26 Dicembre 2024 01:57

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IMPERIA. PROTESTA DEI FORCONI. “NON MI FECE DENUNCIARE I BLOCCHI STRADALI”. ISPETTORE DI POLIZIA ASSOLTO IN TRIBUNALE/ECCO PERCHÈ

In breve: Il collegio composto dai giudici Ascheri, Bonsignorio e Lungaro, dopo la requisitoria del Pm Lorenzo Fornace e l'arringa della difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandro Mager, ha impiegato non più di 30 minuti in camera di consiglio per la pronuncia...

ispettore-polizia

Assolta perché il fatto non sussiste. Si è concluso così il processo a carico di Silvia Lazzarino, ispettore di Polizia della Questura di Imperia, accusata di non aver accolto la denuncia presentata da una 47enne di Imperia, Alda Biancheri, rimasta bloccata con l’auto a causa dei blocchi stradali messi in atto durante “I Forconi” il 10 dicembre 2013.

Il collegio composto dai giudici Ascheri, Bonsignorio e Lungaro, dopo la requisitoria del Pm Lorenzo Fornace (terminata con la richiesta la di condanna a 4 mesi di carcere e 4 anni di interdizione dai pubblici uffici) e l’arringa della difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Mager, ha impiegato non più di 30 minuti in camera di consiglio per la pronuncia della sentenza di assoluzione.

PM LORENZO FORNACE

“A volte il nostro ruolo ci impone di giudicare anche coloro che collaborano normalmente con la giustizia, anche con grande professionalità. Raramente ci si trova di fronte a una teste così affidabile, forse un po’ pignola, pedante, ma pacata, non polemica. Si è presentata in aula timorosa. Io non credo alla versione edulcorata, corretta, dell’imputata. Io sono convinto che anche le persone per bene a volte possano sbagliare.

Alda Biancheri è una pendolare che vive a Imperia e lavora ad Arma di Taggia. Già il 9 dicembre 2013 la donna vede violato il suo diritto di circolazione per via di un blocco stradale sul Lungomare Vespucci. Il 10 dicembre la situazione si replica. Questa volta la signora trova un Tir in largo Falcone Borsellino, nei pressi della rotonda di via Nizza. Un Tir e altre persone bloccano la circolazione. La signora posteggia a Borgo Prino e va a piedi sino alle ex Ferriere, dove abita. La signora nell’occasione ha avuto la percezione di un mancato controllo dell’ordine pubblico. Vede soltanto la Polizia Municipale, più impegnata in realtà a regolare il traffico. Da qui il desiderio, come cittadina, di rappresentare il proprio disagio, in quanto impossibilitata a circolare liberamente nella propria città. Questa è una decisione che non può essere stigmatizzata. La signora voleva presentare una denuncia formale in quanto crede nelle istituzioni. Prima infatti telefona in Questura e poi si presenta fisicamente per formalizzare la denuncia.

Arrivata in Questura la signora Biancheri incontra l’ispettore Lazzarino. L’approccio iniziale del funzionario di Polizia è positivo. Non sembra vi siano impegni urgenti, come invece dichiarato in sede di esame dall’imputata. La Biancheri rappresenta un quadro dei fatti che presenterà poi in maniera identica il giorno successivo ai Carabinieri, poi al sottoscritto e infine qui, in aula, davanti al Collegio. La risposta è stata che non c’erano reati e che la denuncia non sarebbe stata accolta.

Durante il colloquio con la signora Biancheri, l’ispettore Lazzarino era così presa dal lavoro che ha il tempo di esternare le sue simpatie per i manifestanti, facendo anche considerazioni di natura politica.

Qui ci troviamo di fronte a un rifiuto, dovuto a un retroterra psicologico. Ed è una cosa grave. L’ispettore Lazzarino per togliersi dai piedi la signora Biancheri le dice di fare un esposto al Questura, chiedendole però di non fare cenno al loro incontro. Un chiaro segnale che l’ispettore Lazzarino si era accorta di aver ecceduto dai suoi doveri di ufficio. L’ispettore, inoltre, dice che presenterà una segnalazione interna. Ma questa segnalazione non è mai stata fatta. Perché?

I fatti attestano in maniera inequivocabile che c’è stato un rifiuto da parte dell’imputata di redigere la denuncia, nonostante fosse stata più volte sollecitata alla verbalizzazione dalla signora Biancheri Alda. La condotta omissiva è provata. Nel tempo trascorso con la signora Biancheri l’ispettore Lazzarino avrebbe potuto tranquillamente prendere la denuncia. Non c’erano gravi urgenze o impedimenti.

I pubblici ufficiali devono prendere la denuncia. Lo dice l’art.55 del codice penale. Non è una facoltà. Devono farlo”.

ARRINGA AVVOCATO ALESSANDRO MAGER

“Non si può negare che in quei giorni l’ispettore Silvia Lazzarini fosse impegnata in un’emergenza straordinaria. Non credo si possa dubitare del fatto che fosse molto impegnata. Imperia era travolta in quei giorni da moti di protesta, con una frangia estremista di contestatori. Certamente chi era addetto alla tutela dell’ordine pubblico si trovava a gestire situazione difficili.

