Una folla di persone si è presentata in piazza del Comune di Diano Marina e sta assistendo con grande partecipazione all’incontro tra i sindaci del golfo e la popolazione, sul “caldo” argomento dell’arrivo dei migranti. Dopo l’improvviso arrivo di 14 migranti a San Bartolomeo al Mare, i sindaci del golfo dianese hanno infatti indetto per oggi, venerdì 10 marzo alle ore 17, un incontro pubblico con la cittadinanza, con ritrovo in in Piazza Del Comune, a Diano Marina. Le forze dell’ordine hanno attivato un dispositivo di controllo per il timore di contestazioni da parte dei centri sociali, con l’arrivo anche di 20 uomini dal reparto Celere di Genova.
“Non è così che possiamo dargli una mano – afferma il sindaco di San Bartolomeo Valerio Urso – Vi faccio un appello, non accusate questi ragazzi, sono stati messi su un furgone dalla Sicilia e sono arrivati qui senza sapere dove fossero. Io ho bisogno di garantire ai miei cittadini di avere identità, profilo igienico sanitario e tutti i dati sensibili di cui ho bisogno. Sono 14 ragazzi tra i 17 e i 35 anni, tutti uomini. L’appartamento ne può contenere 6. È in atto un processo per avere schede identificative e i loro profili igienico sanitario”.
“Qui abbiamo i sindaci del Golfo. Il problema è enorme – continua il sindaco Giacomo Chiappori – C’è anche la signora che vive a fianco della struttura dove sono accolti i migranti, da un momento all’altro. Se non dovesse riuscire la convivenza, nessuno comprerebbe la loro casa. Non voglio fare discorsi populisti e qualunquisti. Se la piazza oggi fosse stata vuota non sarei qui a parlare. Noi abbiamo seguito i protocolli. Siamo stati dal Prefetto che ci ha chiamato a dicembre. Il ministro Minniti sa qual è il problema e lo vuole accollare a noi. Noi al prefetto abbiamo risposto che non abbiamo le strutture per ricevere e che abbiamo già un 12% del tessuto che ora sono diventati comunitari. Noi abbiamo fatto domande precise ma non ci sono state risposte. Quanti ne vengono? Il ministero risponde che sono gli sbarchi a fare i numeri. Allora se aumentano gli sbarchi aumenta il numero. Quanto si fermano? Non si sa. Da dove vengono? Vengono dalla guerra. Ma non è vero. Il presidente della Nigeria ha detto che quelli che scappano dal suo paese sono delinquenti. Dovremmo farci tutti una domanda, per non faci dire “Leghista”, “Xenofobo”, ecc. Quelli che sono già qui, marocchini, albanesi, gente che lavora, si sentono messi in crisi dopo tutti gli anni di sacrifici. Un governo che non fa il suo dovere sugli sbarghi, mette in moto un sindaco che dice “Io non ce li voglio“. Sono stato con Urso a vedere i ragazzi, appena arrivati. Avevano addosso mezzo milione di roba, scarpe, maglie, nessuno magro. Ma alla domanda “Di dove sei?” loro rispondono “Non so”, perchè glielo insegnano, perchè se dicono il posto sanno che li rimandano indietro. Abbiamo tentato la collaborazione con il prefetto. Dobbiamo trovare il sistema che il prefetto mi aveva suggerito, che ho in ufficio, ma non c’è stato il tempo di metterlo in atto.
La domanda è:”Quanti ne prendiamo?”. Il prefetto è un mero esecutore del Ministero degli Interni. Noi diciamo che i 25 di Diano Marina li prenderemo e li mettiamo dove? Non lasciamo che succede come a San Bartolomeo che li ha presi una cooperativa. Concordiamo, ma fino a che limite? Non siamo di fronte a persone che non sanno vivere.
Al prefetto dirò di stare attenti a non degenerare. Qua c’è in atto una schiavitù becera che non è fatta più di palla al piede come una volta. Qui c’è gente che la fanno girare perchè c’è qualcuno che dice che dobbiamo arrivare solo fino a un certo punto. Poi sopra ci sono solo i ministri e il presidente del consiglio, primo artefice di questa situazione. Non ho chiamato nessuno per essere qui oggi. Se la piazza fosse stata vuota, domani non avreste più avuto il sindaco”.
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