Imperia. È iniziato questa mattina il processo che vede sul banco degli imputati 4 cittadini romeni (tre uomini e una donna) accusati di:“installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche” e di “accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico”. La banda, che aveva sede nel capoluogo piemontese, fece tappa a Imperia nel 2010, in particolare prese di mira la Cassa di Risparmio di Savona e Imperia con sede in via Belgrano. I quattro però non potevano immaginare che una delle dipendenti dell’istituto di credito si trasformasse in una detective tanto da consentire ai Carabinieri del nucleo investigativo di risalire ai responsabili della truffa.
Nel dettaglio che il marito della dipendente, recatosi al bancomat per effettuare un prelievo, si rese conto che c’era qualcosa che non andava, notando la presenza di uno “skimmer” (dispositivo utilizzato per la clonazione delle carte bancomat e di credito, ndr). Chiamò allora la moglie che stava lavorando all’interno della banca. Una volta uscita, la donna trovò due persone che stavano armeggiando davanti al bancomat. Li seguì a piedi fino in via Tommaso Schiva dove i due salirono su un’auto e iniziarono a fare alcune telefonate prima di andare via. La dipendente restò a guardare la scena e annotò il numero di targa del veicolo utilizzato dai due. Una volta tornata alla banca il marito si accorse che lo”skimmer” era stato asportato.
Nelle immagini delle telecamere di sorveglianza, il direttore della filiale notò che un terzo uomo, mentre la dipendente seguiva i due, aveva provveduto a smontare il dispositivo. Nel frattempo sul posto giunsero i Carabinieri che iniziarono un’articolata indagine partendo dal numero di targa dell’auto intestata a una donna il cui figlio risultava frequentare alcuni indagati per truffe ai bancomat.
I Carabinieri hanno poi scoperto che il giorno seguente era stato eseguito un versamento su una carta di credito intestata alla donna proprietaria della macchina da una filiale della banca Monte dei Paschi di Siena a Torino per un ammontare di 2100 euro ai danni di una correntista ignara della banca imperiese. Nel corso delle indagini i Carabinieri hanno potuto contestare la sottrazione di svariate migliaia di euro a correntisti vittime della truffa.
A sostenere l’accusa in aula il Pubblico Ministero Barbara Bresci, il giudice è Alessia Ceccardi che ha rinviato il processo al prossimo anno.