Imperia recupera sette posizioni rispetto al 2015, ma resta in una posizione di classifica tutt’altro che invidiabile nel rapporto di Legambiente, “Ecosistema Urbano”, sulla qualità della vita. Nel dettaglio, Imperia si colloca al 66° posto su 104 capoluoghi di provincia.
Rispetto agli altri capoluoghi di provincia liguri Imperia non fa propriamente una bella figura. Savona, infatti, è 10ª, e La Spezia 21ª. Solo Genova è messa peggio, addirittura 70ª.
In definitiva l’impressione è che in Italia si viva meglio nelle piccole città, in particolare del Nord Italia. Unica eccezione Macerata, addirittura prima in graduatoria.
Per quanto concerne Imperia, tra i dati più positivi, certamente, la qualità dell’aria (positivi tutti gli indicatori, biossido di azoto, Pm10 e ozono), l’indice relativo alla capacità di depurazione (% di popolazione residente servita da rete fognaria delle acque reflue urbane), pari al 98% (dato che permette a Imperia di collocarsi al 32°) e le energie rinnovabili (potenza installata su edifici comunali, 5,48 kW ogni 1.000 abitanti), con il capoluogo ligure 32°.
Male, invece, la raccolta differenziata. Imperia è 67ª, con una percentuale pari al 36,9%, lontanissima dal 65%, obiettivo minimo stabilito dall’Unione Europea per non incorrere in sanzioni e dalle prime posizioni, con Verbania, prima, capace addirittura di raggiungere la percentuale “monstre” dell’86,2%.
Anche sul fronte trasporto pubblico Imperia non eccelle, con un poco onorevole 28° posto su 44 piccole città. In particolare, l’indice relativi ai “passeggeri trasportati annualmente per abitante dal trasporto pubblico” è pari a 16.
Le note più dolenti, però, per Imperia, riguardano le isole pedonali (86ª con un’estensione pro capite della superficie stradale pedonalizzata pari allo 0,06%) e il verde urbano (93ª con un’estensione pro capite di verde fruibile in area urbana pari a 7.5 mq per abitante).
COME NASCE IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE SULLA QUALITÀ DELLA VITA
“La ventitreesima edizione di Ecosistema Urbano, ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’istituto di ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore – si legge nel rapporto – mira a tracciare una fotografia delle performances ambientali del Paese attraverso una analisi dei numeri delle principali città. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria copre come sempre cinque principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, energia”.
“Tra le prime dieci città nella graduatoria troviamo un nutrito gruppo di piccoli capoluoghi (Macerata, Verbania, Mantova, Belluno, Oristano, Cuneo, Savona) tutti al di sotto degli 80mila abitanti, tre centri di medie dimensioni (Trento, Bolzano e Parma) con abitanti compresi tra 80mila e 200mila e nessuna grande città. In testa prevalentemente il nord del Paese assieme con due città del centro Italia, entrambi piccoli centri, la marchigiana Macerata, che quest’anno però è prima su tutte, e la sarda Oristano . Le ultime cinque sono invece quattro città meridionali e la piccola laziale Frosinone, che è penultima”.
“Gli indicatori del rapporto Ecosistema Urbano sono 17. Gli indicatori derivano da dati originali raccolti da Legambiente, ad eccezione della capacità di depurazione e degli incidenti stradali [fonte ISTAT] e del tasso di motorizzazione [fonte ACI]. Solo per quanto riguarda i due indicatori relativi al trasporto pubblico le città vengono suddivise in tre gruppi omogenei per dimensione demografica. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria copre cinque principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, energia. Tali indicatori consentono di valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale”.
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