2 Novembre 2024 21:13

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IMPERIA. 40° ANNIVERSARIO DEL DOJO MARIO TODDE. PIERCARLO:”CONTINUIAMO LA TRADIZIONE DELLE ORIGINI. IL JUDO È COME COMBATTERE CON SE STESSI, TRASFORMA LA PERSONA”/FOTO E VIDEO

In breve: Il Dojo Mario Todde festeggia il 40° anniversario della fondazione da parte del maestro Mario Todde, scomparso 20 anni fa, uno dei "pionieri" del judo che portarono questa disciplina a Imperia più di 50 anni fa.

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A vent’anni dalla scomparsa del Maestro di Judo Mario Todde, il Dojo da lui fondato vuole ricordare la sua figura carismatica. Il figlio Piercarlo Todde, presidente dell’associazione, il maestro Frabrizio Mojoli, la monaca Zen Antonia Myoshin Siciliano e l’assessore allo Sport Simone Vassallo hanno voluto onorare la memoria del fondatore ricordando le origini della scuola e esponendo i valori del judo.

Nei primi anni 50 alcuni appassionati di letteratura e storia orientale – spiega Piercarlo Todde – tra i quali spiccano Gustavo Primon e Bino Bini, iniziano una ricerca per conoscere meglio e poter praticare le arti marziali. Dopo contatti con ambienti genovesi praticanti Ju Jitzu si orientano su qualcosa a loro più congeniale: nella fattispece il Judo. inizia a praticare con contatti iniziali, quasi casuali, con un allievo del Kodokan di Milano, non di alto grado, Giorgio Bianchi, con il quale iniziano dei corsi veri e propri per un gruppo il quale, nel frattempo, si è ingrandito ed ha portato a praticare persone che saranno poi il nucleo di base di una vera e propria scuola.

In questo momento sono già presenti Mario Todde, Giorgio Oliva (Fondatore del Judo Club Corsaro, Franco Magurno, Umberto Volponi. La conseguenza è di venire in contatto, frequentando manifestazioni divulgative, con il Sig. Armand Botton, cintura nera di Mentone, già attivo a Sanremo ed a Bordighera (nella palestra di Italo Simonazzi) Italo e Mario diventano le prime cinture nere della Provincia di Imperia.

Il 1959 e’ l’anno della svolta tecnica, vengono organizzati due stages con i migliori esponenti della materia. Il primo, interamente dedicato all’Aikido,viene diretto dal delegato in Europa dell’Aikikai TADASHI ABEE nella sede del Judo club Sanremo sita nello stadio di questa città. Il secondo, dedicato sia al Judo sia all’Aikido, presso il complesso di Villa Ormond,
ancora a Sanremo, condotto da TADASHI ABEE, per la sua disciplina e dal SENSEI KENSHIRO ABBE, esponente della scuola Dai Nippon Butoku Kai di Kyoto, già campione del Giappone in periodo anteguerra e riconosciuto come massima autorità del Judo.

Partecipano i migliori judoka d’Italia e della costa azzurra (es: tutta la squadra agonistica delle fiamme oro, il maestro Cesare Barioli, Patriarca del Judo italiano e profondo studioso delle tradizioni orientali, il Maestro Tommaso Betti Berruto con suo figlio, ed altri), per un totale di un centinaio di persone.

Nel 1976 nasce lo Sport Club Judo Karate (ora Dojo Todde Zen Tao Do) sotto la direzione del Maestro Mario. Da allora per i successivi 20 anni dirige il Dojo forma moltissime cinture nere alcune delle quali nel tempo diventano insegnanti ed aprono una loro scuola, Luigi Campus a Diano Marina, Nicola Cammarata a Trapani, Federico Azuni a Garessio, Daniele Berghi e Franco Viani ad Imperia, Giacomo Bovenzi a Bordighera.

Nel 1990 è colpito da una malattia che non perdona ma rimane sul tatami fino all’ultimo per altri sei anni, malato, sofferente, consumato, ma sempre attento e disponibile a tramettere la via su cui aveva creduto e impostato tutta la sua esistenza. L’ho vissuta credendo che lui, mio padre, un samurai, potesse sconfiggere la malattia ma non è stato così. 

La sua più grande preoccupazione era che, dopo di lui, il Dojo andasse avanti che qualcuno continuasse a tramandare via, a travasare di recipiente in recipiente umano lo spirito del judo che anche lui aveva ricevuto a suo tempo. Come un padre che sul letto di morte, si preoccupa che i figli abbiano ben compreso valori e l’educazione tramandata.

Nel 1996 Il Maestro Mario Todde ci lascia e i suoi allievi più fedeli rimangono al Dojo e continuano ad insegnare secondo la tradizione tramandata, altri decidono di perseguire finalità più sportive della disciplina. Piercarlo Todde, figlio di Mario, assume la direzione tecnica del Dojo coadiuvato da Marco Marvaldi, Federico Azuni, Fabrizio Mojoli e Ciro Rufino.

