“Prosegue il percorso intrapreso dal Comitato Promotore della Taggiasca a Denominazione di origine protetta, in grado di riservare solo agli operatori del nostro territorio la possibilità di utilizzare questo nome per le olive in salamoia e l’olio extra vergine”. Inizia così il comunicato del comitato promotore della Taggiasca in favore della creazione della D.O.P.
Contrariamente a quello che qualcuno dice, in questo percorso il territorio, il mondo associativo, quello economico e le istituzioni sono state coinvolte ed ascoltate nella riflessione e nella proposta della Taggiasca a denominazione di origine protetta.
In questi ultimi sei mesi le associazioni hanno svolto oltre 20 incontri nei diversi Comuni imperiesi e savonesi (Imperia, Dolcedo, Pontedassio, Diano Marina, Badalucco, Taggia, Dolceacqua, Ranzo, Chiusavecchia, Camporosso, Castellaro, Albenga, Stellanello), oltre ai 16 incontri promossi dal Comitato Promotore Taggiasca Dop, tra riunioni con le istituzioni (Regione, Camere di Commercio, Province, Comuni) e associazioni di categoria. Non è mancato neppure il confronto con lo stesso Comitato del NO, di cui abbiamo ascoltato le ragioni e le istanze.
Dalle assemblee con i produttori sono pervenuti importanti contributi e proposte, idee e raccomandazioni che il Comitato ha fatto proprie affinché la Taggiasca DOP diventi davvero una grande opportunità, e non certo un vincolo o una limitazione, per le nostre aziende.
Al termine di questo prolungato, diffuso e proficuo confronto è giunto il tempo delle scelte.
È tempo di scelte perché la posta in gioco è troppo importante.
È tempo di scelte perché occorre salvare l’identità e il futuro del nostro territorio.
È tempo di scelte perché gli operatori del settore hanno capito e vogliono la Taggiasca DOP.
Ad oggi sono pervenute 997 adesioni da parte di aziende della filiera olivicola olearia rappresentative del variegato mondo della produzione, della trasformazione e del confezionamento di olive taggiasche e di olio extra vergine di oliva Monocultivar taggiasca. Si tratta di operatori economici con fascicolo aziendale e che operano all’interno del Sistema Informativo Agricolo Nazionale, come prevede la normativa.
Sono circa 2.000 gli ettari di superficie olivata delle aziende ad oggi aderenti al Comitato Taggiasca DOP.
Le adesioni provengono da tutte le tipologie aziendali e di impresa, quindi rappresentano il comune sentire dell’intera filiera.
Si va dal piccolo produttore con filiera corta che commercializza solamente i suoi prodotti e li vende direttamente nella propria azienda e nei mercatini, fino ai produttori, piccoli e grandi, che conferiscono il prodotto fresco, ai frantoi e alle aziende di confezionamento che operano sui mercati esteri piuttosto che sulla grande distribuzione.
Questa è in sintesi la fotografia delle adesioni a oggi. In occasione di Olioliva a Imperia è partita una campagna informativa che prevede la diffusione di pieghevoli esplicativi e locandine sul territorio.
I numeri stanno a dimostrare più di ogni altro fattore che dice cose non vere
– chi parla di scelte calate dall’altro,
– chi parla di un’iniziativa ad uso e consumo di poche grandi aziende,
– chi nega la rappresentatività delle associazioni di categoria aderenti al Comitato.
Chi è contrario alla DOP Taggiasca non ha capito, o non vuole capire, l’importanza del progetto, avviato già da alcuni anni e che finalmente vediamo prossimo a un positivo compimento. Il riconoscimento della Taggiasca Dop per il nostro territorio sarà una vittoria per tutti i produttori, per la storia e per la fatica di chi, nelle nostre province, negli anni ha reso la Taggiasca nota e apprezzata in tutto il mondo e che non si merita possa diventare, tra pochi anni o addirittura mesi, opportunità di business indiscriminato per altre regioni e Paesi da noi distantissimi per tradizioni e geografia, snaturando di fatto il prodotto dalle proprie caratteristiche uniche e distintive.
L’azione del Comitato, ampiamente legittimata dalle numerose adesioni delle aziende, proseguirà, d’intesa con la Regione Liguria e della Camera di Commercio, nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole e dell’Unione Europea, per raggiungere un traguardo fondamentale e storico per l’economia di tutto il ponente ligure.