Prenderà il via il prossimo 12 aprile il processo a carico di Don Carmelo Licciardello, parroco di Dolcedo, Don Renato Rosso e Antonella Bellissimo, presidente del centro di ascolto diocesano, accusati a vario titolo di appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato e malversazione di soldi pubblici.
Questo l’esito dell’udienza preliminare tenutasi questa mattina presso il Tribunale di Savona davanti al Gup Maurizio Picozzi che ha accolto le richieste del Pm Chiara Venturi.
Nel dettaglio, Don Licciardiello, difeso dall’avvocato Graziano Aschero, è accusato di appropriazione indebita in quanto secondo l’accusa avrebbe incassato 78 mila euro per le adozioni a distanza destinati all’associazione Rishilpi di Pinerolo.
Don Rosso e la Bellissimo, invece, difesi dagli avvocati Alessandro Vignola e Paolo Gianatti, secondo l’accusa si sarebbero appropriati di una somma pari a 1 milione e 171 mila euro, denari, questi ultimi, provenienti dai fondi dell’8 per mille.
Per quanto concerne, invece, la truffa e la malversazione, i casi contestati sono due e sotto accusa è finito in entrambi i casi Don Andrea Rosso. La malversazione riguarda 32 mila euro ottenuti dalla Regione nell’ambito del progetto “Occhio che vede” per acquistare un camper da destinare al servizio dei poveri, in realtà, secondo l’accusa, mai comprato, e 40 mila euro utilizzati per l’acquisto di attrezzatura per la panificazione e da falegnameria, mai usata.
La truffa riguarda un finanziamento di 120 mila euro della Regione per riqualificare il chiostro del convento loanese di Sant’Agostino che sarebbe dovuto diventare la sede dell’associazione Colours your life, ma i rendiconti, secondo la Guardia di Finanza, sarebbero risultati gonfiati.
La Diocesi di Albenga–Imperia si è costituita parte civile. Rappresentata dall’avvocato Nicola Ditta, ha chiesto un risarcimento danni pari a 1 milione e 200 mila euro.
Don Carmelo Licciardello, inoltre, è stato rinviato a giudizio anche per circonvenzione di incapace. Secondo l’accusa avrebbe indotto un’anziana, soggetto in stato di infermità o deficienza psichica, a compiere degli atti dai quali è derivato per lei un palese danno patrimoniale. Oggetto delle contestazioni alcune polizze assicurative per un importo complessivo di circa 70 mila euro.