27 Dicembre 2024 05:27

27 Dicembre 2024 05:27

SANREMO 2017. LA NOSTRA CLASSIFICA E LE PAGELLE ALLE CANZONI RIMASTE IN GARA PER QUESTA ATTESA FINALE/I VOTI

In breve: Indipendentemente da come andrà questa sera dove verrà eletto il vincitore, abbiamo fatto noi una pagella delle canzoni. E' una classifica soggettiva, nata dalle emozioni e dalle sensazioni cresciute in questa intensa settimana

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Siamo alla fine, quasi, di questa 67° edizione del Festival di Sanremo. Indipendentemente da come andrà questa sera dove verrà eletto il vincitore, abbiamo fatto noi una pagella delle canzoni. E’ una classifica soggettiva, nata dalle emozioni e dalle sensazioni cresciute in questa intensa settimana che abbiamo passato a Sanremo, nell’ufficio stampa del Palafiori, dove abbiamo conosciuto e parlato personalmente con tutti gli artisti. Ma è anche un classifica basata sull’esperienza musicale che abbiamo e sui pregressi discografici della grande kermesse sanremese. Ma bando alle ciance!

  • Ermal Meta “Vietato morire”. Voto: 10. Abbiamo sentito questa canzone più e più volte. L’abbiamo commentata con il cantante e, ad ogni ascolto, questo brano è sempre più bello. Il testo è importante, creato da una penna arguta e delicata allo stesso tempo. “E scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai. Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire […] Figlio mio ricorda bene che la vita che avrai non sarà mai distante dall’amore che dai”.
  • Sergio Sylvestre “Con te”. Voto: 9. Si sente la penna di una grande artista come Giorgia dietro a questa canzone. Ma si riconosce anche la grande voce del big boy che con la sua umiltà ha conquistato tutti. Sembra farsi quasi piccolo quando parla di questo brano e dell’emozione che gli procura. La melodia è molto sanremese con una bella apertura nel ritornello che mette in evidenza tutte le capacità vocali di questo giovane artista che, uscito da un talent come Amici, farà una strada molto lunga e ricca di successi.
  • Fiorella Mannoia “Che sia benedetta”. Voto: 8. Forse dare lo stesso voto a una regina della musica e a un giovanissimo uscito dai talent come Sergio può sembrare blasfemo, ma invece siamo certi che ne sarebbe contenta. La canzone della Mannoia è molto interpretata, una vera e propria ovazione alla vita che, nonostante le difficoltà e le curve a gomito inaspettate che urtano e modificano il normale percorso, resta splendida.
  • Francesco Gabbani “Occidentali’s Karma”. Voto: 7. La cantiamo già tutti. Abbiamo già imparato tutti il balletto ed è innegabile allo stesso tempo che la sua canzone sia molto molto simile ad “Amen” dell’anno scorso. Del resto non lo ha negato nemmeno lui “Dall’anno scorso non ho cambiato così tanto il modo di essere e di cantare”.
  • Bianca Atzei “Ora esisti solo tu”. Voto 6: vocalmente è perfetta, abbiamo chiesto un parere anche a musicisti esperti che ci hanno confermato la sua capacità vocale straordinaria. Però Bianca non emerge, anche questa canzone non è poi così diversa e non si fa notare in modo particolare.
  • Alessio Bernabei “Nel mezzo di un applauso” Voto 7: Ci è abbastanza piaciuta già dal primo ascolto. Forse perchè nel complesso delle canzoni è una delle più movimentate. Super pop nelle radio può passare e la sua fanbase è abbastanza forte nonostante negli ultimi anni non si sia fatto amare particolarmente dai fan. La canzone di per sé ha il giusto groove e ha l’apertura classica nel ritornello che a Sanremo, si sa, va molto.
  • Michele Bravi “Il diario degli errori”. Voto 8: Michele è cresciuto, è umile e la canzone è una ballad molto amabile. Il testo così autobiografico è poi molto empatico e tanti si sono ritrovati nelle sue parole, al punto tale da farsi amare da un pubblico ampio. (Mia madre compresa che ha affermato “Mi piace il ragazzino pallido)
  • Clementino “Ragazzi fuori”. Voto 7: Clementino ha sempre dei testi molto intensi. Parla di sé, della vita, dei ragazzi di Napoli che conosce bene. Però la canzone è simile a quella dell’anno scorso. Rappa molto poco e canta forse un po’ troppo. Musicalmente non abbiamo nulla da dire, nè in positivo, nè in negativo. Purtroppo.
  • Chiara “Nessun posto è a casa mia”. Voto 6: Chiara ha una bella voce e porta un testo molto carino. Non si può dire il contrario, però è un’altra canzone un po’ insipida. Purtroppo nel carrozzone festivaliero non si può non notare che questo testo al mattino non ce lo ricordiamo.
  • Lodovica Comello “Il cielo non mi basta”. Voto 6: è l’ennesima canzone che sa di tutto e non sa di niente. E’ abbastanza ritmata e lei ha una bella voce. Parla di questo amore non classico, non canonico, intrigante e “illegale”. Il messaggio è carino e il ritornello, ancora una volta, si apre con questi begli acuti festivalieri. Però…
  • Elodie. “Tutta colpa mia”. Voto 6: La sua voce è bella. Il testo è scritto da Emma, lei è un’interpreta molto brava e lo ha dimostrato nella serata delle cover. Però, se chiudi gli occhi e senti solo il brano sembra di sentir cantare Emma. Questo, purtroppo, la penalizza. Il testo è poi una ripetizione infinita della parola amore, la dice qualcosa come 28 volte. Eccessivo.
  • Marco Masini “Spostato di un secondo”. Voto 6. Il testo di Marco è molto bello. Torna dopo 6 anni e lo apprezziamo, ma la canzone se mi chiedete a bruciapelo “come fa?” non ve lo so dire. Purtroppo non rimane molto in testa e vi assicuro che dopo 7 giorni in sala stampa l’abbiamo sentita plurime volte. Non odiatemi
  • Fabrizio Moro “Portami Via”. Voto 8: Fabrizio è cresciuto. Con le parole ci ha sempre saputo fare basta ricordare il brano “Pensa” con cui lo abbiamo conosciuto al Festival di Sanremo. Questo testo è piacevole e ancora una volta parla della vita che è un po’ il fil rouge di tutto il Festival. Il brano è una ballad, ancora una volta si apre nel ritornello, ma non sbraga e questo lo apprezziamo.
  • Samuel “Vedrai”. Voto 7: la canzone è bella, risveglia un po’ questo parterre di canzoni tutte uguali, però. Però Samuel ha portato i Subsonica sul palco praticamente. Non sono lì fisicamente è ovvio, ma non è altro che un pezzo loro. Comprensibile dato il trascorso, ma per il suo arrivo al Festival si sperava in qualcosa di più.
  • Paola Turci “Fatti bella per te”. Voto 7.5: questa è l’unica canzone cui ho voluto dare un mezzo voto. Perchè il testo è di un’intensità tale e con un messaggio così importante per tutte le donne che merita di essere premiato. Purtroppo però di vederla sul podio, almeno per noi, non se ne parla.
  • Michele Zarrillo “Mani nelle Mani”. Voto 5: Michele torna al Festival, noi gli vogliamo bene. A prescindere e lui stesso ha detto che tutte le sue canzoni hanno poco successo subito e vengono recuperate dopo. Può essere, sicuramete sarò io che non sono lungimirante. Ma questa canzone rispetto a “Una rosa blu” o “L’elefante e la farfalla” non ha niente a che spartire. Dispiace, di nuovo.

