Lo scorso 9 novembre il Tribunale Amministrativo della Liguria ha respinto la domanda sospensione cautelare presentata da un attivista No Borders contro il foglio di via obbligatorio adottato dal Questore di Imperia.
Il provvedimento di prevenzione era stato irrogato a seguito dell’episodio del danneggiamento dell’autovettura della Croce Rossa Italiana di Ventimiglia avvenuto nel maggio di quest’anno. Le immediate indagini svolte dagli agenti del Commissariato PS di Ventimiglia permettevano di identificare i due autori del gesto delittuoso, tra cui appunto il ricorrente, noto antagonista genovese, che, dopo l’azione si erano barricati all’interno dell’oratorio della Chiesa di San Nicola, opponendosi al controllo degli agenti intervenuti.
Nella circostanza un gruppo di giovani appartenenti al movimento No Borders, anch’essi presenti all’interno della sede parrocchiale, intervenivano a difesa dell’antagonista genovese, fermato dagli agenti di polizia, che, tra minacce e aggressioni, tiravano via il compagno – autore del gesto delittuoso -, chiudevano il cancello della chiesa, schierandosi poi davanti allo stesso, costruendo così una barriera umana per non permettere alla polizia di entrare. Tale comportamento garantiva l’impunità del reo che, approfittando della situazione, riusciva a dileguarsi.
Solo con l’intervento di ulteriori reparti di rinforzo veniva superata la resistenza degli attivisti, che venivano tutti denunciati per resistenza a p.u. e favoreggiamento personale.
Non va dimenticato, infine, che la città e i cittadini di Ventimiglia vivono ormai dall’anno scorso una difficile situazione determinata dall’epocale flusso di migranti, che ha attirato l’attenzione del c.d. movimento “No Borders”, al quale appartiene anche il ricorrente, che in realtà, facendosi schermo dell’asserito proposito di “soccorrere” i migranti, ha, in realtà, approfittato dell’occasione per dare sfogo alla sua avversione per le leggi dello Stato e per le Istituzioni preposte a farne garantire il rispetto, attraverso azioni illegali quali l’organizzazione di manifestazioni senza preavviso, blocchi stradali, occupazioni abusive di terreni pubblici e privati, istigazione alla violenza, aggressioni ai giornalisti, resistenza a pubblico ufficiale.
Tutto questo ha arrecato un danno enorme, sconvolgendo pesantemente la convivenza civile della piccola città di frontiera, con costi, in termini di impiego di risorse umane e materiali da parte dell’Amministrazione Pubblica nel suo complesso elevatissimi.
E’ in questo quadro che si innestano i provvedimenti irrogati dal Questore di Imperia, nei confronti degli attivisti No Borders, molti dei quali al vaglio della magistratura amministrativa, di cui si attende l’esito nella consapevolezza di aver operato per il bene superiore della incolumità pubblica.