Il Capogruppo di Imperia Bene Comune Gianfranco Grosso ha preso posizione in merito alla notizia, riportata da ImperiaPost, di una sentenza del Consiglio di Stato che ha messo in seria discussione la validità dell’ipoteca accesa dalla Porto di Imperia Spa sul 70% delle opere del costruendo porto turistico a garanzia di un mutuo richiesto da Acquamare proprio per la realizzazione dello scalo imperiese.
“Ho letto con interesse la sentenza emessa dal Consiglio di Stato, riportata su Imperia Post, riguardante un caso analogo di iscrizione di ipoteca su beni demaniali a favore di terzi da parte del concessionario dell’opera portuale. Il caso specifico riguarda il tentativo di iscrizione di un’ipoteca sulle costruende opere portuali del Comune di Rodi (Puglia) da parte del titolare della concessione di costruzione e gestione del porto stesso a favore di una banca locale.
Chiaramente il ricorso amministrativo intentato dal privato contro il diniego dell’Ente pubblico all’operazione, giunto in Consiglio di Stato dopo il rigetto del TAR Puglia, ha visto vincente la tesi che l’ipoteca su beni demaniali riconosciuta dal concessionario dell’opera pubblica a favore di terzi è illegittima in quanto la figura del concessionario non si inquadra nel soggetto proprietario dell’opera, che rimane sempre il Comune, sulla base di quanto disciplinato dal codice civile e dal codice della navigazione.
Ora, affrontando sempre con il giusto equilibrio il caso in esame, tenuto conto che la giurisprudenza non è sempre univoca e coerente, ritengo che la sentenza emessa dal Consiglio di Stato sia sicuramente illuminante per l’Amministrazione Comunale di Imperia al fine di valutare con oculatezza ciò che noi di Imperia Bene Comune in Consiglio Comunale avevamo già affermato come una ragionevole possibilità: precisamente che non si può considerare valida l’ipoteca iscritta a favore delle banche dalla Imperia Porto S.p.A. e che potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso per l’Amministrazione Comunale accettare un concordato in cui si riconosce alle banche titolari di un’ipoteca illegittima crediti che non possono vantare.
Imperia Bene Comune e le forze politiche che lo compongono (SEL e RIFONDAZIONE COMUNISTA) hanno ritenuto sin da subito e ancora ritengono che sulla questione porto non si possano fare sconti a nessuno, perché la città ci ha già rimesso 280 milioni di Euro di beni pubblici che grazie ad una truffa colossale sono stati sottratti agli Imperiesi. Per tale motivo il Comune di Imperia ha l’obbligo giuridico, morale ed etico di perseguire sino in fondo l’interesse pubblico, che è quello di terminare il porto turistico senza però fare più regali o sconti a chi ha preso in giro tutta una città e ci ha lucrato sopra.
Noi eravamo già convinti sin dal consiglio comunale che abbiamo convocato in ottobre che l’ipoteca fosse illegittima e che alle banche non si dovesse riconoscere un bel niente. Quando lo affermai pubblicamente qualcuno della maggioranza, Sindaco in testa, sorrise richiamando le tesi avverse di professionisti ben più titolati di me, ma la sentenza oggi emanata da Consiglio di Stato guarda caso non mi smentisce, anzi rafforza la tesi che sul punto bisogna fare molta attenzione a non liquidare con faciloneria la possibilità di portare sino in fondo l’interesse pubblico a discapito di quello dei privati e delle banche.
Ricordo all’Amministrazione che Imperia Bene Comune non ha posizioni preconcette o ideologiche sulle questioni cittadine più importanti, che anche noi vogliamo risolvere i problemi annosi di questa città mal gestita per troppo tempo e che anche noi abbiamo a cuore un certo tempismo nella risoluzione di tali problemi, ma non siamo disposti a condividere concetti frettolosi e superficiali quali “facciamolo in fretta” o “meglio poco che niente”. Questa filosofia l’abbiamo già vissuta ed è stata proprio quella che ha portato il Comune di Imperia, in tutte le politiche amministrative gestite dal centrodestra, a sacrificare la pretesa dei cittadini ad avere una città migliore!”.