Lotta politica e sociale o reati penali commessi da un soggetto pericoloso? La Prefettura di Imperia ha respinto il ricorso presentato da Francesco Scopelliti e da Noto Florio destinatari di un avviso orale di pericolosità emesso dalla Questura di Imperia.
Nel mirino della Questura sono finiti la pulizia del giardino dell’ex banca d’Italia con conseguente distribuzione di volantini, il lancio di oggetti pericolosi come carta igienica e uova al segretario della Lega Nord Matteo Salvini e la vicinanza ai migranti e al movimento “No Borders”.
“Ci aspettavamo che i ricorsi – commenta Michele Rovere – venissero rigettati con delle motivazioni procedurali, amministrative, certi meccanismi è difficile fermarli una volta messi in funzione. Invece ci siamo trovati davanti a un documenti programmatico contro i movimenti. Ciò ci stupisce perché è un documento politico emesso da un organo che politico non è. In alcuni punti è molto contraddittorio e denota una sorta di consapevolezza di aver voluto forzare la mano in un provvedimento che non è consono alla situazione a cui è stato rivolto. Prima dice che questi provvedimenti non sono legati a precedenti penali ma poi viene giustificato con il fatto che ci siano dei precedenti. Prima dice che il ricorrente non ha precedenti penali concluso e poi dice tenuto conto delle condanne.
Ci stanno imputando di aver pulito il giardino della Banca d’Italia, fatto degli attacchi gravissimi alle persone e alle cose lanciando della carta igienica, che è un atto teatrale, simbolo del popolo che si ribella al potere. Poi ci vengono imputati gli episodi di Ventimiglia dove noi abbiamo semplicemente portato la solidarietà a dei migranti che liberamente hanno deciso di manifestare sugli scogli. Gli stessi fornelli che ci hanno portato via con le ruspe gli abbiamo portati ai dipendenti dell’Agnesi, solidarietà è quella. Nessuno ha avuto da dire quando abbiamo portato la nostra solidarietà agli operai dell’Agnesi, ci viene imputati come grave atto sociale aver dato la nostra solidarietà ai migranti”.
Secondo la Prefettura Scopelliti è “aderente da antica data al movimento e attivista del C.S.A. “La Talpa e l’Orologio” ha posto in essere, continuamente e nel tempo, attività illecite contrassegnate dal rifiuto di riconoscere la validità delle leggi dello Stato e tali da creare pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Il ricorrente – prosegue il Prefetto Tizzano – tra l’altro un curriculum di notevole spessore per quanto concerne le condotte volte a compromettere l’ordine e la sicurezza pubblica. Nel recente passato, si è costantemente distinto per atteggiamenti violenti e minacciosi nei confronti di persone di diverso orientamento politico, tanto da costargli, in occasione della visita a Imperia del segretario nazionale della Lega Nord, On. Matteo Salvini, il deferimento per aver posto in essere atti di grave intemperanza. Nell’estate del 2015 è stato una delle figure di primo piano responsabile dell’allestimento e del mantenimento del campo abusivo gestito dal “presidio permanente No Borders – Ventimiglia”.
Tenuto conto che l’applicazione delle misure di prevenzione, secondo giurisprudenza e dottrina consolidate, prescinde la dall’esistenza in senso stretto e che, per contro, essa riguarda le persone per cui condotte possono essere anche solo finitime rispetto a fatti penalmente rilevanti, ovvero quelle che riescono a sottrarsi agli accertamenti dei reati compiuti. Ciò nella considerazione della circostanza che tale applicazione si fonda essenzialmente sul carattere sintomatico delle condotte poste in essere e, quindi, può fare riferimento anche a semplici indizi, essendo il relativo procedimento caratterizzato da un accertamento di tipo storico finalizzato non all’emanazione di una sanzione, bensì all’emissione di una prognosi di pericolosità. Conseguentemente, il rigore probatorio caratteristico del processo penale è alquanto attenuato per quello che attiene il processo di prevenzione proprio in ragione dell’intrinseca differenza tra giudizio di prevenzione e giudizio penale.
Come precisato dal Questore nella pervicacia dei comportamenti illeciti del ricorrente e la presenza di condanne penali passate in giudicato, hanno indotto, in sede questorile, a rafforzare l’efficacia preventiva dell’avviso in quanto tale attraverso l’ulteriore prescrizione onde a impedire all’interessato la detenzione di oggetti che potrebbero facilitare la commissione delle condotte che hanno portato all’adozione della misura di prevenzione a suo carico”.