23 Novembre 2024 12:17

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23 Novembre 2024 12:17

OLIVE, IMPERIA ALZA LE BARRICATE CONTRO LA “GIUGGIOLINA”. IL COMITATO “SALVA TAGGIASCA”: “NON CANCELLIAMO L’EREDITÀ DEI NOSTRI VECCHI, LA DOP DEVE ESSERE VOLONTARIA”/FOTO E VIDEO

In breve: Si è svolta questa mattina, presso la sala multimediale della Camera di Commercio di Imperia, la conferenza stampa organizzata dal Comitato "Salvataggiasca", con l'obiettivo di presentare le azioni che verranno messe in atto per tutelare la cultivar taggiasca.

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Si è svolta questa mattina, presso la sala multimediale della Camera di Commercio di Imperia, la conferenza stampa organizzata dal Comitato “Salvataggiasca”, con l’obiettivo di presentare le azioni che verranno messe in atto per tutelare la cultivar taggiasca.

Il comitato si è schierato contro il cambio della denominazione della cultivar, proposto dalle Associazioni di Categoria Agricole CIA, COLDIRETTI e CONFAGRICOLTURA di Imperia, unitamente al Consorzio di Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure. Il Comitato ha quindi organizzato la conferenza dal titolo: “La guerra dell’olio: presentazione attività Comitato Salvataggiasca: azioni, numeri, strategie, interventi a tutela della cultivar taggiasca”.

Si sono susseguiti gli interventi di Simone Rossi, presidente Comitato “Salvataggiasca”, Livio Quaranta, vice presidente, Fulvio Giribaldi, consigliere, Alberto Dalpiaz, vicepresidente AIAB (Associazione Italiana Agricolutra Biologica) Liguria e Sergio Tron, presidente regionale Slow Food.

SIMONE ROSSI, presidente Comitato “Salvataggiasca”

Il comitato è nato l’11 luglio 2016, tramite la libera volontà di olivicoltori, trasformatori e frantoiani, dopo essere venuti a conoscenza del progetto delle associazioni di categoria e il consorzio di portare avanti la procedura per la creazione di una Dop, che avrebbe comportato il cambiamento del nome della cultivar. La cultivar è un patrimonio di tutti, se si cambia la denominazione nello Schedario Oleicolo Italiano, si cancellerebbe l’eredità lasciata dai “vecchi”Sono coinvolti dal più piccolo olivicoltore, fino ai trasformatori e confezionatori delle aziende più strutturate. I numeri crescono ogni giorno, ad oggi abbiamo superato le 500 adesioni.

Noi siamo contro sostituzione della cultivar perché, analizzando il progetto, abbiamo trovato delle lacune che porterebbero a danni invece che a protezioni. Da noi è partita l’informazione giusta. Ciò che ci preme sottolineare è che la Dop deve essere volontaria,  invece, procedendo in questo modo, diventerebbe obbligatoria, si creerebbe un marchio che andrebbe nelle mani di un consorzio, quindi in mane private. Non siamo contrari a una forma di tutela, ma la vogliamo legata al territorio. Esiste già la Dop Riviera ligure per l olio, anche se ha dei problemi perché rappresenta solo il 15 per cento dei produttori. Un’idea che proponiamo noi sarebbe quella di creare una tutela legata al territorio“.

https://www.youtube.com/watch?v=dJTfTmjkte0&feature=youtu.be

LIVIO QUARANTA, vice presidente Comitato “Salvataggiasca”

“Da parte nostra c’è e c’è sempre stata una volontà di andare al dialogo. Abbiamo un paletto fermo, che è quello della non sostituzione del nome della cultivar nello schedario, ma poniamo anche dei sì. Anche noi siamo convinti che sia necessaria una tutela. Abbiamo esposto le nostre motivazioni alla Regione e abbiamo ottenenuto la possibilità di fare un tavolo di discussione con De Andreis, presidente del Comitato promotore della Dop. Putroppo però c’è stata la rottura del tavolo di trattativa. Noi siamo ancora disponibili a sederci intorno al tavolo, perchè siamo aperti a delle alternative. La Dop si può fare ma deve essere legata al territorio, altrimenti ci sarebbero troppe conseguenze negative per tutta la filiera olivicola“.

FULVIO GIRIBALDI, consigliere Comitato “Salvataggiasca”

“Questa non è una crociata. Crediamo nella buona fede di chi vuole proteggere davvero gli interessi del nostro territorio. Ci sono due soluzioni che sembrano inconciliabili, ossia la sostituzione o la non sostituzione della cultivar, noi però speriamo che si possano conciliare. Quello che ci interessa maggiormente è verificare se ci sia una coesione territoriale, un consenso da parte degli interessati. Siamo riusciti a portare la mozione in Consiglio Comunale, grazie ai consiglieri Casano e Fossati che ci hanno fornito appoggio, perchè la politica deve interessarsi dei problemi che riguardano il nostro territorio”.

ALBERTO DALPIAZ, vicepresidente AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) Liguria 

“La nostra associazione è più rappresentativa del biologico in Italia, e siamo anche noi contrari al progetto per la creazione della Dop. Le motivazioni sono oggettive: gli agricoltori biologici sono già sottoposti a 30 controlli periodici, che garantiscono ai consumatori di sapere cosa stanno comprando. Abbiamo un bollino biologico e la dicitura “Monocultivar taggiasca”. Se questo progetto va in porto, non potremo più utilizzare questa denominazione, oppure saremo costretti ad aderire alla Dop, aggiungendo costi e altri 15 controlli agli agricoltori biologici. Siamo coltivatori molto attenti, e cerchiamo sempre di prendere decisioni a lungo termine. Il nostro mantra potrebbe essere: ‘No al brevetto e alla privatizzazione della varietà vegetale'”.

SERGIO TRON, presidente regionale Slow FoodTron slow food

“Per noi è importante il concetto territorialità. L’attenzione deve ricadere anche sul consumatore, che deve essere informato. L’unico modo per trovare una soluzione adeguata è arrivare a una decisione condivisa”.

DAVIDE PIAZZI, Segretario Generale Fai Cisl Liguria

“Noi siamo attenti alla questione occupazionale. Questo progetto mette a rischio l’occupazione nelle piccole realtà dei piccoli e medi coltivatori. La Cisl esprime solidarietà e scende in campo se ci sono a rischio posti di lavoro”.

ALESSANDRO CASANO, Consigliere Comunale

Ho presentato la mozione insieme al consigliere Fossati in totale autonomia rispetto al mio partito. È un’iniziativa che parte dalla convinzione che la politica deve occuparsi dei problemi dei cittadini, al di là degli schieramenti politici. La politica si deve interrogare su un aspetto importante per il nostro territorio e verificare quali sono le ricadute anche in termini economici. Abbiamo fatto una mozione neutra, nè pro nè contro il progetto, chiedendo che la politica si interroghi sulla presenza o meno di un consenso generale. Vedremo quali saranno gli sviluppi politici”.

 

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A cura di Gaia Ammirati

 

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