A qualche giorno dal Consiglio comunale di Imperia, durante il quale il Sindaco Capacci ha ritirato la delibera che prevedeva l’ingresso del Comune nella compagine sociale di Rivieracqua a condizione di un indennizzo milionario per AMAT, a differenza degli altri comuni del territorio che hanno già conferito i propri impianti senza corrispettivo, attendiamo che si svolga all’interno della Conferenza dei Sindaci una chiara e trasparente riflessione sullo stato dei processi di acquisizione, per rafforzare l’avvio della società pubblica consortile Rivieracqua.
Risulta evidente che la partita vada giocata anche sul piano politico ed è fondamentale il ruolo della Provincia, quale Ente di Governo d’Ambito, affinché vigili che i Comuni non si sottraggano agli adempimenti di legge, faciliti i rapporti fra le Istituzioni e sia di stimolo a quei processi oramai non più procrastinabili per portare a compimento una gestione dell’acqua pubblica sottratta alle logiche di mercato e del profitto.
Per questo motivo, quale Coordinamento imperiese per l’Acqua Pubblica, siamo nuovamente a sollecitare un incontro con il Presidente Natta, che fino ad ora non ha voluto riceverci , per continuare a vigilare sull’esito referendario e sulla coraggiosa scelta delle amministrazioni provinciali che ha portato alla nascita di Rivieracqua.
Invitiamo tutti i soggetti coinvolti nei processi di acquisizione degli affidamenti a cogliere, con una visione a lungo raggio, l’importanza di una scelta che veda tutte le Amministrazioni ugualmente motivate nella tutela del bene comune acqua e di una valutazione imprenditoriale che consenta ad ogni socio un adeguato peso nella governance di Rivieracqua.
Per far ciò occorre lasciare alle spalle atteggiamenti campanilistici o miopi strategie di breve periodo che usano la gestione del servizio idrico per scopi di bilancio.
Indietro non si torna, la gestione dell’acqua e dei beni comuni deve essere pubblica.