Da due anni vive in Corea del Sud, a Seul, dove ha conseguito un master in Studi Coreani, e ora sta per iniziare un nuovo percorso lavorativo. Stiamo parlando di Vivien Lungo, 25enne imperiese che, dopo essersi laureata all’Università di Venezia, ha deciso di fare i bagagli e partire, per inseguire la sua passione per le lingue straniere e per la cultura coreana, al fine di farne un lavoro.
COME MAI SEI ANDATA PROPRIO IN COREA DEL SUD?
“Tutto è iniziato quando sono andava via da Imperia, dopo aver preso il diploma al Liceo Linguistico Amoretti. Data la mia innata passione per le lingue straniere, ho deciso di andare a studiare Studi Coreani all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Inizialmente pensavo di studiare cinese, forse perchè più popolare, ma poi mi sono detta: perchè non seguire la mia passione per la Corea? Da quando sono adolescente, infatti, sono attirata da questa cultura, specialmente per i drama e la musica, che mi hanno fatto scoprire tanti anni fa degli amici. Inoltre, ho anche pensato alla questione lavorativa, dato che italiani che parlano coreano sono nettamente più rari degli italiani che parlano cinese. Ai corsi di cinese c’erano infatti 500 iscritti, mentre ai corsi di coreano una ventina. Sono partita subito dopo aver preso la laurea triennale, per frequentare il master sempre in Studi Coreani. Ho discusso la tesi a febbraio scorso e ora sto per cominciare un nuovo lavoro”.
È STATO DIFFICILE ABBANDONARE TUTTO E PARTIRE?
“Mi manca la mia famiglia, ovviamente, ma non è stato difficile partire. Dopo la laurea infatti non mi sentivo ancora pronta per entrare nel mondo “reale” del lavoro. Ho deciso di partire perchè a Venezia non c’era disponibilità di un master e perchè volevo continuare a studiare. Andare in Corea mi è sembrata la scelta più opportuna per avere la migliore preparazione possibile. Ora poi, dopo 2 anni, mi sono ambientata, ho moltissimi amici, italiani e coreani, e convivo con il mio ragazzo coreano. Adesso che ho finito di studiare sto entrando nel mondo del lavoro”.
DIFFERENZE NEGLI STUDI UNIVERSITARI TRA ITALIA E COREA DEL SUD?
“Ho frequentato una delle migliori università private coreane. Per trovare lavoro è molto importante lo studio, premiano moltissimo il merito, perciò è essenziale avere un’ottima preparazione. I corsi delle lezioni sono sia in inglese che in coreano, è possibile scegliere. Io ho scelto di seguirli in inglese perchè oltre a perfezionare l’inglese, almeno avevo la sicurezza di capire tutto. Era importante per me mantenere la media alta perchè ogni semestre era possibile prendere una borsa di studio. Sono riuscita a prenderle tutte per 2 anni, eccetto il primo semestre del primo anno, ed è stato determinante, perchè l’università è molto cara“.
COM’È INVECE IL MONDO DEL LAVORO?
“Qua si lamentano tutti come in Italia per la mancanza di lavoro. Dal mio punto di vista però, il lavoro non manca, forse perchè faccio il paragone con l’Italia. Qui ci sono 2 modi per trovare un impiego, o aspetti che le grande aziende (come Samsung o Lg) aprano le selezioni, per esempio a settembre di ogni anno, oppure mandi tu i curriculum, come ho fatto io. Per quanto riguarda la mia esperienza non è stato difficile trovare lavoro. Durante l‘ultimo semestre del master già lavoravo. Ero in un’azienda che si occupa di voice software, quindi che crea le voci dei pc, degli smartphone o dei navigatori. Una mia amica ci lavorava, ma doveva andar via e mi ha proposto di farlo al suo posto. Così mi sono occupata della ricerca sulla lingua italiana, individuando le regole grammaticali e di pronuncia e insieme alla squadra abbiamo messo insieme i codici per il programma. A febbraio ho concluso il master, ho fatto qualche colloquio e ora ho trovato un nuovo lavoro, che inizierò la prossima settimana”.
COME FUNZIONA UN COLLOQUIO?
“Il colloquio è un vero e proprio esame fatto di più passaggi. Prima devi mandare tutti i tuoi documenti e curriculum. Se vieni selezionato allora ti convocano e insieme agli altri candidati dovrai fare una presentazione davanti a tutti. Possono esserci inoltre dei compiti scritti, per esempio a me hanno chiesto anche la matematica. Se superi tutto allora accedi al colloquio come lo intendiamo noi, di fronte a chi ti vuole assumere. È un sistema più complicato e severo, che però premia molto il merito”.
DI COSA TI OCCUPERAI NEL TUO NUOVO LAVORO?
“È un’agenzia che si occupa di homestay. In pratica organizziamo le permanenze degli ospiti nelle famiglie coreane. Cerchiamo le famiglie disposte a ospitare persone straniere, provenienti da tutte le parti del mondo, e poi facciamo un “matching” per valutare come associare nel modo migliore ospiti e ospitanti. Inoltre, c’è anche tutta la parte di marketing. Inizierò il 3 aprile e sono molto contenta di questa opportunità. Inizio con un tirocinio di 6 mesi e se piaccio mi potranno tenere”.
È DIFFICILE AVERE I PERMESSI PER VIVERE IN COREA DEL SUD?
“Sono sempre vincolata da un visto. Non è semplice. Finchè studiavo avevo un visto da studente, ora sono passata a lavoratrice ed è completamente dipendete dal contratto di lavoro. Ora che ho questo tirocinio sono tranquilla per 6 mesi e se mi faranno un contratto me lo rinnoveranno”.
QUAL È IL CLIMA NEI CONFRONTI DELLA COREA DEL NORD?
“Qua non si avverte il problema con la gravità in cui lo si percepisce in Europa, spesso fomentata dai media. Ovviamente la questione è reale ed è complesso, ma la affrontano in modi diversi”.
CI SONO DIFFERENZE NEI RAPPORTI INTERPERSONALI RISPETTO ALL’ITALIA?
“Quando mi fanno questa domanda sorrido sempre, perchè paradossalmente trovo che italiani e coreani siano molto simili caratterialmente. La mia teoria è che entrambi ci troviamo su delle penisole. A parte gli scherzi, i coreani sono molto solari, cordiali e gentili. Ovviamente, se sei un non-asiatico sei subito notato, ma senza cattiveria, più con curiosità“.
UN ANEDDOTO?
“Una cosa curiosa è che qui calcolano gli anni in modo diverso, tenendo conto anche dei 9 mesi nella pancia della mamma. Infatti, ogni volta che mi chiedono quanti anni ho ci devo riflettere!”.
DOMANDA CLASSICA. C’È QUALCOSA CHE TI MANCA DI IMPERIA?
“A parte la famiglia? Non ho dubbi: il mare. Mi manca da morire l’odore del mare, il rumore delle onde, il fatto di poter uscire e fare una passeggiata sul molo”.
QUAL È IL TUO SOGNO?
“Non ho un ideale di carriera. Ho sempre avuto l’idea di voler lavorare con le lingue, che poi sia in un museo, nel mondo delle traduzioni o in un’agenzia viaggi, va bene. La mia idea di felicità è avere accanto la persona con cui sto bene, crearmi un giorno una bella famiglia ed essere serena. Dove mi porterà il futuro si vedrà, Corea, Italia o chissà, si vedrà”.
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