“La questione porto torna prepotentemente all’attenzione della città alla luce della sentenza sulla vicenda penale. Sull’esito di quest’ultima una semplice considerazione: da garantista quale sono, il mio primo pensiero va alle persone che si sono trovate coinvolte e alle loro famiglie, e penso al sospiro di sollievo che possono trarre finalmente. Il giudizio politico ed amministrativo sulla vicenda del porto turistico di Porto Maurizio non cambia, però, di una virgola” – Così dichiara Giuseppe Zagarella, vicesindaco di Imperia, alla luce della sentenza sulla vicenda penale del porto turistico di Imperia.
Io c’ero. Eccome se c’ero. C’ero e ricordo perfettamente tutti i complicati passaggi che hanno portato alla famosa e fatidica approvazione del progetto del “più bel porto del Mediterraneo”; e ricordo anche molto bene quello che poi è avvenuto, e che ha portato alla situazione sotto gli occhi di tutti da diversi anni.
Cosa penso di tutto ciò? Penso che le battaglie fatte in allora, coi colleghi di minoranza, le rifarei tutte. Penso che siano state una grande pagina di Politica e Amministrazione e che grazie a quelle si siano potute evidenziare le maggiori vergogne di una operazione che resta, ad oggi, un vero “capestro” per la nostra comunità. Penso che vado fiero di aver contribuito a tenere alta l’attenzione su una vicenda sulla quale andrebbe scritto un libro, quando sarà finita, e sono fiero di averlo fatto per i miei e nostri figli e nipoti.
Penso che il nostro problema non sia, e non sia mai stato, l’esito dei procedimenti penali, per loro stessa natura personali (e sui quali da sempre mi sono guardato di esprimere alcun giudizio). Quelli li ha fatti la magistratura, di sua propria iniziativa e su sue proprie convinzioni. Il nostro problema è ed è sempre stato ben altro. Non esiste “truffa aggravata ai danni dello Stato”. Questo risponde il tribunale di Torino alla magistratura inquirente.
E quindi? Questo risolve la montagna di debiti lasciata dall’operazione portuale sulle spalle della debole economia locale? Questo risolve l’incredibile serie di abusi ed irregolarità urbanistiche, ambientali, paesistiche, demaniali, collezionata dal soggetto attuatore? Questo è in grado di dare una qualsiasi forma di risposta al problema di coloro che hanno investito nell’opera, acquistando un posto barca? Questa sentenza fa pagare le fatture inevase ai fornitori? O fa scomparire l’acqua dall’autorimessa “sommersa”? O per magia fa comparire la fogna mai realizzata? Le sentenze non fanno nulla di tutto ciò.
Non si chieda alla politica di commentarle, come non sta alla politica attivare indagini. Il commento sulla sentenza lo si chieda a chi ha ritenuto di dare a quell’inchiesta quella forma. Non alla politica. Sono e resto un accanito sostenitore della separazione netta dei poteri e dei compiti. Alla politica, quella seria, per davvero, ben altro compito, più arduo, nobile e impegnativo, perché difficilmente concede appello e perché non può permettersi il lusso di buttare tempo e denaro in percorsi che non portano a nulla: costruire un futuro positivo e credibile per la propria comunità, e farlo rispettando il complicatissimo ginepraio di regole che caratterizzano il nostro Paese.
Farlo significa fare il proprio dovere, come amministratori, per portare un contributo fattivo alla risoluzione dei problemi veri, e farlo riportando al centro non la logica del “fare a tutti i costi” ma quella del “fare bene“. E in questa ottica stiamo e sto lavorando. Lavoriamo per sbloccare la vicenda portuale dal punto di vista tecnico… economico… occupazionale… urbanistico… ambientale… demaniale… e so che ce la possiamo fare, e so che ce la faremo, se continuiamo a svolgere il nostro lavoro con pazienza, spirito di servizio, dedizione e serietà, e a prescindere dai procedimenti penali, che non ci interessano.
Una cosa è certa: la nostra comunità ha capito che deve essere protagonista del proprio futuro e non può abdicare alla costruzione del suo avvenire lasciandolo in mano a qualche magnate più o meno illuminato. E sarà la nostra comunità a costruire il proprio futuro sul porto, con la Politica, quella con la maiuscola”.