“Ieri sera in consiglio comunale Imperia Bene Comune si è fatta portatrice dell’ennesima battaglia a tutela dei diritti dei cittadini, in particolare di quelli della Frazione Piani” – Così Gian Franco Grosso, capogruppo di Imperia Bene Comune, in merito alla decisione del consiglio comunale di bocciare la variante al piano regolatore per la realizzazione di un capannone per il deposito e lo smistamento merci in frazione Piani.
Dopo essere andato a sbandierare in campagna elettorale tutto l’amore e l’attenzione per le frazioni ed essersi impegnato a trasformarle piano piano nelle cartoline della nostra città, il Sindaco Capacci e parte della sua maggioranza hanno cercato di far passare in consiglio una pratica urbanistica che avrebbe stravolto la vivibilità di coloro che abitano in Corso Allende, a Piani, in barba a qualsiasi programmazione e pianificazione della città.
Ancora un tentativo maldestro di mischiare il tessuto residenziale di una zona con quello artigianale/produttivo, creando disequilibri, conflitti e pericolosi intrecci di esigenze urbanistiche diverse, il tutto condito da approssimazione, arroganza e superficialità.
Le stile è lo stesso portato avanti negli anni in questa città, si mette in conflitto l’interesse pubblico alla qualità e sostenibilità della vita di quartieri ad alta densità abitativa con l’interesse pubblico della produzione e del lavoro, cercando di far passare il primo secondario rispetto al secondo e accusando chi chiede una giusta e ponderata valutazione degli interessi in gioco di essere i nemici dell’impresa.
Allora è bene chiarire subito che un’amministrazione che tiene ai suoi imprenditori e/o investitori e, al contempo, ai suoi cittadini, ha l’obbligo etico, morale e burocratico di decidere a monte e con un processo politico trasparente le scelte urbanistiche di una città, non di farlo a colpi di varianti improvvisate e anacronistiche.
Un’Amministrazione seria che da quattro anni governa urbanisticamente una città in assenza di un PUC aggiornato, doveva metterlo in cantiere, doveva discutere in consiglio dei principi cui ispirarsi, doveva dire forte e chiaro che idea ha di città e che idea debbono farsi residenti e imprenditori per meglio pianificare la propria vita e la propria impresa. Non l’ha fatto, perché forse non si sarebbero mai messi d’accordo in maggioranza o forse perché va meglio così, nell’incertezza ci sta tutto.
Però Imperia Bene Comune non ci sta. Noi vogliamo chiarezze urbanistiche che risolvano problemi secolari della nostra città e che imprimano al tessuto urbano un imprinting diverso, teso al riequilibrio degli spazi, alla mediazione dei conflitti, che offrano a investitori e imprenditori seri concrete opportunità di sviluppo in aree dedicate compatibili e pianificate.
Vogliamo che i cittadini possano acquistare un immobile in questa città senza la paura del futuro sviluppo di quell’area. Vogliamo che sia chiarito dove e come fare turismo e divertimento e dove poter rifugiarsi senza stress per chi non ama rumore e divertimento. Questo vogliamo.
Chiediamo troppo? Non credo. Chiediamo solo che la gente oggi possa programmare la propria vita quotidiana e lavorativa senza brutte sorprese, senza dipendere domani dal potentato di turno che gli sconquassi l’esistenza in nome di interessi particolari.
Per questo siamo orgogliosi di aver fatto respingere in consiglio, con l’appoggio di tutta la minoranza e di tre consiglieri del PD, che ringrazio per l’onestà intellettuale, la pratica che voleva far costruire a Piani, in Corso Allende, un capannone industriale per mezzi pesanti, in un’area dove vivono centinaia di persone e dove sono stati costruiti importanti insediamenti abitativi.
In una frazione che dovrebbe essere la porta della Val Prino e l’anticamera della valorizzazione turistica di un hinterland che è intimamente correlato ad Imperia”.