Una lettrice, A.L., ha scritto alla nostra redazione per lamentare le condizioni di trascuratezza in cui versa il cimitero di Oneglia.
“Nei giorni scorsi mi sono recata al cimitero di Oneglia ed ho provato sia fastidio che tristezza davanti alle condizioni di trascuratezza in cui versa l’ ingresso. I cimiteri non sono luoghi come gli altri , sono luoghi di sacralità e mistero, luoghi di silenzio e meditazione .Se si pensa all’ etimologia della parola , sia i greci che i romani indicavano un luogo di riposo, un dormitorio.
Tutti i cimiteri rappresentano l’elemento di riconoscimento comune di una società e quindi sono monumenti unici, che dovrebbero essere conservati e rispettati come documenti storici privilegiati. Essi dovrebbero essere tutelati, cosa che non sempre avviene, anche a scapito dell’ambiente urbano che nell’espansione della periferia ha inglobato molte strutture funebri.
Il mio è un invito a portare all’attenzione della comunità e dell’ amministrazione comunale la condizione in cui si trova il nostro cimitero, non soltanto per i vivi che vi passano ogni tanto ma per la memoria dei morti che vi sono sepolti.
A questo proposito riporto una breve poesia del nostro concittadino Angiolo Silvio Novaro con la speranza che diventi spunto di riflessione su quanto detto.
Piccolo cimitero lungo il mare
Stipatod’erbe amare
E di croci!
Lerbe non v’è chi le falci
E le croci aprono i tralci
Delle braccia tese al sole
Che le bacia come suole
E le fa nel bacio eguali.
Il recinto somiglia
Una chiara conchiglia.
Ombra non v’è che dentro vi si cali
Né moto d’aria o d’ali
Né sospiro o suono d’ore
Né vi fa l’onda rumore
Più del battito d’un cuore
Che nel sonno si assottiglia.
Sotto le croci i morti
Alleggeriti di beni e di mali
Ancoràti a sicuri porti
Posano in giusta pace
Aspettando come a Dio piace
Che un angelo spieghi le ali
E una tromba loro porti
L’annunzio che sono risorti”.