Note graffianti e morbide allo stesso tempo, che sanno essere aggressive, ma anche dense di significato. È questo ciò che si percepisce ascoltando le canzoni dei Roommates, la band imperiese che dal 2012 gira la Liguria, e non solo, inondando di rock i posti in cui si esibiscono.
Venerdì 3 marzo è uscito il loro primo disco, intitolato “Fake”. Chitarre, basso e batteria si fondono insieme in 7 tracce, a volte in modo spigoloso e duro, come in “Blow Away” e “Black Man Guardian”, a volte in modo più morbido e coinvolgente, come in “Empty Love” e “I Smile”. Suonano per esprimere ciò che “non va giù” in questa società. Parlano del falso, della finzione nei rapporti interpersonali, nell’amore e in tante altre situazioni della vita. Affrontano il tema dell’immigrazione, delle relazioni con gli altri, della lotta per ottenere qualcosa o per liberarsi di qualcosa.
Loro sono Marco Oreggia (Quattrocorde), voce e basso, Davide Brezzo, voce e chitarra, Danilo Bergamo, voce e chitarra, e, dal 2014, Alessio Spallarossa, batterista della band genovese Sadist. La redazione di ImperiaPost ha incontrato Marco per conoscere la storia di questa band e ha avuto l’opportunità di ascoltare il disco in anteprima.
COME AVETE INIZIATO A SUONARE INSIEME?
“Io, Davide e Danilo eravamo compagni di stanza (“roommates”, appunto) all’università a Genova, tutti accomunati dalla passione per la musica. Io facevo la tesi in un laboratorio lì vicino, quindi ogni giorno andavo a casa loro a cena e suonavamo insieme, nella loro camera. Da qui l’idea di non suonare solo “in casa”, ma anche in giro. E la cosa, iniziata per gioco ha poi funzionato. Dopo 2 anni abbiamo deciso di aggiungere un batterista per una maggiore spinta, per proporre sia l’elettrico (con lui) che l’ acustico (in trio). Dal 2012 abbiamo fatto più di 300 serate in giro per la Liguria, Piemonte, Lombardia e Francia. Io, Marco, sono di Imperia, Davide e Danilo di Ventimiglia e Alessio di Genova”.
IL 3 MARZO È USCITO IL VOSTRO PRIMO DISCO, DAL TITOLO “FAKE”, QUAL È IL MESSAGGIO?
“Quasi tutte le tracce hanno un filo comune: si raccontano delle storie in cui si finge qualcosa, in cui c’è un rapporto finto, un amore a metà. Situazioni che specialmente nella nostra epoca sono all’ordine del giorno e che noi abbiamo voluto esprimere per descrivere il mondo in cui viviamo. È stato un lavoro lungo, quasi un anno in gestazione. Principalmente i testi sono scritti da me e Davide Brezzo, ma in realtà ogni canzone è il risultato di una collaborazione di tutto il gruppo. Ci sono le mani di tutti noi 4. L’etichetta è Nadir Music Studios di Genova e la distribuzione Audioglobe, registrato allo studio di Giovanni “Meniak” Nebbia di Imperia. Per lanciare il disco abbiamo suonato al wine bar Airone di Pietra Ligure, ma speriamo presto di poter suonare anche a Imperia“.
UNA CURIOSITÀ, PARLACI DELLA COPERTINA DEL CD.
“Sulla copertina si vede un cartello stradale con scritto “Fake” e la freccia che indica a destra, mentre la strada è completamente dritta, quindi indica una via falsa, che non c’è. Sotto poi c’è il nome del nostro gruppo e 3/4 miles come indicazione della distanza, e sta a significare il nostro cambiamento da 3 a 4 membri nel gruppo. Le ragazze sulle moto sono di Imperia e si sono prestate al gioco. Lo sfondo è ovviamente finto (anche qui torna il “fake” e basta girare il cd per vedere noi nello studio che proviamo con lo stesso sfondo”.
A CHI SONO RIVOLTE LE VOSTRE CANZONI?
