Sono accuse pesantissime quelle contenute nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Massimiliano Botti e relativa all’inchiesta della Guardia di Finanza su violenze e maltrattamenti all’interno della struttura psichiatrica “Il Cicalotto” di Pornassio.
Le contestazioni più gravi riguardano i due operatori sanitari agli arresti domiciliari, Massimo Deperi, 48 anni (infermiere e consigliere comunale di Pornassio) e Vjollca Ferhati (Viola), 45 anni oss di origini albanesi.
Nel dettaglio, dalle intercettazione emerge che Deperi, difeso dall’avvocato Sandro Lombardi, insultava pesantemente gli anziani ospiti della struttura. “Di dietro hai la merda! Stai zitto, ti arriva un calcio in culo, ti faccio scendere per terra se non la pianti!.. Adesso vai, ebreo!”, ““Non c’hai un cazzo, che cazzo rompi i coglioni! Sei stupido sei proprio un maiale va! Fai anche schifo… puzzi!”, “”Oh, tu mi stai rompendo il cazzo eh?!…ti do quattro sberle, pezzo di preservativo- lì… io ti ammazzo. Tanto ammazzo una merda!”, “Sparati una botta che è meglio, almeno ti togli dal cazzo!… Bastardo lì…. meno male, copriti anche sta faccia da cazzi!”. “Non fare più il coglione se no ti tiro un pugno sul naso…va pagliaccio, hai finito di fare il mongolo?.Muori e levati dai coglioni!”, “Vecchia baldracca”, “Sto cretino… atrofizzato lì… sempre peggio diventi eh! Adesso ti devo aggiustare… va indietro somaro!”.
Nell’ordinanza si legge anche che Deperi, per cui il gip parla di “sevizie e crudeltà”, colpiva gli ospiti “con schiaffi sul viso, sul collo e sulla testa e con calci, ometteva di compiere le dovute operazioni di assistenza personale e/o le compiva in modo inadeguato, mediante manovre e modi bruschi e violenti ovvero, talvolta, crudeli, ad esempio frequentemente non provvedendo all’igiene intima dei pazienti/ospiti e lasciandoli bagnati di urina e sporchi di feci, o nudi ed infreddoliti, in più occasioni girando ripetutamente con forza, mentre era intento ad imboccarla, il capo di una paziente affetta da problemi di postura e da gravi patologie e deceduta la notte successiva all’ultimo episodio, nonché contestualmente colpendola con schiaffi e botte in testa”.
Nel dettaglio, dalle intercettazione emerge invece che Ferhati, per cui il gip parla di “sevizie e crudeltà”, assumeva comportamenti simili a quelli tenuti dal Deperi. “Ti faccio vedere la rampa io.. da dove ti butto.. dalla finestra ti butto… siediti e fai la pipì!.. Vuoi farti la doccia o no?? Vai sotto la doccia senza rompere i coglioni!!.. Hai deciso di morire oggi??… Vuoi andare in galera?.. Vuoi andare al cimitero?…allora la finiamo, bagascia… Non ci provare!! Ti ho detto non ci provare.. .perché ti ho detto la vedi la finestra lì… perché ti faccio volare giù! Ti rendi conto?!… Ucciditi da sola, è lì la finestra.. buttati dalla finestra… Ma tu sei bagascia…”.
Nell’ordinanza, inoltre, si legge che Ferhati, difesa dall’avvocato Oliviero Olivieri, “ometteva di compiere le dovute operazioni di assistenza personale e/o le compiva in modo inadeguato, mediante manovre e modi bruschi e violenti ovvero, talvolta, crudeli, ad esempio frequentemente non provvedendo all’igiene intima dei pazienti/ospiti e lasciandoli bagnati di urina e sporchi di feci, in un’occasione facendo la doccia all’ospite con acqua fredda -o comunque non calda- e non asciugandole i capelli durante le successive operazioni di vestizione, incurante delle lamentele della predetta per il freddo ed anzi insultandola e minacciandola, anche con le frasi di istigazione al suicidio, in altra occasione non aiutando l’ospite, deambulante con ausilio di girello, ad alzarsi da terra dopo una caduta ed invitandolo ad alzarsi da solo”.
Per quanto concerne invece Elena Stoica, 46 anni di origini romene, coordinatore infermieristico, difesa dall’avvocato Carlo Fossati, sospesa dall’esercizio di pubblico ufficio per un anno, viene accusata di non aver impedito “i comportamenti integranti maltrattamento, ivi compresa la mancata prestazione dell’ assistenza igienico-sanitaria, fatti di cui era a conoscenza per esserle stati talvolta segnalati o per avervi assistito personalmente, o, talvolta, anche partecipandovi”.
La Stoica, inoltre, come si legge nell’ordinanza “maltrattava i pazienti/ospiti ricoverati, anziani portatori di patologie e/o problematiche psichiatriche e fisiche, spesso non in grado di deambulare e comunque non autosufficienti”.
Gravissima, poi, la contestazione degli inquirenti Vjollca Ferhati e Elena Stoica, accusate di aver abbandonato una paziente nel corso della notte, poi deceduta la mattina seguente.
Nel dettaglio, nell’ordinanza di custodia cautelare si legge che “in concorso tra loro […] non effettuando durante il turno notturno del 6-7 /10/2016, accessi nella stanza della paziente/ospite […] affetta da BPCO, già trasportata il precedente 4/10/2016 al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Imperia – finalizzati al controllo periodico dei parametri vitali di base, in particolare della ‘saturazione emoglobinica arteriosa‘, nonché all’eventuale aspirazione delle secrezioni bronchiali , abbandonavano la predetta, incapace per malattia e vecchiaia di provvedere a se stessa, affidata alla loro custodia e della quale dovevano avere cura, decedendo la stessa quella medesima notte”.
Entrambe, inoltre, sono accusate di aver falsificato, di comune accordo, i registri di consegna, attestando l’avvenuto controllo, in realtà mai avvenuto, nel corso della notte.
Tutti e tre gli operatori sanitari nella giornata di ieri, martedì 3 gennaio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Massimiliano Botti.