2 Novembre 2024 17:22

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2 Novembre 2024 17:22

IN TRIBUNALE LA DRAMMATICA RICOSTRUZIONE DELLA MORTE DEL SOMMOZZATORE GIANNI PREVIATO NEL PORTO DI IMPERIA: “IL GOMMONE…”/L’UDIENZA

In breve: Si è aperto in Tribunale il processo per la morte del sommozzatore Gianni Previato, avvenuta il 29 maggio del 2013 all’interno del porto turistico di Imperia a seguito di un tragico incidente a bordo di un gommone

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Si è aperto in Tribunale il processo per la morte del sommozzatore Gianni Previato, avvenuta il 29 maggio del 2013 all’interno del porto turistico di Imperia a seguito di un tragico incidente a bordo di un gommone.

Due gli imputati, Massimiliano Tortorella e Marco Cuppari, accusati di omicidio colposo in qualità di amministratori della Marittima Sub Service, società per la quale prestava appunto servizio Previato al momento del dramma.

In aula questa mattina sono sfilati i testimoni del Pm Barbara Bresci. Michele Burlando, comandante in seconda della Capitaneria di Porto di Imperia, ha ricostruito i fatti di quel tragico 29 maggio.

MICHELE BURLANDO

“Appena ebbi cognizione dei fatti arrivai in porto. Al mio arrivo i soccorritori avevano già recuperato il corpo di Gianni Previato e il gommone. Feci subito una verifica lungo il pontile dove era stato appena ritrovato il gommone, di 4 metri e con un motore fuori bordo da 40 cavalli, di proprietà della Marittima Sub Service. Un mezzo che, accertammo in seguito, non era da lavoro, tanto che non era iscritto sui pubblici registri.

Ricostruimmo la dinamica dell’incidente con testimonianze e fotogrammi. Il gommone era guidato da Previato ed era diretto dalla parte vecchia del porto a San Lazzaro per un intervento urgente su un’unità in difficoltà. In particolare la nave Dea Diana era rimasta con l’elica bloccata da una cima.  Durante il tragitto il gommone sbandò, probabilmente per l’alta velocità e per il forte vento, andandosi a incastrare nella parte terminare del pontile. A bordo c’erano due persone, Gergin Cviatkov e Gianni Previato ed entrambe vennero sbalzate in acqua. Cviatkov venne recuperato ancora in vita dal proprietario di un natante ormeggiato vicino al pontile, mentre Premiato andò sott’acqua. Quando il corpo venne recuperato, era ormai senza vita.

Le cause dell’incidente sono da attribuire all’alta velocità e al vento, che contribuirono al rendere il gommone instabile. Lo stesso Cviatkov, che era voltato di spalle, ha dichiarato di essersi accorto dell’alta velocità del mezzo per il forte rumore del motore.  Il gommone aveva subito danni sulla parte tubolare e aveva la consolle rovesciata. Il medico legale evidenziò alcuni segni sul viso di Previato.

Per quanto concerne l’abbigliamento, Cviatkov indossava la tuta da sommozzatore, mentre Previato un normale abbigliamento. Ai piedi aveva un paio di stivali. Non aveva invece il giubbotto. La tuta permette di galleggiare, mentre indubbiamente l’abbigliamento di Previato appesantiva, in particolare gli stivali tendono a spingere verso il basso quando si riempiono d’acqua. Sui nostri gommoni infatti indossiamo scarpe anti infortunistica.

Il gommone non era, come detto, iscritto sui pubblici registri, dunque non venne sottoposto ai tradizionali controlli di sicurezza. A riguardo c’è da aggiungere che a seguito dei controlli eseguiti dopo l’incidente, scoprimmo che molti altri gommoni non erano iscritti. Il giubbotto? Ai tempi non era obbligatorio, il protocollo venne integrato e modificato dopo l’incidente.

La velocità? Il limite in porto è di 3 nodi. Non abbiamo mai fatto una stima della velocità, ma possiamo ipotizzare che quella del gommone guidato da Previato fosse certamente sopra i 3 nodi al momento dell’incidente. La leva dell’acceleratore era tirata al massimo in avanti quando il gommone venne ritrovato.  Dai filmati delle telecamere si vede il gommone procedere ad alta velocità, ma non l’istante dell’impatto. Nella mia relazione ho definito quella di Previato come una condotta ‘imprudente'”.

Il Maresciallo dei Carabinieri Carmelo Franzò ha poi fatto il punto della situazione per quanto concerne la posizione lavorativa di Gianni Previato al momento dell’incidente.

CARMELO FRANZO

“Dai nostri controlli, Previato è risultato essere un lavoratore in nero, sebbene in precedenza fosse stato assunto a tempo determinato dalla Marittima Sub Service. Arrivava da un impiego per una compagnia petrolifera. Il rapporto effettivo con la Marittima iniziò formalmente il 13 maggio. L’impresa, va detto molto collaborativa, su nostra richiesta ha regolarizzato il rapporto di lavoro dopo il decesso, pagando tutte le spettanze dovute”.

 

 

 

 

 

 

 

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