Pronto un Ordine del giorno per avviare una commissione grandi rischi per la Liguria. Lo annuncia Marco De Ferrari, portavoce regionale del MoVimento 5 Stelle in seguito all’audizione dei vigili del fuoco in Commissione Territorio e Ambiente.
“Si tratta di uno strumento fondamentale e specifico per un territorio dalle peculiarità geografiche uniche in Italia – spiega De Ferrari – C’è bisogno di una mappatura seria della rete idrica e dell’installazione e della manutenzione laddove è assente o carente, come hanno messo a nudo i recenti incendi che hanno colpito Monte Fasce e Monte Moro, a Genova.
Infine, bisogna lavorare a livello regionale per rimettere in discussione l’intero assetto del riordino avviato nel 2014 da Alfano e dal Governo Renzi, specie in una terra come la Liguria in cui l’allarme incendi si combina al dissesto idrogeologico e al rischio alluvioni.”
“Il decreto Madia del 2016 ha attribuito il coordinamento sugli incendi boschivi ai vigili del fuoco, in contrasto con la legge 353/2000 che, invece, lo affida alle Regioni – ricorda il portavoce M5S – Un’ambiguità normativa che ha contribuito ha creare confusione, soprattutto in situazioni (prevedibili) di emergenza, come abbiamo avuto ad inizio anno, con ben 70 roghi in Liguria nei primi 20 giorni di gennaio.”
“I vigili del fuoco sono letteralmente i ‘nomadi’ del soccorso. Perennemente in carenza di sedi aperte e funzionanti, costantemente sotto organico, durante le emergenze vengono inviati come rinforzi in tutta Italia, con periodi di riposo ridotti al minimo e continuità lavorativa anche di 24 ore al giorno per diversi giorni” spiega il consigliere M5S.
“La convenzione, a lungo invocata, è un palliativo ma non la soluzione a un problema che ha radici a livello nazionale – conclude De Ferrari – Toti e Giampedrone facciano pressione a tutti i livelli istituzionali perché si comincino a trovare soluzioni definitive, restituendo al territorio una rete idrica antincendi degna di questo nome e ai vigili del fuoco mezzi e personale adeguati ad una delle regioni più a rischio d’Italia. Servono meno ‘Fiumi di parole’ e meno passerelle da parte della vecchia politica e più fatti e atti concreti per restituire efficienza ed efficacia al sistema di protezione civile.”