DOPO UN ANNO DI “BUONA SCUOLA”, CHI RESISTE DICE NO!
Perché possiamo e dobbiamo dire NO!
La chiamata diretta e la titolarità su ambito dovevano servire a rendere le scuole capaci di dare risposte immediate per coprire le esigenze di servizio.Risultato: abbiamo scuole chiuse, studenti con disabilità con orario ridotto, studenti che a ottobre non hanno ancora tutti i docenti del proprio consiglio di classe.
Il bonus di valutazione dicevano che sarebbe servito al riconoscimento del merito dei docenti migliori. Risultato: a ottobre in molte scuole il bonus non è stato assegnato perché i soldi non arrivano e molti presidi non pubblicano i nomi dei designati perché le clientele e i favoritismi regnano sovrani; si aggiunga a questo la perversa dinamica per cui le famiglie e gli studenti, coinvolti nel comitato di valutazione, stanno gradualmente adeguandosi al mutamento genetico della scuola-supermercato “mi piace/non mi piace – soddisfatto/insoddisfatto”.
L’alternanza scuola-sfruttamento (il lavoro è tale solo se è retribuito) prometteva grandi risultati nel fare assaggiare agli studenti un po’ di quello che li attenderà dopo la scuola. Promessa mantenuta! Gli studenti hanno imparato il senso di: sfruttamento, flessibilità, stage, l’esigenza di conformarsi a ciò che il mercato chiede. Risultato: tantissime ore di tempo scuola e di diritto allo studio perso, studenti mitridatizzati che svolgono ore di lavoro in aziende che nulla hanno a che vedere con il proprio percorso di studi svolgendo attività spesso senza alcun senso; aggravio di lavoro per le segreterie e per il personale ATA che gestisce inutili burocrazie a partire dalle convenzioni in cui non viene riportata quasi sempre alcuna motivazione didattico-educativa.
Gli investimenti delle scuole belle per l’edilizia scolastica non si vedono. Risultato: continuano a crollarci gli intonaci e i soffitti in testa (117 crolli negli ultimi 3 anni).
Il potere dato ai presidi doveva essere la cura da cavallo per il paziente-scuola il cui unico problema erano i docenti, i quali avevano la colpa di pensare di essere lavoratori con il dovere di insegnare ai propri studenti il pensiero critico. Risultato: i presidi stanno subendo trasformazioni mostruose in dirigenti che credono di amministrare docenti alle proprie dipendenze in una azienda di pecorame da ammansire o da minacciare, sorvegliare e punire.
Il potenziamento doveva essere la vera innovazione della riforma renziana per realizzare al meglio la cosiddetta autonomia scolastica. Risultato: non si sta potenziando nulla. Si sta solo abbellendo la vetrina di ogni scuola e alimentando il paradigma dell’insegnante burocrate che si trasforma in abile progettista-venditore del prodotto da propagandare al prossimo open day (quando non viene usato come tappabuchi a oltranza).
E il senso? Il significato del nostro lavoro, della nostra funzione sociale si sta perdendo.
Davvero pensiamo di eseguire ciò che dice una legge dello Stato approvata da un parlamento di non eletti che oggi vuole pure cambiare la Costituzione e toglierci ogni forma di partecipazione alla vita politica del paese?
E per far questo vogliono anche il nostro assenso?
Possiamo e dobbiamo dire NO.
Nessuna mansione aggiuntiva,
NO alla funzione di tutor o referente dell’alternanza scuola-sfruttamento,
NO alla formazione decisa dal dirigente scolastico,
NO alla chiamata diretta che scavalca gli organi collegiali,
NO al bonus perché o è per tutti o non lo vogliamo,
NO alle cattedre di solo potenziamento-tappabuchismo,
NO alla scuola aziendalizzata e divorata dai privati,
NO al potere dei presidi,
NO alle deleghe della legge 107
NO AL JOBS ACT, NO ALLA “BUONA SCUOLA”,
NO ALLA CONTRORIFORMA COSTITUZIONALE!
Ci vediamo il 21 ottobre davanti al MIUR alle 10 per il presidio organizzato in occasione dello Sciopero Generale e il 22 ottobre alle 14 per la manifestazione nazionale “No Renzi Day”. Due giorni in cui riaffermeremo la nostra opposizione allo smantellamento dello Stato Sociale, a partire dalla Scuola Pubblica Statale e Laica!
#ottobreinlotta