25 Dicembre 2024 19:03

25 Dicembre 2024 19:03

L’ODISSEA DI UN GIORNALISTA TORINESE PER RAGGIUNGERE DIANO MARINA. LA LETTERA APERTA AL SINDACO CHIAPPORI:”LE RACCONTO IL MIO VIAGGIO DALLA NUOVA STAZIONE AL CENTRO”

In breve: È questa l'esperienza di cui è stato protagonista un giornalista torinese, Lele Boccardo, così come lo sono i tanti altri pendolari che ogni giorno si trovano a dover affrontare il percorso dalla nuova stazione di Diano al centro abitato.

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Un viaggio che sembra un’odissea. È questa l’esperienza di cui è stato protagonista un giornalista torinese, Lele Boccardo, di Civico20news, così come lo sono i tanti altri pendolari che ogni giorno si trovano a dover affrontare il percorso dalla nuova stazione di Diano al centro abitato.

Dall’inaugurazione del nuovo tratto ferroviario, sono state molte le polemiche sui disagi degli utenti dei treni e, in questo caso, la segnalazione arriva da un punto di vista “esterno”, da una persona che si trova ad arrivare alla stazione di Diano senza aver seguito tutte le vicende dei lavori e tutte le polemiche. La sorpresa di trovarsi in mezzo al nulla, lontano dal mare, in una stazione vuota, senza servizi, senza indicazioni e senza collegamenti con il centro abitato è quindi diventata oggetto di un racconto, all’interno di una lettera aperta indirizzata direttamente al sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, corredata da un video che testimonia l’esperienza di cui Lele Boccardo è stato protagonista.

Durante il racconto, il giornalista si fa anche portavoce dei disagi che vivono i dianesi e gli imperiesi, e tutti i pendolari che ha incontrato nel tragitto.

Egregio Signor Sindaco – inizia la lettera – chi le scrive è un cittadino, giornalista di mestiere e turista per vocazione. Mi permetto di rubarLe un po’ del suo prezioso tempo, per raccontarLe la mia avventura. E’ capitato pochi giorni fa, di dovermi recare insieme a mia moglie, nella sua bellissima cittadina, per incontrarmi con mia cognata, che vive e lavora proprio a Diano Marina. Abito a Torino e avendo la macchina in officina, ho deciso di usare il treno”.

A questo punto, inizia l’avventura, intrisa di tutti i piccoli – grandi problemi che presenta la nuova stazione di Diano. Niente viene tralasciato, dall’isolamento della stazione alla mancanza di bar e servizi igienici, dall’assenza di bus ai pochi parcheggi per le auto.

Mi aspettavo di trovare la solita stazioncina tipicamente ligure, o tipicamente di provincia, se preferisce, situata nel centro della città e a pochi passi dal mare, invece mi ritrovo in una struttura nuova, moderna, a quanto pare appena inaugurata, rigorosamente a norma di legge e desolatamente solinga. Alle mie spalle la montagna, davanti ai miei occhi la campagna. Una cattedrale nel deserto. Non vedo un bar, non vedo un’edicola, non vedo una biglietteria, non vedo un ufficio informazioni e soprattutto non vedo dei servizi igienici. Noto un paio di taxi e nessun bus-navetta in attesa. Visto che non so cosa fare, chiedo ad uno dei taxisti quanto mi costi il tragitto fino al centro città, tenga conto, signor Sindaco, che devo recarmi più o meno dalle parti della Chiesa di Sant’Antonio: otto Euro più supplemento bagagli. Ringrazio cortesemente il taxista per l’informazione e cerco un mezzo pubblico. Per qualche minuto vago per il piazzale in cerca di un cartello che indichi qualche orario di passaggio di un qualche mezzo pubblico, ma invano. Noto invece che i parcheggi sono pochi, davvero pochi e per riempirli bastano una manciata di autovetture. E’ già passata quasi mezz’ora dall’arrivo in stazione e di bus neanche l’ombraNon mi rimane altro da fare che usare le gambe. Prima di incamminarmi, imposto sul mio smartphone, un programma che calcola la distanza percorsa: sono davvero curioso”.

Una volta arresosi alla mancanza di servizi pubblici, il giornalista si mette in marcia e, nel tragitto, si forma come una “processione” di persone dirette verso il centro.

La strada è pericolosa, non c’è un marciapiede per i pedoni e non c’è neanche un minimo spazio segnalato, per camminare in sicurezza: le auto sfrecciano veloci, alcune a velocità folle, mettendo a rischio la nostra incolumità. Naturalmente non sono solo Signor Sindaco: lungo la strada si è formata una piccola processione, tutt’altro che religiosa, e c’è chi smoccola in dialetto ligure, chi in dialetto torinese, chi in altre lingue. Penso a una persona portatrice di handicap e mi vengono i brividi. Trascorsa una mezz’ora abbondante (è già passata un’ora da quando sono sceso dal treno) comincio a vedere la periferia e dopo tre quarti d’ora sono più o meno a destinazione: lo smartphone mi dice che ho percorso circa milleottocento metri”.

Una volta giunto a destinazione, Lele Boccardo parla con le persone del posto, lasciandoli sfogare.

“La stazione è scomoda, mal servita dai mezzi pubblici (che comunque rappresentano un ulteriore costo ai danni dell’utente, ma questo aspetto lo approfondirò fra poco), non indicata da nessun cartello (questo l’avevo notato anch’io), pericolosa sia dentro che fuori, pericolosissima e assai poco illuminata la strada di collegamento, senza servizi igienici e senza nessun tipo di servizio collegato, gestito da persone fisiche, per intenderciTutte, ma proprio tutte le persone con cui ho parlato (cittadini, esercenti, turisti), hanno espresso forte preoccupazione per il turismo, soprattutto per quello che può succedere nella stagione estiva. Una stazione così lontana e scomoda da raggiungere non invoglia di certo il visitatore occasionale. A quanto pare, gli stessi problemi affliggono la vicina Imperia, in particolare pendolari e studenti, che sono costretti a ricorrere a giustificazioni per il ritardo o per l’uscita anticipata da scuola, per avere il tempo materiale di raggiungere la stazione.

Abbastanza presuntuosamente, mi sono fatto portavoce di un malcontento che affligge i Suoi residenti, soprattutto in proiezione futura. Sono convinto che Lei e i suoi collaboratori, troverete le debite contromisure ai problemi che Le ho indicato, a nome della Sua cittadinanza. In attesa di scrivere, mi auguro presto, un articolo in cui descrivo la soluzione alle problematiche che Le ho sottoposto, La saluto cordialmente”.

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ECCO IL VIDEO:

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