Una vita sempre al passo con in tempi e, a volte, anche un passo avanti, mettendo anima e corpo nel campo della tecnologia digitale. È questo il percorso di Roberta Viglione, 55enne, nata e cresciuta a Imperia, che, dal 2000, ricopre il ruolo di Presidente alla Mauden S.p.a. a Milano, una delle aziende più importanti nel campo dell’innovazione digitale in Italia e all’estero. Proprio nell’appena concluso 2016, è stata nominata “Imprenditrice dell’anno” con il XX premio AIDDA, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, Delegazione Liguria.
I progetti nell’azienda Mauden sono numerosi e all’avanguardia. In particolare, due anni fa, è stato aperto un innovativo, e unico nel suo genere, showroom digitale chiamato “Bou-Tek”. Si tratta di un laboratorio dotato delle più moderne tecnologie, aperto al pubblico, capace di trasformarsi per ogni tipo di progetto. Bou-tek ha ospitato le più importanti aziende, da Mitsubishi a Sabre, da Ebay a Unipol. Solo 2 giorni fa, il 12 gennaio, c’è stata la presentazione di un’iniziativa di Ford e Masterchef Italia, e come location sono stati scelti proprio i locali di Bou-Tek.
L’ultimo progetto si chiama invece “GET”, un sistema che raccoglie e analizza dati di diversa natura, interpretandoli a fini strategici. Uno strumento che per le aziende, e non solo, si può rivelare di estrema utilità.
ImperiaPost ha contattato Roberta Viglione per conoscere la storia che l’ha portata a raggiungere questi importanti traguardi.
COME INIZIA LA SUA STORIA? DA CHI HA AVUTO INCORAGGIAMENTI?
“Inizia a Imperia, dove sono nata e cresciuta e dove sono rimasta fino a quando cominciai l’università. Sempre a Imperia, terminati gli studi, ho cominciato a lavorare con persone che rappresentarono un vero e proprio trampolino di lancio per la mia carriera e che di fatto determinarono le mie successive tappe in altre città. Anche loro di origine imperiese, queste persone avevano vissuto e lavorato anche altrove e una volta rientrate a Imperia avevano mantenuto i loro rapporti al di fuori della provincia e della regione: fu questo contesto a darmi l’opportunità di allontanarmi.
Incoraggiamenti dalla città purtroppo non ne ho avuti. Limiti sì, quelli tipici delle realtà di provincia, che tendono a essere poco curiose di quello che avviene “ fuori” e ad accontentarsi di quello poco che hanno. A incoraggiarmi però hanno pensato senz’altro le persone di cui parlavo poco fa”.
A portarmi fuori da Imperia è stato il lavoro. Non ho mai pensato “voglio andare via”, non desideravo andarmene. È stato abbastanza casuale: ho colto un’occasione“.
COME È ARRIVATA A RICOPRIRE LA CARICA DI PRESIDENTE DI UNA COSÌ IMPORTANTE AZIENDA?
“Dopo il liceo scientifico, la mia formazione prosegue alla Facoltà di Architettura di Genova e con un corso di programmazione organizzato dalla Regione Liguria. Nel 1985 comincia il mio percorso lavorativo in ambito informatico: dapprima come programmatrice a Imperia, poi a Milano e in Svizzera. Nel 1988, rientro in Italia come responsabile commerciale per il mercato PMI di una società con casa madre tedesca, sempre nel settore IT.
Il mio rapporto con Mauden, invece, comincia nel 1989 con un ruolo commerciale. Cinque anni dopo divento Amministratore Delegato e Direttore Generale. La mia carica di Presidente, infine, risale al 2000, quando rilevo l’azienda insieme ad altri due dirigenti e divento il socio di maggioranza”.
IN PARTICOLARE, BOU-TEK È UNO DEI PROGETTI PIÙ INTERESSANTI E INNOVATIVI DEGLI ULTIMI TEMPI NEL CAMPO DEL DIGITALE. DI COSA SI TRATTA?
“Bou-Tek è lo showroom digitale che abbiamo aperto due anni fa nel centro di Milano. Lo abbiamo concepito come un “demo-center” che potesse concretamente aiutare i nostri clienti a comprendere come indirizzare la loro trasformazione.
In sintesi, è un laboratorio dotato di tutte le più moderne tecnologie digitali in cui le aziende possono scoprire le nuove soluzioni, comprese quelle che Mauden sviluppa direttamente, avere una dimostrazione effettiva del loro funzionamento e soprattutto testarle per valutarne l’adozione ed eventualmente pianificarne nel modo più sicuro e sostenibile l’implementazione all’interno delle loro singole realtà.
Per esempio, le persone possono interagire con l’Interactive Mirror, uno “specchio parlande” che riesce a delineare un profilo di coloro che si apprestano a rispondere ad alcune domande. Oppure, è possibile sedersi alla Smart Table, una “tavola ricettario”, o scattarsi una foto al Selfie Wall, condividendo l’immagine immediatamente online. Questi sono solo pochi esempi di ciò che accade nello spazio di Bou-Tek.
Si tratta di un progetto davvero molto innovativo, perché tuttora non esiste alcuno spazio paragonabile collocato nel centro di una città e, per di più, aperto al pubblico”.
TORNA SPESSO A IMPERIA? COSA PROVA QUANDO RIVEDE I LUOGHI DOVE È CRESCIUTA?
“Sì, torno spesso e quando torno provo sentimenti ambivalenti: a volte mi dispero per la situazione deteriorata, depressa che trovo. Altre volte, invece, mi chiedo come faccio a vivere fuori da Imperia, per le possibilità di serenità e buonumore che rappresenta, per il clima e il territorio meravigliosi di cui gode, pur essendo vicinissima a tutto: vicina a Genova, a Nizza, tutto sommato anche a Milano. E a quel punto torno ad arrabbiarmi al pensiero che una cittadina con tutte queste qualità straordinarie non riesca a farsi “contaminare”, in senso buono, dall’esterno e non riesca a risollevarsi”.
IL NOSTRO GIORNALE REALIZZA UNA RUBRICA CON LE STORIE DEI GIOVANI IMPERIESI CHE LASCIANO LA CITTÀ IN CERCA DI MIGLIORI OPPORTUNITÀ. COSA NE PENSA DELLA SCELTA DI QUESTI RAGAZZI?
“Penso in realtà che i giovani imperiesi che lasciano la città siano troppo pochi. Penso che dovrebbero essere molti di più ad aver voglia di vedere cosa c’è fuori, ad aver voglia di fare esperienze altrove e poi sì, magari, tornare a Imperia per portare con la novità, cambiando finalmente questa città“.
ALLA LUCE DEI SUOI SUCCESSI, QUALI CONSIGLI DAREBBE LORO PER ECCELLERE NEL MONDO LAVORATIVO?
“Ai giovani dico che per eccellere nel lavoro serve la passione: il lavoro deve essere parte integrante della tua vita, deve esserne una parte importante. Non sto parlando di stacanovismo, ma del fatto che per avere successo il lavoro debba rappresentare una cosa bella, in cui ti riconosci, con la quale ti venga spontaneo anche contaminare parte del tuo tempo libero, ma non perché ti “soffoca”, ma perché ti appassiona, appunto”.
PROGETTI PER IL FUTURO?
“Intendo continuare a investire nell’ambito del cognitive computing, nel quale negli ultimi mesi siamo ufficialmente diventati operativi con il nostro nuovo prodotto GET, e nelle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e sulla comunicazione uomo-macchina tramite il linguaggio naturale, in modo da restare al passo con le più strategiche evoluzioni della tecnologia digitale”.
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