Dopo la pausa riprende il processo “La Svolta” e riprende anche la deposizione del Maresciallo Camplese spiegando una delicata questione incentrata su una vicenda di carattere usuraio subito dal titolare di un night a Sanremo, Trifoglio Gianni. Trifoglio, parlando con Gallotta Giuseppe gli spiega che due persone (Calabrese e Alvaro) avevano un debito di circa 1000 euro nei suoi riguardi, ma al momento della riscossione del denaro lo avevano minacciato. Gallotta aveva così promesso di proteggere Trifoglio in cambio di denaro.
Gallotta Giuseppe chiama così Vincenzo Marcianò per chiedergli di andare a parlare con il padre di Marcianò. Due giorni dopo Vincenzo parla con il padre: “Sono partito di sera perchè mi ha fatto preoccupare quel cretino di Pino. Mi ha chiamato dicendo se poteva venire a casa da mio padre […] Pino ha paura dice che è già la terza volta che gli va sotto/ Come ha fatto a sapere che gli hai dato i soldi? / No non lo sa di me ora deve vedere per il 28 di ridare i soldi poi sono cazzi suoi […] Antonio Palamara lui vuoi andare a pizzicare a Pino, ma a lui pure se lo pizzica non me ne fotte un cazzo”
In un altra intercettazione, successiva, sempre secondo quanto riportato dal Maresciallo Camplese, parla Vincenzo Marcianò : “Ma papà sai cosa voelvo fare io, io lo chiamo, vado dal vecchio (Antonio Palamara) e ci dico “Ma sentimi una cosa hai mandato qualcuno? così e così” gli dico ma lo vedi di andare a metterti da una parte. /Gli dici che ha detto mio padre di badare a quello che fai /Ecco perchè non può esagerare”.
Successivamente, dopo la decisione di Vincenzo Marcianò di andare a parlare con “il vecchio” per verificare se è il mandante di questa estorsione, tramite un servizio di O.C.P. si verifica effettivamente la presenza di Marcianò Vincenzo a casa di Palamara Antonio. Qualche giorno dopo in una conversazione tra Marcianò Giuseppe, Marcianò Vincenzo e Gallotta Giuseppe. “Sono andato su da Antonio giusto ci ho parlato questo non sa niente, ora questo qua ha fatto un conto e deve portare i soldi a questo qua”.