4 Novembre 2024 19:16

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4 Novembre 2024 19:16

DUE IMPERIESI, ANDREA BARLA E MARIA RAMELLA, CURERANNO IL RESTYLING DELLO STORICO AUTODROMO DI MONZA/ECCO IL PROGETTO

In breve: Due progettisti imperiesi, Andrea Barla (architetto e ingegnere) e Maria Ramella (architetto), affiancati dal collega Antonio Bettuelli (architetto, di Genova) cureranno il restyling dello storico autodromo di Monza, in particolare ridisegneranno l'accesso principale

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Due progettisti imperiesi, Andrea Barla (architetto e ingegnere) e Maria Ramella (ingegnere), affiancati dal collega Antonio Bettuelli (architetto, di Genova) cureranno il restyling dello storico autodromo di Monza, in particolare ridisegneranno l’accesso principale. 

I tre progettisti, infatti, con la consulenza dell’ing. Francesco Castelli, hanno vinto il Concorso Internazionale di Idee lanciato dalla società Autodromo Nazionale di Monza S.I.A.S. S.p.a., concessionaria del circuito automobilistico Brianzolo (costruito nel 1922 – all’interno del Parco Reale di Monza – terzo al mondo dopo quelli di Brooklands e Indianapolis, universalmente conosciuto come il Tempio della velocità), in un’ottica di rilancio e valorizzazione dell’impianto.

Obiettivo del restyling, rendere il nuovo ingresso nel rispetto del valore storico-culturale, paesaggistico e architettonico del Parco di Monza, un elemento distintivo, simbolico e di immediata riconoscibilità.

Il progetto presentato da Barla, Ramella e Bettuelli punta a rafforzare ed esaltare il legame che dal 1922 esiste tra il Parco di Monza e l’Autodromo: ha l’ambizione di diventare non solo elemento simbolico, ma, soprattutto, fisico di connessione tra queste due “realtà”: l’ingresso è disegnato per “aprirsi” verso il Parco, per “accoglierlo” e allo stesso tempo per “dissolversi” all’interno di esso.

“Dal punto di vista compositivo – spiegano i tre progettisti – la struttura a progetto è costituita da pochi e semplici elementi geometrici planimetricamente assemblati a disegnare una V: un piano orizzontale ‘pieno’ interagisce con un piano verticale a ‘trasparenza variabile’: una copertura piana in materiale metallico si ‘incontra’ senza ‘toccarsi’ con un setto in doghe di legno orizzontali diversamente spaziate: un elemento “artificiale” dalle line dinamiche in dialogo con l’autodromo si alterna con un elemento “naturale” posto in relazione con il parco.

I due componenti sono completati da una antenna che, oltre a funzionare da ‘cerniera compositiva’, conferisce all’insieme una terza dimensione. L’idea proposta ha cercato di unire, attraverso una forma aperta, due ‘mondi’ molto diversi: non ha voluto essere solo un ingresso, ma piuttosto configurarsi come ‘passaggio’, un collegamento graduale tra natura e ‘costruito’, tra storia e modernità, tra silenzio e rumore”.

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