Un incontro casuale fa conoscere a Pietro La Corte, ex chef di Pepito per oltre 30 anni, i migranti, ormai famosi, che sono arrivati la settimana scorsa nel Golfo Dianese. Il loro arrivo ha fatto molto discutere, tanto che è stato organizzato un comizio da parte dei sindaci del golfo in piazza del Comune di Diano Marina, per avere un confronto con i cittadini sull’argomento, preoccupati per le negative conseguenze possibili.
Pietro, dopo averli conosciuti, ha voluto lanciare un messaggio a tutti:”Prima di giudicare è meglio conoscere“. Incontrando i ragazzi, infatti, si è accorto di avere davanti giovani spaventati e disorientati, e ha voluto pubblicare una foto del loro incontro, corredata da queste parole:
“Ho conosciuto i “demoni” che hanno sconvolto la vita del tranquillo golfo dianese: un ragazzo che ancora trema davanti al mare , uno alto un metro e 80 con due gambe più secche di un manico di scopa, un altro che era talmente denutrito che i sanitari lo hanno dovuto alimentare a piccole dosi. Nonostante tutto non hanno perso la voglia di sorridere. Ecco contro chi sono scesi a protestare i i tranquilli cittadini del golfo. Lo stesso mare ci divide e ci unisce. Per me siete i benvenuti”.
Contattato da ImperiaPost, Pietro commenta:”Sono solo un libero cittadino, e la mia è solo un’opinione tra le tante. Mi sono ritrovato per caso, mentre camminavo in via Berio, a Imperia, a incrociare questi ragazzi e ho subito immaginato chi fossero. Mi sono fermato a parlare con loro. Non parlano bene italiano, ma vedevo le loro facce ancora disorientate. Tutti i luoghi comuni su di loro sono sciocchezze. Avevano tutti le stesse scarpe e vestiti ovviamente ottenuti grazie alla generosità delle persone del posto. Erano lì per andare all‘internet point, perchè la loro preoccupazione è quella di sentire i loro cari lontani.
Alle persone dà fastidio vederli – continua – perchè ciò che non si conosce spaventa. Non bisogna cascarci, è meglio conoscere prima di giudicare. Sicuramente tra tutti quelli che arrivano in Italia da altri paesi ci saranno dei delinquenti, ma come ci sono delinquenti italiani. Non per questo non bisogna aiutare chi ne ha bisogno.
La responsabilità dei leader politici dovrebbe essere quella di non istigare all’odio.
Io stesso sono stato un emigrante – conclude – Vengo dalla Sicilia e quando sono venuto qui da giovanissimo ho incontrato molto astio. Una volta una mia insegnante del Ruffini mi disse: “Chi ce l’ha mandato questo terremotato?”. Ora che sono loro ad arrivare, non commettiamo lo stesso errore”.