A seguito della bocciatura del Consiglio Comunale della proposta di realizzare un punto di deposito e smistamento merci in un’area di Piani, avanzata da Antonio Marzo, i residenti della zona sono sollevati, ma si rivolgono all’Amministrazione in quanto si sentono spesso messi da parte nelle decisioni che li riguardano in prima persona e auspicano una collaborazione maggiore.
“Abbiamo atteso l’esito del voto del Consiglio Comunale con apprensione ma con grande compostezza. Con apprensione perché la pratica, come sentiamo ripetere, quasi fosse paragonabile alla richiesta di uno stato di famiglia o al rinnovo del documento di identità, era ed è, invece, dirimente rispetto al futuro degli insediamenti abitativi di questo territorio. La “Pratica” è stata bocciata. Meno male.
Siamo rimasti ai primi danni come si suole dire. Abbiamo atteso, con altrettanta compostezza che l’Amministrazione riflettesse sul risultato. Quello che avremmo voluto e che vorremmo, da tempo, almeno da venti anni, è, che oltre alle promesse che ogni cinque anni ci fate, foste consapevoli che Amministrare significa prima di tutto coinvolgere i soggetti che sul territorio vivono e sperano come tutti in un futuro migliore.
Invece si è scatenata una “bega”. Vi accusate vicendevolmente di tradimento, di poca professionalità, ecc. ecc.. Pare di potervi fare osservare che nella vostra triste discussione noi siamo il convitato di pietra, cioè quella persona o anche situazione minacciosa o spiacevole che si cerca di dimenticare o non affrontare, ma che si ripresenta costantemente.
Or bene, per quanto tempo ancora pensate di prendere decisioni che non coinvolgano i Cittadini? È vero, siete stati legittimamente e democraticamente eletti, ma, non per decidere come foste un Monarchia Assoluta, ma rispondendo giorno dopo giorno a chi sovranamente vi ha eletto.
Siamo degli utopisti? Gente che sogna? Può essere! Considerateci come volete, ma siamo fermi nella nostra intenzione di far apprezzare le nostre intelligenze e la nostra capacità di scelta per il meglio. Quel che rileviamo è un deficit di democrazia. La forzatura della “Pratica” ne è la prova. Indipendentemente dalle buone o, per noi pessime, intenzioni.
Si cari Amministratori è andata proprio così. Ma voi, e chi vi ha preceduto, di tutte le nostre proposte di questi 20 anni, che auspicavano investimenti pubblici e privati, dalla cultura alla coltura, dalle attività sportive sviluppate per giovani e anziani e quanto altro, e in coerenza con lo sviluppo turistico di cui la città e questo territori trova vocazione, ne avete preso in esame almeno una? No! Almeno fino ad ora! In attesa e con l’animo proteso alla collaborazione”.