“Questa è una domanda difficile. Principalmente suoniamo per noi stessi, dicendo ciò che sentiamo il bisogno di comunicare. Sta poi a chi ascolta trovare la chiave di lettura più affine al proprio modo di vedere le cose. Il nostro è un rock morbido, southern, tenuto insieme da un’anima elettrica e acustica. Nel disco abbiamo collaborato anche con altri musicisti come quartetto d’archi o banjo. Sicuramente non è una musica da ascolto rilassato e annoiato. Sono brani duri e anche il testo lo è. Il problema è che cantiamo in inglese e non tutti lo capiscono o hanno voglia di cercare il significato”.
GIOVEDÌ SCORSO È USCITO IL PRIMO VIDEO DELLA CANZONE “BLOW AWAY”, DI COSA PARLA?
“Blow away è la seconda canzone del disco, ma il primo singolo che abbiamo fatto uscire. Parla di come la vita può andar via in un colpo solo, quando meno te lo aspetti. Il protagonista del video è Tiziano Campus, campione di Muay Thai. All’inizio si vede la sua vittoria schiacciante contro l’avversario, ma poi verso la fine, contro ogni previsione, viene massacrato da una ragazzina. Questo sta a rappresentare come, aldilà delle proprie certezze, può esserci sempre qualcosa che ti cambia le carte in tavola improvvisamente. Per girare il video ci sono volute più di 20 ore di lavoro, più poi il montaggio. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con Andrea, di Mizukovideo, grande videomaker di Ventimiglia. Dopo la pubblicazione su YouTube, nel giro di 5 giorni il video ha avuto più di 4 mila visualizzazioni e ne siamo molto soddisfatti. Piccola anteprima: allo stesso tempo abbiamo girato anche il video di “Light”, che uscirà ad aprile“.
RACCONTACI DEGLI ALTRI PEZZI.
“La prima canzone del disco si chiama “Light” e parla di una visione, in cui il protagonista deve farsi guidare dalla luce per proseguire il cammino. Può avere molte chiavi di letture, ma quella originale rimane segreta. La terza è “Fakin’ Good Manners” e come si può immaginare parla della sovente abitudine di fingere buone maniere per compiacere gli altri. Poi c’è “Black Man Guardian”, che affronta il tema difficile dell’immigrazione, dato che i due componenti di Ventimiglia l’hanno vissuta e la vivono sulla loro pelle. All’interno c’è anche una parte rap, realizzata da un artista senegalese. La quinta è “Empty Love” e racconta degli amori vuoti, patinati. Amori in cui non c’è più niente, ma viene mantenuta una carcassa, un’impressione, una facciata. La sesta è “On Water Wings” ed è un pezzo strumentale. Infine abbiamo “I Smile” che è un pezzo drammaticamente autobiografico. Il protagonista sorride del fatto che non ha finalmente più a che fare con una donna. Una liberazione da amori psicopatici, finti, “fake” appunto”.
C’È UNA FRASE DI “BLACK MAN GUARDIAN” CHE CI HA COLPITO: “THE PAST IS LIKE A ROCK UPON HIS BACK” (“Il passato è come un macigno sulla schiena”). CE NE PUOI PARLARE?
“A Ventimiglia Davide e Danilo sono stati e sono tuttora in contatto con ragazzi in fuga dal loro paese e spesso con altri amici aiutano e supportano la vita quotidiana dei migranti. Abbiamo voluto esprimere il fatto che chi è in fuga ha lasciato tutto. Il passato pesa, perché difficilmente può essere anche il futuro. Gli amici, gli amori, la famiglia, sono un peso che grava su una serenità che forse non tornerà”.
DOVE SI PUÒ TROVARE IL VOSTRO DISCO?
“Il disco, (distribuito Audioglobe, Believe), dal 3 marzo è disponibile, oltre al formato fisico, anche su tutte le piattaforme digitali (Amazon, iTunes, Spotify, etc)”.
ECCO IL PRIMO VIDEO:
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