Nato in una famiglia di musicisti e artisti, l’imperiese Nicolò Bartoli è cresciuto coltivando la sua passione per il canto. Adesso è cantante lirico di professione e dal 2013 si esibisce sul palco del Teatro alla Scala di Milano insieme agli altri coristi e come solista si é esibito in sale da concerto importanti, come la Sala Verdi del Conservatorio di Milano e in piccole produzioni operistiche.
QUANDO HAI INIZIATO AD ESIBIRTI AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO?
“Nel 2013, in un concerto con estratti del “Messiah” di Handel con gli ottoni dell’orchestra del Teatro alla Scala e il coro delle voci bianche sotto la direzione del direttore del Coro del Teatro, Bruno Casoni. Un’emozione unica”.
QUAL È LA TUA SPECIALITÀ NEL CANTO?
“Sono un basso baritono e canto il repertorio operistico dal XXVIII secolo e il XXIX secolo. Sono un corista libero professionista in Italia e all’estero. Mi ritengo un cantante lirico senza paraocchi che riesce egualmente ad emozionarsi davanti ad un’opera o un concerto classico tanto quanto ascoltando Rock,jazz e tanti altri generi ancora”.
QUALI SONO I TUOI RIFERIMENTI NELLA MUSICA?
“ll celebre Basso Baritono gallese, recentemente nominato Sir Bryn Terfel dalla regina Elisabetta II d’Inghilterra, il celeberrimo Basso, Ferruccio Furlanetto, il grandissimo Baritono Leo Nucci, il mai dimenticato Luciano Pavarotti e il meraviglioso Tenore Juan Diego Florez. Infine un prodigio della natura, che non fa parte del mio campo musicale, che adoro e considero ineguagliabile: Freddie Mercury dei Queen”.
DA DOVE VIENE IL TUO NOME D’ARTE “COMPOSTELLA”?
“Il mio nome all’anagrafe è Nicolò Bartoli. Io e mia sorella entrambi cantanti , lei nel settore Barocco e io in quello Lirico, abbiamo deciso assieme di utilizzare un secondo cognome: Compostella, di derivazione materna. Lo adottiamo come nome d’arte, da una parte per rendere omaggio alla famiglia materna, che tanto è stata importante nel nostro percorso musicale, dall’altra per evitare facili attribuzioni di parentela con la famosissima Cecilia Bartoli”.
VIENI DA UNA FAMIGLIA DI MUSICISTI, DA QUI NASCE LA TUA PASSIONE PER IL CANTO?
“Sì, sin da bambino sono stato immerso nella musica. Ho una nonna pianista che si è diplomata come me al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Una sorella maggiore cantante, specializzata in Canto Barocco, una cugina violoncellista e una madre che mi ha sempre incentivato a seguire la passione per la musica, tant’è che sin da ragazzino ho studiato chitarra classica, pianoforte e clarinetto per poi arrivare all’amore per l’Opera. Mia sorella quando avevo 18 anni studiava canto al Conservatorio Pollini di Padova e quando tornava ad Imperia spesso portava Cd o Dvd di vari compositori fra cui il mio amato Wolfgang Amadeus Mozart. Mia sorella Marina, mia sorella Elena, mia madre e mia nonna, sono sempre state persone che mi hanno consigliato e sostenuto nel percorso artistico.
Una volta, quando avevo 19 anni, mi capitò tra le mani prima il Dvd e poi il Cd del “Don Giovanni” e me ne innamorai. Iniziai a cantare imitando l’aria iniziale dell’opera in cui Leporello, servitore di Don Giovanni, canta “Notte e giorno faticar”. Mia madre mi sentì e positivamente impressionata mi disse che, se avessi voluto, avrei potuto provare a far lezione di canto lirico. Così fu e da lì inizia il mio percorso verso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Avevo trovato la mia passione“.
ORA VIVI A MILANO DA 15 ANNI. PERCHÉ SEI ANDATO VIA DA IMPERIA?
“Sembra ieri, ma son passati 15 anni. Me ne sono andato via perchè desideravo formarmi in uno dei più importanti Conservatori d’Italia: quello di Milano. Inoltre la città stessa è centro vivace e importantissimo per la cultura in generale e io ne ero entusiasta. Poi per forza di cose mi sono fermato qui”.
IMPERIA È STATA IMPORTANTE NELLA TUA FORMAZIONE?
“Assolutamente sì. La mia formazione al Liceo Classico “De Amicis” mi ha indubbiamente dato le basi culturali necessarie per avvicinarmi ad un ambito artistico colto come l’opera. Ricordo con molto piacere un concerto tenuto con la mia storica insegnante di pianoforte e solfeggio, Maria Luisa Repola, in occasione del quale cantai arie rossiniane e mozartiane assieme al mezzosoprano Veronica Esposito e al tenore Mattia Pelosi. Fu il mio primo concerto da solista nella mia città: mi diede molta sicurezza e mi aiutò nella mia crescita professionale. Non posso inoltre tralasciare il concerto da solista del 2011 nella “Petite Messe Solennelle” di Rossini, diretto dal M° G. Magnanini, direttore del coro dell’Opera di Nizza, all’interno della XX edizione di “Lirica Giovane” di Imperia. Questa fu un’esperienza in cui mi misi alla prova in una composizione sacra musicalmente complessa, la cui difficoltà maggiore era la quadratura ritmica e allo stesso tempo il mettere in gioco una grande capacità espressiva”.
ARRIVATO A MILANO, QUAL È STATO IL TUO PERCORSO PER ARRIVARE A CANTARE ALLA SCALA?
