Antonello Ranise (Forza Italia), interviene in merito al Referendum di domenica e sulle ragioni del NO:“In questi giorni di campagna referendaria, confusa oltre ogni sopportazione, caratterizzata da un’occupazione dei mezzi di informazione da parte del Presidente del Consiglio a dir poco vergognosa, in molti mi hanno chiesto le ragioni del NO ai quesiti referendari o addirittura le ragioni per andare a votare.
Premetto che non sono un sostenitore del cosiddetto voto di “pancia”, né credo che un referendum per cambiare la costituzione debba essere strumentalizzato sul piano politico (ma è stato lo stesso Renzi, fin dall’inizio, a personalizzare lo scontro). Vorrei spostare per quanto possibile l’attenzione sul merito del Referendum e provare a ragionare su alcuni punti qualificanti che motivano ampiamente il NO.
1) Riduzione dei costi della politica: praticamente irrisori a fronte una riforma definita “epocale”.
Se si voleva realmente risparmiare, senza fare della facile demagogia, allora era molto meglio abolire completamente il Senato, oppure, volendo mantenere una sorta di bicameralismo, si doveva ridurre drasticamente il numero dei senatori e dei deputati, contenendone gli emolumenti e riducendone i vitalizi.
2) Perdita di potere degli enti locali: le Regioni di fatto saranno depotenziate e il loro reale potere decisionale reso marginale. Basti pensare a temi cruciali come la protezione civile o la sanità pubblica, che risponderanno a logiche di risparmio decise a Roma, strettamente connesse con il potere centrale e con la burocrazia romana, certo quanto mai lontana dalla nostra provincia, già di per sé decentrata. Riflettiamo solo per ipotesi se dovesse diventare effettiva la norma, pensata da certi soloni che nulla sanno del nostro territorio, per cui sarebbe previsto un ospedale ogni 400.000 abitanti: la provincia di Imperia ne conta poco più di 200.000, quindi in teoria, deroghe a parte, non avrebbe diritto nemmeno a un presidio ospedaliero (sic).
3) Centralizzazione del potere e confusione tra le competenze delle due camere: Il Senato come previsto dalla riforma manterrebbe pur sempre alcune competenze, tali da ritardare, se usato strumentalmente, ancora di più l’iter parlamentare delle leggi.
4) Semplificazione iter parlamentare: anche questa affermazione è falsa, le competenze tra le due camere sarebbero più confuse determinando paradossalmente un aumento dei procedimenti legislativi per approvare in via definitiva una legge.
5) Ulteriore allontanamento dei cittadini dalla Politica: se vince il sì, al netto di tante parole vuote, i cittadini conteranno sempre meno, il Senato non sarà votato direttamente dal popolo e sarà una sorta di camera di eletti pro-tempore, con la certezza dell’immunità parlamentare.
6) Enti inutili: è il caso dello “CNEL” (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro). A parole lo vorrebbero abolire tutti, ora però si vorrebbe far passare, ancora una volta mistificando, che per abolirlo realmente l’unico modo sarebbe quello di votare si. Falso. A suo tempo sarebbe bastato un semplice stralcio dal pacchetto delle altre riforme (come a onor del vero chiesto dal M5S), e approvarlo con una maggioranza qualificata dei 2/3 del Parlamento.
7) La riforma della costituzione deve essere un atto condiviso e riconosciuto dalla più ampia maggioranza, non frutto di un governo nemmeno legittimato dal voto popolare e minoritario nel paese. A suo tempo Berlusconi ci provò con la famosa “bicamerale” e fu massacrato dagli stessi che oggi inneggiano a una riforma divisiva e irrispettosa della volontà popolare.
8) Ultima mistificazione sarebbe quella che il SI renderebbe l’Italia più forte e autorevole rispetto all’Europa dei burocrati che ha prodotto i danni che vediamo: nulla di più falso. Chiediamoci perché Junker e lo stesso ministro tedesco delle finanze, Schaeuble, il falco dell’austerità che impedisce la crescita, abbiano apertamente auspicato una vittoria del SI. Credo sia superfluo ogni commento.
Sono convinto che gli indecisi (e sono molti) rifletteranno in queste ore serenamente su tali punti e, soprattutto, vadano a votare facendo così valere davvero un diritto irrinunciabile di ogni cittadino”.