24 Dicembre 2024 03:16

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IMPERIA CELEBRA LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI FELICE CASCIONE. NATTA: “L’OLOCAUSTO UN ABOMINIO. RISPETTIAMO I VALORI DI ACCOGLIENZA E SOLIDARIETÀ”/FOTO E VIDEO

In breve: Si è svolta questa mattina, venerdì 27 gennaio la cerimonia di commemorazione del "Giorno della Memoria". Per il capoluogo ligure una giornata importante anche perché cade oggi il settantatreesimo anniversario della morte di Felice Cascione

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Imperia. Si è svolta questa mattina, venerdì 27 gennaio la cerimonia di commemorazione del “Giorno della Memoria”. Per il capoluogo ligure una giornata importante anche perché cade oggi  il settantatreesimo anniversario della morte di Felice Cascione.

Attorno alle 9.30 in Piazza Fratelli Serra è stata depositata una corona di alloro in ricordo delle vittime dell’Olocausto di tutta la provincia.

Successivamente, presso l’Aula Magna del Polo Universitario di Imperia, si è svolto un incontro sui temi della Shoah con testimonianze e riflessioni degli studenti degli Istituti Superiori della provincia. Durante l’incontro è stato anche proiettato il video “Olocausto – Cronaca di uno Sterminio”, di Ferruccio Valerio.

Presenti le principali autorità civili e militari, tra i quali il sindaco di Imperia Carlo Capacci, il Prefetto Silvana Tizzano, il, Presidente della Provincia Fabio Natta,  il Consigliere Regionale Alessandro Piana e Roberto Moriani, Consigliere Provinciale ANPI.

Anche il liceo Vieusseux ha partecipato alla celebrazione del giorno della memoria. Gli allievi del liceo hanno letto brani tratti da Le Troiane di Euripide, poesie dei bambini del campo di Terezin, accompagnando tutto con canzoni e esecuzioni al piano.

SILVANA TIZZANO

“Ricordiamo, celebriamo questa giornata e cerchiamo soprattutto di renderla un momento di riflessione su fatti, che una parte di voi ha visto nel video che si è concluso poco fa.

È una tradizione che interessa tutto il territorio nazionale quello di ricordare questa giornata. Devo dire che abbiamo sempre cercato di dare a questo momento un significato diverso, non un un momento di mobilitazione collettiva che avrebbe uno scarso senso di solidarietà, una solidarietà inutile rispetto agli eventi che abbiamo visto, che conosciamo e che abbiamo studiato tutti.

Abbiamo pensato soprattutto di dare un taglio diverso. Il nostro obiettivo è stato da sempre quello di rendere protagonisti i ragazzi.

Non fare momenti semplicemente convegnistici e di educazione di questo evento. Ma piuttosto far si che da parte dei ragazzi ci fosse una partecipazione attiva. Questo contribuisce ad una duplice finalità, intanto quella di utilizzare il messaggio dei giovani e far si che eventi, storie, bruttissime come quelle che abbiamo visto e che conosciamo tutti, restino una memoria. Una memoria che rischia di perdersi, considerato che i pochi superstiti testimoni di queste vicende purtroppo cominciano a non esserci più e quindi c’è il rischio di perdere una memoria così importante di momenti così toccanti della nostra storia.

Dall’altra parte abbiamo anche sempre cercato di far si che attraverso i ragazzi e nei ragazzi si sviluppassero degli anticorpi positivi, rispetto ai valori di accoglienza, di solidarietà, ma soprattutto di ripudio di certi atteggiamenti e di certi comportamenti. L’obiettivo è far si che da parte dei ragazzi ci sia anche un livello di attenzione alto rispetto a quei segnali di ripresa. Purtroppo le cronache degli ultimi tempi sono sotto gli occhi, c’è una ripresa di alcuni segnali che purtroppo spesso e volentieri ci fanno avvicinare con la mente a situazioni, a momenti e anche comportamenti che in parte si avvicinano a quelli che proprio adesso, con la giornata di oggi vogliamo sottolineare come sentimenti da non coltivare“.

