione per i gatti. Ne ho anche uno vicino a me ora che parlo con lei”.
Chiederà un risarcimento ai magistrati che l’hanno indagata?
“Guardi, io non sono un uomo mai di vendette, qui non c’entravo niente, però un po’ di peccati da scontare li avrò pure, quindi perché andare a chiedere danni agli altri”.
Ercolino come soprannome?
“Ercolino forse no, perché sono minuto, è vero che Ercolino sta sempre in piedi, questo si. In questo senso direi di si”.
È cambiato il mondo per lei? Si è messo a piangere?
“Quello li è un sentimento sui cui non riesco a scherzare, quando uno gli viene la commozione, a me è venuta in tribunale, qualcuno se ne è accorto. Poi hanno scritto ‘è scoppiato in lacrime’. No, perché anche li sono abbastanza contenuto, però è vero che mi sono commosso in tribunale, prima quando mi ha fatto l’arringa meravigliosa il mio avvocato, perché ha detto che prima di essere diventato un suo cliente, sono diventato un suo amico e sta cosa mi ha fatto commuovere. Poi la sentenza mi ha fatto commuovere, ma non so se era una commozione di contentezza del momento, o se era di rabbia per quello che avevo subito”.
Cosa risponde a chi come Travaglio dice che lei dovrà spiegare dove sono finiti tutti quei soldi…
“Travaglio al mattino si alza e dice “oggi contro chi posso parlare”. Poi dopo passano cinque minuti e dice ‘ma forse non ho ancora abbastanza parlato male di quello li’, poi va avanti e dice ‘ma oggi chi posso uccidere?’, poi dopo se viene una sentenza che assolve qualcuno gli dispiace moltissimo, perché li vorrebbe tutti condannati in prigione”.
Forse anche condannati a morte dice lei…
“Eh si, perché purtroppo nasce, non so se per un problema di gastrite, perché mi da anche l’impressione di essere un gastritico, ciòe, si alza sempre incazzato”.
Insomma, senza odio non vivrebbe…
“Guardi, l’impressione che ho è questa. Se noi adesso non rispettiamo neanche più le sentenze, ma allora la giustizia chi la deve fare?”.
Anche Feltri e il Giornale quando uscì la storia la attaccarono. Non fu protetto dalla stampa cosiddetta amica. Se lo ricorda, ha qualche rancore?
“Guardi le faccio una confessione pubblica. Ho visto con piacere che sul Foglio di ieri in prima pagina Ferrara dice ‘dobbiamo chiedere scusa a Scajola’. A me ha fatto piacere, non perché abbia bisogno di scuse, però mi ha fatto piacere. Però sa cosa ho pensato subito? Che chi avrebbe dovuto dire ‘voglio chiedere scusa a Scajola’ è Porro, il vice direttore del Giornale, Nicola Porro, perché lui mi intervistò il 30 aprile 2010 e mi fece un’intervista lunga e dissi tutte le cose che sapevo, le stesse che sono uscite fuori con la sentenza. Il pomeriggio sul suo blog ha scritto ‘non credo a nulla di quello che ha detto Scajola’. Ma non me l’ha detto durante l’intervista, per cui mi avrebbe potuto dire non credo a questo e io avrei provato a spiegare. Lo scrisse il giorno dopo sul suo blog. Allora io volevo scrivergli un bigliettino a Nicola Porro, ma senza rancore le assicuro. ‘Quando mi hai intervistato non mi hai creduto, non me l’hai detto prima, ma lo hai scritto dopo sul tuo blog, e forse spero e mi auguro, che avendo visto la sentenza, visto che mi ha creduto un tribunale dopo un lungo processo, sei tu forse che dovresti chiedermi scusa’”.
Ma lei si sarebbe mai comportato come si è comportato Alfano con Berlusconi?
“Guardi, io sono dell’avviso che quando uno è eletto in Parlamento, è eletto in una lista. La lista dove siamo stati eletti Alfano e io tante volte si chiama ‘Berlusconi nel simbolo”. Io posso anche cambiare idea, posso decidere di non essere più berlusconiano, ma allora mi dimetto da parlamentare e faccio un partito. Non posso andare via con altri parlamentari dopo essere stati eletti con quel mandato con Berlusconi e con quel programma, contro il Governo delle sinistre, e andarmene invece da un’altra parte, non solo non andandomene via da deputato, ma rimanendo anche”.
Traditore?
“Il termine traditore non mi piace, direi qualcosa di più semplice. Lui ha avuto tutto da Berlusconi e credo non sia giusto quello che ha fatto, non è un comportamento che approvo”.
“Voglio un posto in prima fila. Con Berlusconi o Alfano è uguale”. Lo ha detto davvero?
“Quanti guai fate voi giornalisti, perché voi scrivete senza ascoltare, senza studiare, parlare. Sono sempre scagionati quelli con cui si parla, quindi non mi riferisco a voi due. Uno prima di scrivere di Scajola dovrebbe dire, ‘Cosa diceva Scajola la settimana scorsa? Cosa diceva un mese fa? Cosa diceva due mesi fa’? Io sono quello che mi sono alzato in comitato di presidenza a dire che non era ammissibile fare una scissione. Come fa un giornalista a scrivere una cosa così, poi mi chiama e mi dice ‘mi scusi, ma io l’ho scritto così perché così capisce…’. Ma come così capisco? Capisco così che cosa?”.
Si candida al Parlamento Europeo?
“Sa cosa mi attira del Parlamento Europeo? Le preferenze. Io sono uscito da questa vicenda con un’assoluzione, che ero sicuro sarebbe avvenuta, ma forse non in primo grado”.
La arrapa il fatto che la gente possa scrivere Scajola sulla scheda elettorale?
Ecco si, mi arrapa questo. Ma sa perché mi arrapa? Perché un politico non ha bisogno solo di un proscioglimento della Magistratura, ha bisogno di avere il consenso e la condivisione dei suoi elettori. Allora, se uno invece di essere nominato, è scelto perché c’è scritto il nome, allora potrei dire ‘bene, la gente mi ha capito'”.
Ho usato la parola arrapa, non è che ho sbagliato?
“No, non è male, non è male. Mi arrapa”.