“Prima il mio diploma sotto la guida del Maestro Demetrio Colaci, poi gli studi privati col M° Sherman Lowe e il M° Paolo De Napoli. Sono seguite le prime audizioni e i concerti solistici. Infine la mia audizione nel 2012 per collaborare con l’Accademia della Scala per cantare al Théâtre du Capitole di Tolosa nel Rienzi di Wagner grazie alla quale mi si aprì la strada come Corista d’opera professionista.
Momenti difficili ce ne sono spesso nella vita di un artista e a volte ci si ritrova per lunghi periodi senza una occupazione lavorativa continuativa, ma le cose in questo momento vanno bene e non posso lamentarmi. La soddisfazione più grande è stata mettere piede più volte nel Teatro alla Scala e ricevere affetto e stima da colleghi con un’attività di vecchia data nel Teatro”.
HAI AVUTO L’ONORE DI INCONTRARE GRANDI ARTISTI NEL TUO PERCORSO, QUALI TI SONO RIMASTI IMPRESSI?
“Ho avuto la fortuna di conoscere il maestro Ennio Morricone in un concerto in suo onore. Inoltre, ho studiato in Masterclass di famosi cantanti come Rolando Panerai ( baritono celebre all’epoca Callas ) e Claudio Desderi. In Scala, ho lavorato con Leo Nucci, Ruggero Raimondi, Ferruccio Furlanetto,Massimo Cavalletti, Francesco Meli e Simone Piazzola. Ho cantato con Direttori quali: Bruno Casoni, Ádám Fischer, Christoph Eschenbach e Myung-whun Chung. Infine, sono stato diretto da famosi registi come Peter Stein”.
LE ESIBIZIONI CHE PIÙ TI SONO RIMASTE NEL CUORE?
“Una ė sicuramente il Barbiere di Siviglia in Scala , nel coro, con i famosissimi e simpaticissimi solisti Leo Nucci e Ruggero Raimondi. Però nel cuore, non ho dubbi, c’è il mio concerto da solista al Polivalente con la mia cara Maestra di piano e solfeggio Maria Luisa Repola, ovviamente ad Imperia. Tra le altre esperienze, nel 2007 ho interpretato il ruolo di Don Bartolo nelle “NOZZE DI FIGARO” nel Conservatorio di Milano, nella Sala Puccini, nel teatro di Locarno in Svizzera e nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio. Nell’ aprile del 2011 ho partecipato alla prima assoluta all’opera moderna “ICARUS AIRLINES” composta dal canadese Brian Carrent, vincitore del premio Fedora, eseguita all’interno del Grand Hotel Dino di Baveno (lago Maggiore). Potrei elencarne molte altre. Prossimamente interpreterò i ruoli da Solista di Don Bartolo e Antonio nelle “Nozze di Figaro” a Palma di Maiorca.
C’È UN ANEDDOTO LEGATO ALLE TUE ESPERIENZE AL TEATRO ALLA SCALA?
“Nella produzione 2017 del “Don Carlo” di Verdi, in cui ho cantato al Teatro alla Scala, tra i solisti c’era uno dei miei idoli: Ferruccio Furlanetto. Volevo assolutamente chiedergli un autografo e quindi mi recai armato di carta e penna nel suo camerino. Da fuori sentivo che si stava scaldando la voce con vari vocalizzi ed io timidamente bussai. Mi rispose con un rilassatissimo : “Sì , chi è?” Io risposi con molta reverenza ed entrai scusandomi per averlo interrotto mentre si scaldava la voce. La sua risposta fu: “ Vai tranquillo, vocalizzavo solo perchè non sapevo che cavolo fare!”. Al che ci facemmo una bella risata e firmò il suo autografo. Avevo conosciuto uno dei miei idoli, che oltre ad essere un Professionista di alto livello, scoprì essere anche molto gentile e spiritoso”.
QUANTO TEMPO TI ESERCITI AL GIORNO?
“Ho la fortuna di avere vicini tolleranti o addirittura amanti del genere e quindi riesco a studiare indisturbato fino a 4 ore al giorno, quindi circa 20 ore settimanali”.
COM’È IL MONDO DEL LAVORO PER UN CANTANTE LIRICO?
“Le difficoltà di un cantante lirico sono le stesse di un qualunque altro lavoratore. Non è facile trovare chi apprezza la tua professionalità e quindi ti offre occasioni lavorative. Emergere è una dura lotta tra spese di studio (come Masterclass, insegnante privato e pianista con cui migliorare il repertorio musicalmente) e affrontare Concorsi e Audizioni spesso a con quota di partecipazione. Insomma, per emergere, serve tanta forza di volontà e tanti sacrifici dovuti alle spese.
La concorrenza è tantissima e spesso subisce l’influenza delle raccomandazioni, quindi occorre assoluta dedizione e forza interiore. La cosa positiva è che si tratta di un lavoro che ti permette di esprimere il tuo Io in un qualcosa che ami, dandoti spesso la possibilità di viaggiare. Resta un lavoro, ma coronato da tanta passione e rimane un enorme privilegio”.
TORNERESTI A VIVERE A IMPERIA?
“Mi manca immensamente il mare e alcuni cari amici e ovviamente la mia famiglia. Non credo ci tornerò se non come turista estivo, perchè sono troppo abituato alla vivacità della grande città e difficilmente me ne potrei separare”.
ASPIRAZIONI?
“Riuscire ad entrare come corista del coro stabile di uno dei nostri meravigliosi Teatri italiani e continuare a fare ruoli solistici, ogni qual volta arrivasse l’occasione”.
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