IMPERIA. E’ terminata circa due settimane fa la travagliata storia del peschereccio “Quo Vadis”, l’imbarcazione, di proprietà della famiglia Gentile, affondata nel porto di Oneglia l’11 gennaio scorso, per motivi non ancora chiari, forse collegati al maltempo di quei giorni. Dopo mesi, il 5 aprile, è stato finalmente effettuato il lavoro di recupero del peschereccio, ma si è dovuto attendere fino al mese di ottobre per poter arrivare alla demolizione. Francesca Paladino, rappresentante assistenza tecnica per la Federcoopesca, si è occupata in prima persona di questa vicenda e ha raccontato a ImperiaPost come si è conclusa.
“I tempi sono stati molto lunghi – racconta Francesca – a causa dei costi alti e delle difficoltà incontrate. Di certo la burocrazia non ha aiutato, altrimenti avremmo proceduto alla demolizione molto prima. Federcoopesca si è occupata di aiutare il pescatore ad arrivare a una soluzione, dato che non aveva nessuna possibilità di farcela da solo. Lo abbiamo aiutato a vendere la licenza.
Ci teniamo a ringraziare la ditta Edil Sub di La Spezia, di Davide Scardino, poiché si sono rivelati un aiuto e un supporto essenziale in questa vicenda, sia sul profilo professionale sia su quello umano. Nel corso dei mesi si sono sempre mostrati disponibili e hanno preso a cuore il nostro problema. Sono venuti ad occuparsi del recupero da La Spezia.
In secondo luogo – conclude – ringraziamo la disponibilità del Comune di Imperia nell’averci concesso l’autorizzazione di occupare gli spazi necessari per ospitare il peschereccio in attesa della demolizione”.
A cura di Gaia Ammirati