Grande partecipazione e interesse sono stati dimostrati ieri, mercoledì 22 marzo, alla sala Don Piana delle Opere Parrocchiali di Diano Marina, per l’incontro organizzato dalle associazioni A.I.FO. e Mappamondo, in collaborazione con l’Arci Prov.le, Apertamente, la Caritas Albenga-Imperia e la Caritas Sanremo-Ventimiglia ed Intersos, tra i muri gentilmente concessi dalla Parrocchia di S. Antonio Abate. Oggetto della discussione sono state tutte le problematiche e le positività relative al fenomeno migratorio da parte di chi le vive da anni e con competenza sul nostro territorio.
Presenti in sala anche alcuni dei 14 giovani migranti arrivati pochi giorni fa a San Bartolomeo Al Mare.
Lo scopo della serata è stato quello di “Informare per capire”, ovvero fornire dati e testimonianze concrete per chiarire molti interrogativi che spesso portano invece alla chiusura e alla paura per il diverso. A seguito dell’arrivo di 14 migranti a San Bartolomeo al Mare, nel Golfo dianese è infatti scoppiato il “caso migranti” con una manifestazione in piazza del Comune di Diano Marina volta a esprimere il malcontento di alcuni sindaci nei confronti delle politiche migratorie nel nostro paese.
Ieri sera, nella sala gremita di persone, hanno preso la parola diversi relatori, tutti con una solida esperienza sul campo dell’accoglienza, che hanno portato la loro conoscenza per metterla a disposizione delle persone presenti. Prima degli interventi, la serata si è aperta con la presentazione di un video prodotto dalla Caritas diocesana di Sanremo e Ventjmiglia e l’Assocazione Centro di ascolto di Sanremo sull’accoglienza dei migranti.
In particolare, oltre alle organizzatrici dell’evento, Susanna Bernoldi responsabile AIFO e Chiara Bianchi socia Mappamondo, hanno parlato Don Rito Alvarez, il parroco della Chiesa di Sant’Antonio di Ventimiglia, spesso definito come il “Parroco dei Migranti” per la sua dedizione nell’attività di accoglienza, Daniela Zitarosa, Consulente legale e volontaria, il Dott. Filippo Dematheis, medico di famiglia, il Dott. Carlo Amoretti, pediatra e responsabile del consultorio di Imperia, Roberto Corradi, coordinatore Sprar Imperia, e infine i rappresentanti di alcune cooperative attive sul territorio come Il Faggio, La Goccia e Progest.
Alla fine degli interventi si è acceso un interessante dibattito tra i relatori e i presenti, che testimonia la volontà da parte delle persone di voler conoscere e capire fino in fondo le dinamiche dei fenomeni migratori. In conclusione è stato presentato un video realizzato dalle volontari Aifo Francesca e Marzia.
SUSANNA BERNOLDI, RESPONSABILE AIFO
“Questo incontro si chiama non a caso “A braccia aperte, Conoscere per Capire”. Si intitola così perchè lo scopo di questa serata è quello di informare le persone di tutte quelle cose di cui spesso non si è a conoscenza. Ci sono moltissime problematiche di non facile soluzione sulla questione dei migranti. Per capire come mai sono qui, come mai li dobbiamo accogliere e come possiamo aiutarli, è importante conoscere come stanno le cose, per dissipare le paure ed eliminare i giudizi. I relatori che parlano questa sera sono tutte persone che operano e sono a diretta conoscenza delle difficoltà di questo campo. Abbiamo delle corresponsabilità per quanto riguarda l’arrivo dei migranti in Italia e dobbiamo esserne consapevoli. Ci sono guerre di cui ignoriamo l’esistenza e non abbiamo idea di cosa subiscono queste persone prima di arrivare qui da noi. Siamo molto soddisfatti che questa serata abbia avuto un così grande seguito e ci auguriamo che possa essere utile.
Ringraziamo il parroco Don Gianfranco Minasso per averci concesso questa bellissima sala, tutti i relatori presenti e soprattutto voi, che siete qui ad ascoltare, poichè siete i veri protagonisti. Grazie alla conoscenza e all’informazione, vogliamo costruire dei ponti e non dei muri”.
