Si è svolta questa mattina la riunione dei pescatori presso l’Infopoint del molo di Oneglia, per discutere dei problemi che sta attraversando il settore della pesca negli ultimi anni. Presenti all’incontro diverse marinerie provenienti da tutta la Liguria e una delegazione di pescatori dalla Sicilia. A fare da portavoce della protesta, che interessa tutto il paese, Francesco Caldaroni, civitanovese, presidente dell’Associazione Marinerie d’Italia e d’Europa, che dal 2007 lotta per portare avanti gli interessi dei pescatori che e sta effettuando il giro delle marinerie di tutte le regioni italiane per cercare di creare un gruppo unito che abbracci tutto il paese e porti avanti una protesta condivisa.
La discussione si è incentrata sulle problematiche derivanti dalle normative europee e dalle leggi previste dallo Stato Italiano, in particolare la 154, e le norme che entreranno in vigore dal primo gennaio 2017, che non prendono in considerazione le reali esigenze dei pescatori.
FRANCESCO CALDARONI. PRESIDENTE MARINERIE D’ITALIA E D’EUROPA
“Ho chiesto l’assemblea con tutti i pescatori liguri, per cercare di organizzare tutto il sistema pesca, di far capire che serve un’unica voce per portare avanti le protesta. Non mi interessa fare associati. A me interessa unire il settore, solo così si possono risolvere le problematiche create dalla politica italiana, tipo la norma 154, che in automatico fa diventare il pescatore da normale a illegale. Noi cerchiamo di raggruppare tutto il settore pesca e portare una protesta unica a Roma. Siamo stati due settimane fa in Sicilia, e alcuni delegati sono voluti venire qui con noi per unirsi alla Liguria, e presto andremo nelle altre regioni, Calabria, Puglia, Veneto.
Oggi è presente quasi tutta la Liguria, ci sono i presidenti di varie cooperative. Contestiamo principalmente le quote pesce spada, inapplicabili in Italia, e la 154, che porta le multe per l’utilizzo dei palangari fino a 150 mila euro e fino a 2 anni di carcere. Un commerciante di droga è meno imputato di un pescatore“.
GIOVANNI LO COCO. DELEGAZIONE PESCATORI SICILIANI
“A Ponticello, Palermo, una marineria di 500 barche, sono riuscito a fare una riunione dal niente, ho invitato Francesco Calderoni. Quando abbiamo finito la riunione, i giovani mi hanno chiesto ‘Ora cosa dobbiamo fare?’. Volevamo associarci all’associazione, ma non è questo il loro scopo. Vogliamo unirci a tutte le altre marinerie d’Italia, per questo siamo qui oggi. Chiediamo una grande collaborazione da tutti voi, è necessario essere uniti, crederci davvero, per ottenere dei risultati“.
STEFANO BRIOLA. PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA DEI PESCATORI DI PORTOFINO
“La pesca con le normative attuali, specialmente con quelle che entreranno in vigore dal primo gennaio, non può più andare avanti. Come si esce dal porto le barche saranno automaticamente fuori regola. Dobbiamo cercare di fare qualche iniziativa per unire tutta la categoria, in modo da essere ascoltati dalle istituzioni, per aver la speranza di poter continuare a fare questo mestiere. Oggi la Liguria si è riunita. ma già in passato, nel 2010, avevamo già fatto manifestazioni, e le abbiamo continuate a fare nel corso degli anni. Quest’ultimo decreto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È già stato fatto un cammino in questi anni, ma ora bisogna essere più incisivi e determinati, altrimenti non si ottene niente. Dobbiamo portare il nostro malumore e malcontento sul tavolo della politica dove poi vengono prese le decisioni“.
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A cura di Gaia Ammirati