In Questura c’era poco personale, perché impegnato in gran parte sul territorio. Si presenta la signora Biancheri. Che l’incontro sia durato 20 o 30 minuti poco importa. Nella fase iniziale tutto fila regolarmente. Poi a detta di entrambi c’e un rigurgito dialettico che si esaurisce in un botta e risposta.

Il PM fa intendere che l’ispettore Lazzarino si sia rifiutata di verbalizzare la denuncia per via di contrasti di natura politica con la signora Biancheri. Mi permetto di rilevare che questa, per altro, è un’opinione del Pubblico Ministero, certamente degna di considerazione perché proviene dalla pubblica accusa, ma neanche la signora Biancheri l’ha mai sostenuta.

I fatti. La signora Biancheri fa una telefonata in Questura perché rimane bloccata presso la rotonda di via Nizza con la propria auto per via di un blocco stradale concretizzatosi con la presenza di persone e di un Tir.

Si capisce che la signora Biancheri è una persona rispettabile, ma davanti a certe situazioni si trova in difficoltà. Lo si capisce perché entra subito in polemica, anche se sempre con toni pacati, con l’operatore che risponde alla telefonata in Questura. La signora rimprovera una certa inerzia alla Questura.

Nel frattempo, dopo la telefonata, la signora Biancheri si avvia in Questura. Il racconto della signora Biancheri, illustrato anche qui in aula, è poco preciso, non consente una percezione chiara di comportamenti illeciti.

La signora non risulta essere stata minacciata o lesa. Non è stata in grado di indicare gli autori di questa ipotetica violenza privata. Ancora oggi non sappiamo se il fosse stato messo li deliberatamente o se fosse finito bloccato in un ingorgo.

La violenza privata sarebbe per aver parcheggiato l’auto a Borgo Prino ed essere andata a piedi a casa sino alle ex Ferriere? Un cittadino deve capire che ci sono situazioni e situazioni, cosa che la signora Biancheri non ha compreso.

L’ispettore Lazzarini le ha spiegato che i fatti esposti erano ben noti a tutti e che le forze di Polizia erano giù impegnate in tutta la città proprio per limitare i disagi. Non c’era forse nessun reato, ma certamente, comunque, non  c’era un’urgenza, perché si trattava di una situazione nota a tutti. C’è stato tra la Biancheri e la Lazzarino un contrasto dialettico, destra-sinistra. È così abnorme e grottesco?

Il fatto che non ci fosse alcuna urgenza è dimostrato dal fatto che la stessa Biancheri andrà a presentare denuncia ai Carabinieri solo tre giorni dopo. 

Quanti miei clienti che invito a fare denuncia si recano poi da pubblici ufficiali che li invitano a tornare perché non hanno tempo? Rientra nella prassi normale dei pubblici ufficiali. Al pubblico ufficiale deve essere dato un minimo di discrezionalità per quel che concerne tempi e emergenze. Non c’è stato alcun rifiuto in senso tecnico, semplicemente l’ispettore Lazzarino ha ritenuto l’atto in se non urgente”.

IMPUTATA

I fatti raccontati dalla signora Alda Biancheri sono veritieri solo in parte. Non ho mai parlato di politica, mai citato Beltrami o Ochetto. Quel giorno ero in servizio come coordinatore delle Volanti. Mi venne chiesto di rimanere in servizio ancora per alcune ore per sovrintendere l’ufficio di soccorso pubblico in sala operativa, con la collaborazione di Rt e Polizia Municipale. Nel frattempo accaddero due episodi gravi. Un blocco stradale ad Arma di Taggia e la telefonata di una persona vittima di stalking. Stavo gestendo entrambe le emergenze. Quando ci sono delle emergenze la priorità è l’ordine pubblico, poi viene tutto il resto. Quando sono stata chiamata dal piantone credevo onestamente che si trattasse di qualcosa di diverso, visto che prima doveva esserci un’attività di filtraggio.

Continuavano ad arrivare telefonate concitate di blocchi stradali in quei giorni. Io ero l’unico ufficiale quel giorno in Questura. La signora mi disse semplicemente che lamentava il fatto di non poter circolare liberamente per la città. Mi disse di non aver subito danni e di non essere stata fisicamente bloccata da nessuno. Non mi disse nulla di un Tir. Le dissi di tornare il giorno successivo perché ero impegnata in sala operativa proprio per risolvere problemi come i blocchi stradali per i quali c’erano decine di segnalazioni.

Non ho fatto cenno alla politica. Ho semplicemente detto che se manifestavano probabilmente avevano le loro ragioni, non ne potevano più. Le dissi di fare un esposto al Questore e che comunque nel frattempo io avrei fatto una segnalazione interna che in effetti poi non feci, in quanto non seppi più nulla della signora che non si presentò più in Questura nei giorni successivi.

Non dissi di non dire di aver parlato con me. Anzi, le diedi anche il mio nome. Semplicemente le dissi di non indicare me in particolare, in quanto il giorno seguente non ero in servizio e dunque avrebbe parlato con qualcun altro per presentare denuncia”.

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