Gli agenti del Commissariato di Ventimiglia, lo scorso pomeriggio, hanno colto nella flagranza del reato di esercizio abusivo della professione medica, e deferito all’Autorità Giudiziaria, un cittadino italiano, residente a Catania, di fatto domiciliato in Francia, nella vicina Mentone.
L’uomo, quasi cinquantenne, incensurato in Italia, esercitava la professione di medico dentista in una via del centro cittadino senza essere iscritto all’albo nazionale dei medici chirurghi o a quello degli odontoiatri e privo di laurea in medicina. Ciò nonostante era titolare della società attualmente denominata “Avadent” e aveva aperto lo studio odontoiatrico circa due anni orsono.
I riscontri e le verifiche sono state effettuate nei giorni immediatamente precedenti, in maniera molto discreta, dagli investigatori diretti dirigente del Commissariato di Polizia.
Dopo aver constatato la mancanza dei necessari titoli di studio e delle previste speciali abilitazioni dello Stato, gli agenti sono entrati nello studio medico e hanno sorpreso all’opera il falso dentista al quale hanno immediatamente contestato l’esercizio abusivo della professione medica. Il falso odontoiatra ha effettuato cure mediche e rilasciato prescrizioni farmacologiche per almeno due anni.
Lo studio medico, attualmente denominato “Italdent”, era pubblicizzato esternamente, sulla pubblica via, con la sola indicazione del nome posta nell’apposito spazio all’interno della pulsantiera del citofono condominiale dove compariva, in aggiunta, anche il precedente nome “Avadent s.r.l. società tra professionisti”.
Gli investigatori hanno accuratamente perquisito l’appartamento, adibito a studio medico, che è stato chiuso e posto sotto sequestro preventivo con affissione di sigilli alle finestre e alla porta. Sequestrati all’interno tutte le apparecchiature specialistiche e numerosi documenti comprovanti lo svolgimento abusivo dell’attività medica.
Agende, block notes e documenti vari riportanti appuntamenti orari, nomi, abbreviazioni riferite alle prestazioni specialistiche, appunti tariffari, timbri contrassegnati con il nome e il logo della s.r.l. medica, ricevute fiscali in bianco e compilate con l’intestazione di pazienti e i relativi importi corrisposti.
Le indagini proseguono. Gli investigatori hanno già rintracciato molte persone ingannate dalla normalità soltanto apparente dell’ubicazione dello studio dentistico.
I pazienti, completamente ignari del rischio cui si sottoponevano volontariamente, avevano scelto di ricorrere alle cure odontoiatriche del “dottore” probabilmente allettate da prezzi resi convenienti proprio dall’esercizio illegale della professione medica in ambiente non autorizzato.