FRANCESCO PERESSIN

“Il messaggio di tale giornata non si può trascurare. In questo stesso giorno 72 anni fa, precisamente il 27 gennaio del 1945, l’esercito russo liberava il campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, la ‘fabbrica di morte’, come lo hanno definito in molti.

Per non dimenticare il milione di morti, in primis gli Ebrei, trucidati nei Lager Nazisti, ogni 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria. Giorno che nel corso degli anni ha assunto significati di vario tipo.

Il male assoluto della Shoah si associa oggi al crimine del genocidio, per cui il Tribunale internazionale dell’AjA può incriminare, mettere sotto processo, capi di stato, gerarchie militari e civili, reati compiuti in tempi di guerra o nel loro periodo di potere.

La memoria non è, non deve essere qualcosa fine a sè stessa. Deve essere viva. Deve farci riflettere sulle scelte di oggi e non solo su quelle terribili del passato.

La memoria deve essere utilitaristica, deve cioè parlare alle persone attuali e interrogarle sulla loro identità morale, costringerle a ripensare al mondo in cui vivono. La memoria deve illuminare chi ci governa, ma anche tutta la cittadinanza, non solo i giovani, affinché la violenza, l’indifferenza e il dolore della Shoah e di tanti altri genocidi che hanno segnato la storia del ‘900 non si possano ripetere”.

CARLO CAPACCI

“Oggi siamo qua per ricordare. È importante che ogni anno si faccia sempre più vivo il ricordo, perchè i nostri nonni non sono quasi più vivi. Dobbiamo noi farci carico di tramandare e insegnare ai ragazzi giovani che cosa è stato il periodo dell’Olocausto.

Noi lo sappiamo perchè ce lo hanno insegnato le persone che lo hanno vissuto. Noi dobbiamo farci carico di trasmetterlo alle nuove generazioni. Oggi è anche l’anniversario di Felice Cascione, un imperiese che ha dato la vita per la libertà della nostra città. Se noi oggi siamo qua è anche in parte merito suo”.

FABIO NATTA

“È stato di nuovo un evento importante qua nell’aula magna dell’università, organizzato dalla Prefettura, dall’Istituto Storico, dall’amministrazione Comunale, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e soprattutto dalle scuole. I ragazzi delle scuole sono stati protagonisti ancora una volta di questa giornata di ricordo che non si è esaurita in una retorica celebrazione di un evento tragico, ma è stato un evento partecipato e a tratti emozionante, come è giusto che sia perchè a mio avviso devono esserci due spunti fondamentali in giornate come questa.

Ricordare e capire bene cos’è stata quell’immane tragedia, capire il perchè è stata generata. Purtroppo la storia spesso si ripete e oggi abbiamo fatto anche un salto nel passato nella tragedia delle Troiane raccontata dai civilissimi Ateniesi più di duemila anni fa. Noi sappiamo come anche oggi il rischio che si propongano degli Olocausti è sempre attuale e concreto. Bisogna sempre cercare di capire il perchè si è arrivati a simili abomini.

Felice Cascione, eroe della resistenza Imperiese e non sol,o è un po’ un’icona di una storia di riscatto e di rinascita di un popolo.

La sua è una figura che ormai assume un contorno quasi leggendario, ma era un figlio di questa terra, era una persona speciale da tutti i punti di vista.

Una terra come la nostra deve essere orgogliosa di quella storia, dell’insegnamento della storia di quell’uomo che probabilmente non avesse partecipato alla lotta partigiana poteva essere un grandissimo medico, poteva essere un grandissimo atleta sportivo. Poteva mietere successi a 360°. Ha fatto una scelta che lo ha condotto alla morte, lo ha condotto alla morte anche per chi ha saputo far prevalere comunque nella sua azione la vita rispetto alla morte, quindi una lezione storica che non dobbiamo mai dimenticare”.

BLOWIN IN THE WIND

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