“Se vedono i contratti siamo morti“. Questa l’intercettazione telefonica shock citata ieri, lunedì 3 febbraio, dalla presidente del Collegio giudicante nell’ambito del processo per truffa aggravata ai danni dello Stato relativo al porto turistico di Imperia. A pronunciare la frase incriminata Corrado Mauceri, ex avvocato della Porto di Imperia Spa, nell’udienza di ieri chiamato a deporre come testimone.
Nel dettaglio, dopo che Mauceri aveva spiegato di aver cercato di mantenere i rapporti il più distesi possibili con la Commissione di Vigilanza e Collaudo del porto turistico di Imperia, la presidente del Collegio ha preso la parola e ha chiesto: “Avvocato, lei voleva che i rapporti fossero distesi perché aveva timore che la Commissione facesse approfondimenti sui contratti stipulati tra Acquamare, Porto di Imperia Spa e ditte subappaltatrici?“. “Assolutamente no” ha replicato Mauceri.
Una risposta che ha indotto la presidente del Collegio a citare la frase “Se vedono i contratti siamo morti” estrapolata dalle intercettazioni telefoniche del processo. “Se ha detto questo, vuoldire che qualche preoccupazione c’era avvocato“.
Alla domanda della presidente, Mauceri ha risposto: “Si, in effetti c’era qualche problema. Nella gestione di un porto ci sono due fasi, la prima di progettazione e di costruzione, e la seconda di gestione, vendita e locazione dei posti barca. A me non era mai capitato di trovare un concessionario che trasferisse tutti i suoi compiti ad un altro soggetto. In questo passaggio avevo intravisto una possibile sub concessione. Come tale doveva essere autorizzata dal Comune, ma non vi era traccia di un’eventuale autorizzazione di tutte le competenze della Porto di Imperia Spa all’Acquamare. L’ufficio Porti del Comune di Imperia contestò infatti l’affidamento della costruzione all’Acquamare da parte della Porto di Imperia Spa. È normale, infatti, che una società concessionaria affidi a un’altra i compiti tecnici, un pò meno normale che l’affidamento riguardi la totalità delle competenze, perché in tal mondo la società concessionaria si pone in una condizione di inattività. Il giudice amministrativo respinse però la contestazione dell’ufficio Porti sostenendo che il ruolo del contraente (Acquamare, ndr) fosse noto al Comune di Imperia fin dal momento in cui fu elaborato l’intero progetto e che quindi il Comune non potesse muovere nessuna contestazione a distanza di anni e a cose ormai fatte. Per questo motivo ho messo da parte i miei dubbi”.