2 Novembre 2024 15:15

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2 Novembre 2024 15:15

IMPERIA. ACCUSATO DI AVER UCCISO A COLTELLATE ALFIO FALLICA, CONVALIDATO L’ARRESTO DI RICARD NIKA. IL LEGALE: “NON RICORDA NULLA”/I DETTAGLI

In breve: E' stato convalidato nella mattinata di ieri, lunedì 27 febbraio, in carcere a Imperia, l'arresto di Rikard Nika, il 30enne di nazionalità albanese, residente a Bordighera, arrestato nella città delle palme dai Carabinieri

nika

E’ stato convalidato nella mattinata di ieri, lunedì 27 febbraio, in carcere a Imperia, l’arresto di Rikard Nika, il 30enne di nazionalità albanese, residente a Bordighera, arrestato nella città delle palme dai Carabinieri per aver ucciso a coltellate il suo coetaneo Alfio Fallica, cuoco del ristorante “Pulcinella” di Montecarlo.

L’omicidio, consumatosi proprio all’interno del ristorante, non ha ancora un movente. Nika, difeso dall’avvocato Massimo Corradi, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice Massimiliano Botti (Pm Stefania Brusa).

Il 30enne albanese è in stato di shock e sostiene, così come confermato dal proprio legale, di non ricordare nulla di quanto accaduto venerdì scorso all’interno del ristorante “Pulcinella”. I familiari hanno chiesto che venga monitorato costantemente per il timore di gesti incosulti e il legale Corradi ha chiesto una perizia psichiatrica per stabilire se il 30enne romeno fosse in grado di intendere e volere al momento dell’omicidio. Una linea, quella della perizia psichiatrica, respinta con forza dalla difesa di Fallica, che ha già annunciato battaglia in tribunale.

Nel corso degli ultimi accertamenti, è emerso inoltre che Nika avrebbe tentato anche di ferirsi al petto con un coltello (lo stesso con cui poco prima aveva ucciso Fallica?), forse con l’intento di farla finita. Sarebbe stato il fratello a disarmarlo, evitando il peggio.

Nika, lo ricordiamo, poche ore dopo l’omicidio di Fallica, venne trovato dai Carabinieri di Bordighera mentre si aggirava per la città delle palme in stato confusionale, con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ai militari aveva raccontato di aver fatto “qualcosa di grave in un ristorante di Montecarlo”.

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