Sei mesi di carcere, pena sospesa, e obbligo di firma, due volte a settimana. Questa la pena patteggiata dal 18enne marocchino arrestato dai Carabinieri la notte scorsa per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali al termine di una lite a colpi di coltello e pietre con il fratello poco più che 20enne (per quanto concerne invece il porto abusivo del coltello e i danneggiamenti alle auto, si attendono le querele di parte).
Questa mattina in Tribunale si è tenuto il processo per direttissima, al termine del quale il giudice Alessia Ceccardi ha convalido l’arresto del 18enne, difeso dall’avvocato Mario Leone.
Nel corso dell’udienza sono stati sentiti sia un Carabiniere del Nucleo Radiomobile, che ha relazione sull’arresto, che l’imputato.
LA RICOSTRUZIONE DELL’ARRESTO
Intorno alle 4.30 i Carabinieri sono intervenuti in via Gazzano per una violenta lite. Arrivata sul posto, la pattuglia ha visto uscire da un vicolo un giovane di nazionalità straniera ricoperto di sangue. L’uomo ha cercato di aprire la portiera dell’auto dei Carabinieri, probabilmente per sfuggire al fratello, poco dopo sopraggiunto, anch’egli ricoperto di sangue. Entrambi impugnavano un coltello, gettato a terra alla vista dei militari. Successivamente uno dei due Carabinieri è uscito dall’auto, cercando di calmare il giovane nordafricano che però invece di tranquillizzarsi, ha iniziato a divincolarsi.
Una volta bloccato, entrambi i fratelli sono stati accompagnati a bordo di due ambulanze per essere ricoverati al Pronto Soccorso. Durante il viaggio, però, una delle due ambulanze a bordo della quale era presente il 18enne poi arrestato, si è dovuta fermare per chiedere aiuto alla pattuglia dei Carabinieri. Il giovane, infatti, aveva dato in escandescenza e all’arrivo dei Carabinieri ha colpito con un calcio al polso un militare che, poi medicato al Pronto Soccorso, è stato dimesso con una prognosi di 7 giorni. Per quanto concerne i due fratelli, invece, sono stati dimessi dal Pronto Soccorso con prognosi di 15 e 20 giorni.
LA VERSIONE DEL GIOVANE NORDAFRICANO ARRESTATO
Il giovane ha spiegato al giudice di aver litigato con il fratello per questioni personali. La lite sarebbe iniziata dopo che il fratello lo avrebbe colpito al volto con una bottiglia. Per quanto concerne l’aggressione ai Carabinieri, il 18enne ha spiegato di aver dato in escandescenza in strada perché non si riusciva a capire con i militari non parlando l’italiano, mentre in ambulanza perché “ero svenuto e quando mi sono risvegliato avevo mani e piedi legati, mi sono spaventato“. Sul calcio al Carabiniere, poi, ha aggiunto: “Ero ubriaco, non mi sono accorto di averlo colpito“.
Il giovane ha poi spiegato al giudice di essere arrivato in Italia nel meso di agosto, di lavorare saltuariamente come muratore, pagato in nero, e di vivere in un garage insieme al fratello.