DON RITO ALVAREZ
“Sono nato in Colombia, martoriata dai gruppi guerriglieri e sono venuto in Italia nel 93. Essendo stato protagonista di violenze inaudite, non posso far altro che dedicare la mia vita a chi scappa dalle stesse cose. Non mi piace parlare di “migranti” bensì parlo di “storie” delle persone. Per esempio quella di Mary con una storia difficilissima. Mary è una ragazza di 13 anni, dell’Eritrea. Quando era là, il suo papà è stato ucciso e così lei e la mamma sono scappate, ma ad un certo punto si perdono e lei inizia a viaggiare da sola per migliaia di chilometri, attraverso il deserto, sul barcone in mezzo a soli uomini, e poi è arrivata qui a Diano Marina, e le abbiamo chiesto la sua storia. Ogni giorno Mary chiedeva aiuto al signore per ritrovare la sua mamma, ritrovata in Sudan dove era stata imprigionata. E come per miracolo, un giorno sono riuscite a tornare in contatto nel mese di ottobre e sono tornate insieme”.
DANIELA ZITAROSA, CONSULENTE LEGALE E VOLONTARIA
“La procedura per la richiesta di asilo è complessa e lunga, ma tutti hanno diritto a entrarvi. Non abbiamo nessun merito ad essere nati da questa parte del mondo. Tutti possono avere il diritto di chiedere asilo e di aver accesso alla procedura che li porterà davanti a una commissione territoriale esperta che determinerà il tipo di protezione da riconoscere. Dopo soli 2 mesi dalla richiesta i migranti possono già lavorare, sono regolari sul territorio”.
DOTT. FILIPPO DE MATHEIS, MEDICO DI FAMIGLIA
“Molto spesso le problematiche sanitarie sono paure che non hanno riscontro nella realtà dei fatti. Per esempio per l’ebola, che ha tempi di incubazione tra i 2 e i 21 giorni, non può arrivare attraverso i viaggi dei migranti, che spesso ci mettono mesi o anni prima di arrivare in Italia. Anche la tubercolosi e l’aids non hanno correlazioni con l’arrivo dei migranti”.
DOTT. CARLO AMORETTI, PEDIATRA E RESPONSABILE CONSULTORIO
“Il problema dei minori non accompagnati è una drammatica realtà. Basti pensare che nel 2016 circa 25.800 migranti non accompagnati hanno raggiunto l’Italia via mare. Poi, 3/4 degli intervistati ha dichiarato di aver subito abusi e violenze da parte di adulti, nel 2016 sono morte quasi 5000 persone nel Mediterraneo e tra loro 700 erano minori”.
ROBERTO CORRADI, COORDINATORE SPRAR IMPERIA
“Sprar e Cas sono solitamente visti come paralleli, ma dovrebbero funzionare in sequenza. Il Cas, centro di accoglienza straordinario è il primo step di accoglienza, a cui fanno capo le prefetture, e poi lo Sprar è la seconda accoglienza. Il Cas si occupa della prima accoglienza, quindi li veste, spesso i migranti arrivano con le infradito a gennaio, senza vestiti. Li sfamiamo, li informiamo dei primi diritti, li facciamo chiamare a casa. Li accompagniamo nelle procedure di richiesta asilo. Lo Sprar ha il compito di integrare le persone nel territorio.
Sfatiamo il mito dei 35 euro a persona. Questi 35 euro servono per tutto, per gli abiti, gli stipendi degli operatori, per le telefonate, per le pratiche burocratiche, per il cibo, per l’affitto. A loro arrivano solo 2.50 al giorno.
Queste persone prima di arrivare in Italia passano degli incubi. Perchè li dobbiamo accogliere? Perchè l’accoglienza ripara la loro dignità lacerata. È un dovere morale”.
COOPERATIVE
“Abbiamo una struttura per un certo numero di posti e fino all’ultimo non sappiamo mai quante persone arrivano. All’inizio arrivavano anche nudi e scalzi, direttamente dal barcone, ora per fortuna passano dai centri del Sud Italia e arrivano più umanamente. Quello che ti segna sono i loro occhi, specialmente delle donne, e le loro storie fanno capire ciò che hanno passato. Spesso i politici alimentano la paura del diverso per accaparrare voti e non c’è niente di più sbagliato”.
GIAN PAOLO GIORDANO, SINDACO DI CERVO
“Dire che non sappiamo il numero è un pretesto per creare terrorismo. Prima del loro arrivo, siamo stati convocati dal Prefetto prima di Natale, che ci ha garantito che nel Golfo Dianese non arriveranno più di 50 massimo 60 migranti. È inutile che continuiamo a dire in piazza che non sappiamo i numeri. I numeri sono stati dati da sua eccellenza il Prefetto. Non facciamo terrorismo”.
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