Si è concluso con un patteggiamento a 1 anno e 6 mesi di carcere davanti al giudice per le udienze preliminari Paolo Luppi, con l’accusa di detenzione di esplosivi, la discussa vicenda giudiziaria con protagonista il 41enne imperiese Diego Berardi, arrestato nel dicembre scorso a Strasburgo, su mandato di cattura internazionale, perché sospettato di avere legami con il terrorismo islamico. La condanna è stata sospesa a condizione che Berardi effettui 180 ore di pubblica utilità.
Il mandato di arresto internazionale era stato diramato dopo che i Carabinieri avevano trovato all’interno della casa del 41enne imperiese polvere da sparo, detonatori da cava e diverse cartucce. Il sospetto degli inquirenti era quello che Berardi stesse progettando un attentato. Il motivo? Oltre alle armi e agli esplosivi, alcune foto con la tuta mimetica pubblicate su facebook, unitamente a frasi estremiste e ad alcuni viaggi in Siria. A tutto si aggiunse la denuncia di una commerciante alla quale Berardi avrebbe risposto, dopo un rimprovero, di avere conoscenze nell’Isis.
“Nulla di più falso – commenta a ImperiaPost l’avvocato Carlo Ruffoni – Siamo riusciti subito a dimostrare che Berardi non aveva alcun legame con il terrorismo. Munizioni, cartucce e detonatori erano di proprietà del nonno (cacciatore e reduce della Grande Guerra, ndr) e del papà (aveva trovato gli inneschi nella campagna di famiglia, ndr). Il mio assistito era consapevole di averli in casa, questo non lo so si può negare, per questo abbiamo optato alla fine per il patteggiamento”.