E GLI ELIMINATI SONO…

  • Gigi D’Alessio “La prima stella”. Voto 7: Giuro. Mai. MAI. Avrei pensato di dare un voto così a Gigi D’Alessio che, a me personalmente non è mai piaciuto molto. Eppure questa canzone si salva per il testo che è un racconto che Gigi fa alla madre. Le racconta la vita, ciò che gli è successo e ciò che è successo nel mondo mentre lei non c’era, almeno fisicamente.
  • Giusy Ferreri “Fa talmente male”. Voto 5: Vado totalmente controcorrente. La radio l’hanno premiata e sta passando tantissimo. Sicuramente ha ritmo. Sicuramente è orecchiabile e sicuramente rimane in testa. Ma questa canzone è proprio stile Giusy Ferreri. Cioè, non vi è nulla di nuovo. Nulla di strano. E anche la base è abbastanza monotona. Ci dispiace Giusy.
  • Ron “L’ottava meraviglia” Voto 5: mi piange il cuore perchè sono cresciuta con Ron. Ma Rosalino un tempo aveva più inventiva, almeno musicalmente. Questo brano, come è successo con altri, al mattino non ce lo ricordiamo. E anche il testo, il solito amore sfrenato che ricorda un po’ il messaggio di “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” canzone meglio riuscita di Jovanotti.
  • Al Bano “Di rose e di Spine”. Voto 6: è il re del bel canto. Non si può dire altro e la canzone è sicuramente ascoltabile. Ma non è una novità ed è lenta salvo poi aprirsi con gli acuti tipici che contraddistinguono Al Bano.

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