Oggi il Dojo prosegue il cammino nella tradizione del Judo con corsi per bambini, ragazzi ed adulti diretti da Piercarlo e Fabrizio. Da una decina d’anni è stata aggiunta la pratica della Meditazione Zen seguita dalla Monaca Zen Antonia Siciliano del Tempio Zen di Fudenji (Fidenza PR) il cui Abate è Fausto Taiten Guareschi valente Maestro di Judo (fondatore del famoso Dojo di Judo Kyu Shin Do Kai di Parma), allievo del compianto Cesare Barioli e di Taisen Deshimaru Roshi fondatore dello Zen in Europa. L’obbiettivo del Fondatore del metodo educativo Judo, Sig. Jigoro Kano, fu quello di quello di utilizzare il Judo come strumento di crescita personale con valori del tutto simili a quelli espressi da Baden Powell (Fondatore del Movimento Scout).

Fratellanza, rispetto, comunione, lealtà, tutti valori validi allora come oggi, rimasti nei ricordi di questa demoniaca società che rincorre materia, fama e premio. L’obbiettivo è quello di conoscere se stessi, trasmettere al praticante la curiosità del mondo e di renderlo utile per se stesso e gli altri, di adattarsi ed uscire fuori dagli schemi trovando soluzioni non convenzionali, abbandonando idee e convinzioni.

Continua cammino del Dojo verso la via indicata dal Maestro Mario Todde, un passo alla volta. Tanti sono passati e altrettanti passeranno. Ognuno ha preso qualcosa e ha lasciato qualcosa, una mano per prendere e una per dare. Indossare fieramente un judoji. salire sul tatami con giusta reverenza, donarsi all’altro senza riserve, senza scopo, quello che ho davanti non è un altro ma semplicemente un altra faccia di me. Abbandonare se stessi proprio li, dove abbiamo lasciato le ciabatte. Mu Sho Toku (senza scopo) è la perfetta azione di colui che ha compreso la via“.

PIERCARLO TODDE, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SPORTIVA DOJO MARIO TODDE

Il judo arriva in provincia di Imperia più di 50 anni fa, con dei pionieri, interessati alle arti orientali, scoprono che qualcuno le pratica in Francia e vanno lì a scoprire il judo. Da questi ricercatori vengono fuori due insegnanti a Imperia, e altri in provincia, che seminano e trapiantano il judo qui, più di 50 anni fa.

Il famoso maestro Kenshiro Abbe insegna, gli allievi diventano insegnanti, e arriviamo fino ad oggi. Mio padre, Mario Todde, diretto allievo del maestro, Giorgio Oliva anche lui fonda una scuola di judo che rimane a Imperia con il nome. Sulla scia di mio padre rimaniamo qui a tenere la strada, nel tempo altri hanno preso altre direzioni, fondando scuole altrove.

Abbiamo cercato di mantenere le tradizioni migliorando. Antonia ci ha fatto capire molte cose di quello che è il judo. Il judo è rappresentato come un incontro di due persone che combattono ma in realtà è come combattere con se stessi. L’altro è un’altra faccia di me. Il vero avversario nella vita siamo noi stessi. Quando capiamo questo accettiamo anche l’altro, che diventa parte di noi. Questo è il judo”.

SIMONE VASSALLO, ASSESSORE ALLO SPORT DI IMPERIA

Ringrazio tutto il Dojo Mario Todde, in occasione dei 20 anni dalla scomparsa del fondatore. È una disciplina che da più di 50 anni è stata portata nella nostra comunità. Questo è un appuntamento importante perchè si parla delle origini del judo. Si parla di judo in dimensione sportiva ma in realtà riguarda l’essere umano, lo specchio della vita. Viene trasportato nella vita quotidiana. I tempi vanno avanti ed è diventata anche una disciplina sportiva, con un agonismo intorno, e anche questo è un bene per la città, ma dall’altra parte è giusto ricordare le origini. Dobbiamo portare i ragazzi sulla buona strada, praticando uno sport, allontanandoli dalle strade sbagliate”.

ANTONIA MYOSHIN SICILIANO, MONACA ZEN

La meditazione Zen è la cultura del corpo, riuscire a stare fermi, immobili con se stessi in modo che le persone riescano ad avere un equilibrio, perchè è la cosa più difficile del mondo. Insegno quello, la postura che trasforma.

 

Hanno inserito la meditazione ai ragazzi, facendo fare 10 minuti di meditazione prima dei combattimenti. Quasi tutti i maestri Zen mondiali arrivano dal judo, perchè hanno continuato con la meditazione. Sono tradizioni molto unite, sono pratiche che portano alla trasformazione spirituale della persona, a far capire cose di se stesso, ossia che ognuno di noi è perfetto così com’è. Questa è la pratica che fanno i ragazzi per poi portarla nella famiglia, nella vita di tutti i giorni. Non facendosi portar via dai mass media, dai computer, da tutto quello che c’è di materiale nel mondo. Avere un riconoscimento della propria persona”.

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