Vendevano vino Doc che in realtà, per origine e provenienza, era diverso da quello dichiarato. Con l’accusa di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci sono finiti a processo Stefano Aschero, gestore dell’azienda agricola “La Rocca di San Nicolao”, con sede a Chiusanico, in frazione Gazzelli (ormai chiusa e dismessa dal 2011), Marcello Aleotti, dipendente dell’azienda agricola e addetto alla produzione e commercializzazione dei prodotti vinicoli, e Antonio Vezza, enologo incaricato da Aschero di sovrintendente alle operazioni di vinificazione. I fatti sono relativi al 2011 e sono emersi a seguito di controlli eseguiti prima dalla Polizia e successivamente dai Carabinieri del Nas.
Ieri mattina, venerdì 13 gennaio, si è aperto in Tribunale a Imperia il processo, davanti al giudice Sonia Anerdi, con il primo testimone del Pubblico Ministero (Alessandro Bogliolo), il Sostituto Commissario della Questura di Imperia Viviana Malco. Il processo è stato poi rinviato per concludere la fase istruttoria, con il secondo teste del Pm, un militare dei Nas di Genova, e i testimoni della difesa.
Nel dettaglio, i tre imputati sono accusati di aver posto “in vendita nell’esercizio dell’attività commerciale gestita dalla s.r.l. ‘La Rocca di San Nicolao’, vino appartenente al disciplinare di produzione DOC-Riviera Ligure di Ponente che per origine e provenienza era diverso da quello dichiarato”, di aver effettuato “tagli del prodotto mediante l’impiego di vini di diversa tipologia in violazione della disciplina speciale prevista dal D.Lgs n° 61/2010, con uve provenienti in parte da aree geografiche non appartenenti al disciplinare di produzione. Circostanza questa che avrebbe comportato il necessario declassamento del prodotto a normale vino da tavola” e di aver conservato per la vendita “quantitativi di vino appartenente al disciplinare di produzione DOC – Riviera Ligure Ponente (qualità Pigato e Vermentino Doc) mescolati a vino di qualità inferiore o comunque trattato in modo da variare la composizione naturale”.
Aschero e Aleotti, inoltre, sono accusati di aver conservato per la “vendita all’interno dell’azienda agricola denominata ‘La Rocca di San Nicolao’, con sede in Chiusanico (IM) frazione Gazzelli, prodotti alimentari olio in cattivo stato di conservazione, nella specie nel locale adibito a frantoio venivano evidenziati in sede di ispezione escrementi di topo e nel locale di sfogliatura delle olive alcuni topi morti in stato di decomposizione”.