25 Dicembre 2024 05:45

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IMPERIA. PARLA LA 16ENNE TRAVOLTA DA UN PIRATA DELLA STRADA IN VIA NAZIONALE:”STAVO ATTRAVERSANDO CON MIA SORELLA E IL MIO NIPOTINO, QUANDO…”/IL RACCONTO

In breve: Se potessi parlare al responsabile - conclude la 16enne - gli direi che si dovrebbe solo vergognare. Avrei apprezzato se si fosse fermato, invece non l'ha fatto.

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“Stavo semplicemente attraversando la strada, sulle strisce, quando un’auto mi ha investita facendomi rotolare sulla macchina e cadere a terra, dopodichè il vuoto”. Così racconta la 16enne che, nella serata di ieri, mercoledì 15 febbraio, è stata protagonista, suo malgrado, di un investimento in via Nazionale. L’accaduto è stato oggetto di interesse mediatico poiché il conducente della Smart rossa, responsabile dell’investimento del pedone, non si è fermato a prestare soccorso alla ragazza e, immediatamente, sono scattate le ricerche per rintracciarlo, individuato poi nella persona di S.R., 55enne imperiese, che ha ammesso le proprie responsabilità.

La giovane ha riportato due profonde ferite al collo, graffi sul viso, frattura di un polso e contusione alla gamba sinistra, e ora si trova presso l’Ospedale di Imperia. Per conoscere la storia direttamente dalla protagonista, ImperiaPost ha contattato la 16enne.

Ora sto meglio, ma i miei ricordi di ieri sono confusi – racconta la ragazza – le cose successe dopo l’impatto me le ha raccontate mia sorella. Mi ricordo che stavo scendendo le scale di Salita Castelli, diretta al Lidl, in compagnia di mia sorella e del mio nipotino di 3 anni. Appena ho iniziato ad attraversare le strisce pedonali, una macchina di colpo è sbucata e mi ha investita, facendomi rotolare sulla macchina per poi cadere per terra e perdere i sensi. Le conseguenze sono: frattura al polso, due tagli profondi sul collo, per cui ho avuto bisogno di punti di sutura, graffi in faccia e una contusione alla gamba sinistra tale da non poterla muovere.

La cosa peggiore – continua – è che avrebbe potuto prendere mia sorella o mio nipote che erano proprio dietro di me. Ho preferito che abbia preso me e non loro. 

Ricordo poco di quanto è successo dopo l’impatto, solo confusione. Ho dei ricordi di me in ambulanza mentre mi stavano tagliando i vestiti, poi più niente. Poi mi sono ritrovata in una sala con tanti medici che chiedevano informazioni su di me.

Se potessi parlare al responsabile – conclude – gli direi che si dovrebbe solo vergognare. Avrei apprezzato se si fosse fermato, invece non l’ha fatto. È stato un gesto davvero imperdonabile”.

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