Attimi di tensione nel carcere di Sanremo a causa di un’animata protesta inscenata dai detenuti di una intera sezione detentiva. Sul caso interviene il SAPPe – il sindacato della Polizia Penitenziaria – che non comprende le motivazioni dell’assenza della Direzione, dimostrando disinteresse a tali episodi.
Il SAPPe fa sapere che una trentina di detenuti, a termine della loro attività di socializzazione, attivando la protesta, forse proprio contro la Direzione dell’istituto, si sono rifiutati di far rientro nelle loro celle. A sorvegliare e gestire la protesta c’era un solo agente. Da qui è chiaro – afferma il SAPPe – che il pericolo è tangibile. Se i detenuti avessero voluto, sicuramente avrebbero avuto la meglio sull’unico poliziotto di turno e le conseguenze sarebbero state drammatiche, meglio non pensarci.
La fotografia che ne deriva da quell’istituto è particolarmente sfuocata, la presenza di 242 detenuti mal si combina con l’organico di Polizia Penitenziaria che oggi lo vede carente di 65 unità con i 28 agenti distaccati in altre sedi. Gli eventi critici avvenuti dall’inizio del mese sono sintomatici per connotare la negatività di quell’istituto, infatti dei quasi 50 eventi avvenuti, segnaliamo un tentato suicidio, 3 risse, 16 autolesionismi e ben 3 proteste della popolazione detenuta.
Per questo, conclude il SAPPe, c’è bisogno di maggiore attenzione sul sistema penitenziario ligure su Sanremo bisognerebbe intervenire innanzitutto rivedendo i vertici dell’istituto e qui il Ministro della Giustizia Orlando dovrebbe fare chiarezza, non possiamo aspettare oltre o intervenire dopo la tragicità dell’evento per poi far ricadere le colpe sulla Polizia Penitenziaria. E qui gli episodi accaduti su tutto il territorio nazionale si sprecano.